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Rubrica, MEI. MUSICA IN GIALLO di Roberta Giallo. MARGHERITA ZANIN

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Di Roberta Giallo

 

NELL’INCERTEZZA GENERALE DEI TEMPI L’UNICA CERTEZZA E’ L’ARTE

OGGI VI PARLO DI MARGHERITA ZANIN

 

Se gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima, l’anima della giovane cantautrice ligure che ha nome Margherita Zanin è davvero un’anima limpida.

Avvolgiamo il nastro della memoria all’indietro: di lei mi aveva a suo tempo parlato molto bene Roberto Costa, storico bassista di Lucio Dalla, ma anche produttore etc., con cui spesso mi sono trovata a condividere pareri; alcuni rivelabili, altri no…

Ma questo è il caso in cui si può dire tutto, perché entrambi apprezziamo molto Margherita, e perciò non voleranno insulti, né ci faremo dei nemici! (Naturalmente scherzo, la pratica dell’insulto è quanto di più distante da me, anche quando non gradisco…).

 

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Torniamo a noi.

Siamo in Italia, perciò preferisco sempre scegliere vocaboli italiani quando ce ne sono di precisi, per definire qualcosa di altrettanto preciso.

In italiano potrei usare gli aggettivi “sicura”, “a suo agio”, ma credo che in questo caso la lingua inglese con self confident, esprima proprio come mi appare questa artista, che ho avuto il piacere di incrociare anche nella vita, e con cui ho conversato divertendomi, ma anche toccando tematiche non-superficiali e serissime, in un tavolo a cui sedeva _quella stessa sera_ anche Giuseppe Anastasi, che saluto.

(Sappi che qui su Musica in Giallo, parlerò presto anche di te: caro Giuseppe, questo è un po’ un avvertimento e un po’ una minaccia, preparati!).

“Di sicurezze non ne ho tante, se non la mia arte che mi contraddistingue dal vuoto circostante”: questa è la frase che più mi ha colpito di “Non mi diverto se penso troppo”, quella alla quale mi sono aggrappata, anche rivedendomi-ci, e risuonando-ci con la mia parte sensibile, per poi fluire con il resto del testo e della musica, devo dire molto coinvolgenti, nel loro essere bene impastati, come a costituire un unicum.

(Apro una piccola-grande parentesi per fare i miei complimenti alla produzione:  ‪Lele Battista, Margherita Zanin e Giovanni Garibaldi, Giovanni Versari (mastering).)

Tra l’altro ho apprezzato anche la peculiarità, il modo in cui la cantautrice ha “fraseggiato”, cadenzando-velocemente, prossima allo scioglilingua, alcuni concetti molto concentrati e potenti, per cui serve, per sprofondarci dentro, un altro ascolto, e poi un altro ancora… e questa è cosa buona! Perché la canzone scorre veloce e gradevole come acqua di sorgente, ma porta con se delle cose “importanti”.

Per esempio, vi cito quest’altra bellissima frase, che scorre veloce, ma è una precisissima pennellata che aggiunge sfumature all’autoritratto di Margherita: “sono sicura di trovare risposte nei posti segreti dentro di me”.

Dunque, privilegiare la propria interiorità al caos esteriore, e al “traffico” in senso metaforico! Questo il messaggio. Un messaggio che ci rivela come cercare le risposte, alludendo quindi quasi socraticamente-platonicamente a una “pre-conoscenza” dell’interiorità, perché la propria anima, può saperne più del mondo intero, se si conduce bene l’indagine interiore!

Nel video, di contrasto, mi è parso di vedere un incrocio di Tokyo frequentatissimo, dove le persone attraversano come formiche le strisce pedonali, confondendosi, mischiandosi, generando caos (il-mondo-fuori) per quanto poi paradossalmente è abbastanza risaputo che Tokyo, con i suoi 40 milioni di abitanti, riesca ad essere misteriosamente più ordinata, che ne so, dico a caso… di Roma?

Riprendiamo il filo, sono pur sempre una cantautrice, perciò di fronte ad una “simile”, faccio analogie e collegamenti, spero “prendendoci”!

Vibro con empatia e partecipazione, a volte più a volte meno. Qui parecchio, quindi mi sono addentrata nei dettagli, concentrandomi per esempio sullo spezzone del videoclip  in cui, tramite chroma key, dietro alla testa rosa della Zanin, compaiono i miei adorati  e numerosissmi Giapponesi che, tra l’altro, andrò a trovare “presto”…

Bene, di fronte a quella frase, che sento la necessità di ripetere perché vi si scolpisca nella testa, o nel cuore, fate voi, “Di sicurezze non ne ho tante, se non la mia arte che mi contraddistingue dal vuoto circostante”, ho vibrato insieme alla voce calda di Margherita, aderendo a  quella presa di posizione che è poi una denuncia del “vuoto”, di questa assenza di “valori”, potremmo dire, dalla quale siamo avvolti; un’assenza che tuttavia ci mette alla prova nei confronti di noi stessi.

E Margherita, a mio modesto parere, ne esce benissimo: trova una via di fuga, e la trova nell’arte. In ciò che, senza timore di sembrare arrogante nonostante la giovinezza, e mi viene da dire, anche nonostante sia una “donna”(e mentre lo dico provo anche un po’ di tristezza e imbarazzo, se pur lieve), la Zanin dichiara al mondo, al suo pubblico.

