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Coronavirus, e la musica (live) scompare. Il 2020 nero dei concerti e dei Festival

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Inutile girarci attorno, farsi inutili illusioni. La musica dal vivo, a meno di una miracolosa repentina scomparsa del virus che ci tiene compagnia sgraditissima da qualche mese, per quest’anno (sicuramente per questa estate) non la vedremo, a meno che non siamo in grado di organizzare concerti privati per poche persone (distanti almeno un metro l’una dall’altra) dei nostri idoli.

Scherzi a parte e c’è davvero poco da scherzare, niente concerti ora, per i mesi estivi e probabilmente anche per la stagione autunnale. Di musica live con raduni e assembramenti importanti (senza serie limitazioni, quelle che poi rendono impossibile l’evento, che si basa sulla vendita dei biglietti, per motivi economici) si potrà parlare, forse, dall’inverno in poi, con buona pace degli artisti (quelli più famosi a cui il rinvio di un anno di un Tour può fare differenza tutto sommato relativa) ma per la disperazione di