Come a dire, “io faccio la mia arte in un mondo vuoto, che essendo vuoto non so se ne riconoscerà mai fino in fondo il valore, ma io lo faccio lo stesso, perché nell’arte fondo la mia certezza di essere unica, diversa da questo vuoto banale che mi circonda”.

“Non mi diverto se penso troppo”, questo il titolo della canzone presa “ad esame”,  una canzone che avverto profondamente sincera e aderente alla personalità di Margherita, anche per come si è mostrata, diciamo così, nella vita reale: spontanea, con quel po’ di indispensabile follia nell’espressione, forte, ostinata, ma anche umile.

E proprio l’umile a volte però “pesta i piedi”, quando sente di dover combattere, affermare e affermarsi con convinzione.

Proprio perché si è stati a sentire “tutti” per parecchio tempo… e ad un certo punto uno vuol dire la sua. Nel bene e nel male. Correndo tutti i rischi che vanno corsi, soprattutto se si ambisce prima all’arte, e poi eventualmente, alla popolarità che l’arte può generare.

Non so come sia stato l’intero percorso di Margherita, dai primordi a qui, cosa l’abbia portata a scegliere la via espressiva dell’arte che non cerca a tutti i costi il consenso, correndo il rischio, diciamolo pure, “dell’impopolarità”,  per quel che poi oggi come oggi, e il vuoto che gira intorno all’”oggi”, possa significare “essere-popolari”.

Io mi dico sempre sempre: “popolari” lo sono stati a volte gli assassini, a volte i ladri, a volte certi politici… va da sé: popolarità non ha solo un’accezione, ne ha tante.  A ciascuno le sue considerazioni a riguardo.

Ma Margherita ha gli occhi troppo puri per scelte troppo-comode, e allora, con intelligenza e con un po’ di follia, la vedo aggirare i prossimi ostacoli per affermare se stessa, e per proteggere la cosa più certa e cara che ha, e per cui combatte: la sua arte, la sua musica.

Chiarito di che “tipo qualitativo” di popolarità potrebbe un giorno godere la limpida cantautrice ligure, gliene auguro una ampissima. Tra l’altro, non che non goda già di riconoscimenti e di un suo spazio di tutto rispetto; perché mi sembra sia davvero sulla strada giusta. Nel suo percorso non mancano esperienze con il grande pubblico e collaborazioni con nomi di rilievo nel panorama musicale. Ha tra l’altro ricevuto, proprio nell’anno in corso, IL PREMIO SPECIALE INDIE MUSIC LIKE AL MEI25, da Michele Monina.

Se siete curiosi, leggerete molto altro nella biografia sintetica approvata dall’artista, in fondo all’articolo.

Ma prima i saluti. Comincio da te, Margherita, che l’altro giorno mi hai detto che speri di incontrarmi presto sullo stesso palco…  secondo me capiterà presto, e sarà bello. In bocca al lupo testa rosa!

Vi lascio, come tradizione, al videoclip da me scelto, che oggi è quello di “Non mi diverto se penso troppo”, e vi do appuntamento a martedì prossimo, per un nuovo capitolo di “Musica in Giallo”!

 

 

Biografia Margherita Zanin

Margherita Zanin è una cantautrice ligure. Dopo aver vinto il Contest 1MNext il 1° maggio si è esibita al Concertone di Piazza San Giovanni in diretta Tv. Da giovanissima matura esperienze attraverso live e festival in Italia e all’estero. Nel 2015 incontra Roberto Costa, bassista storico di ‪Lucio Dalla, già produttore dello stesso Dalla, Carboni, Ron, Gli Stadio, e producono il suo primo disco ZANIN che esce nel 2016. Otto brani, due in italiano e sei in inglese. L’album ha ottenuto riscontri molto positivi dai media, e uno dei singoli, ”Travel Crazy”, diventa parte della colonna sonora di Donnavventura in onda su Rete4, ed entra a far parte della Compilation ”Libera Veramente Vol.7” per Rolling Stone Italia. Nel 2018 nasce la collaborazione con ‪Lele Battista, e il produttore milanese la conduce nelle sperimentazioni del suo nuovo immaginario musicale. A marzo 2018 esce ”Amaro” (anche questo scelto per la compilation di Rolling Stone), a luglio il singolo “Rosa” in cui prendono forma le sonorità elettroniche e trip-hop. A novembre esce per l’etichetta Volume! l’EP “RadioMarghe” contenente gli ultimi 4 singoli della cantautrice, un ponte ideale tra il primo disco e il nuovo lavoro. “Distanza in stanza” è il suo nuovo disco in cui ci sono gli interventi di alcuni dei più importanti artisti della scena alternative italiana: Appino, Lodo Guenzi, Motta, ‪Mauro Ermanno Giovanardi, ‪Davide Toffolo, ‪Cristiano Godano, ‪Omar Pedrini, Morgan, ‪Riccardo Sinigallia e ‪Pierpaolo Capovilla. Prodotto da ‪Lele Battista, Margherita Zanin e Giovanni Garibaldi. Masterizzato da Giovanni Versari.

Leggi QUI l’articolo originale sul sito del MEI, Meeting degli Indipendenti.

 

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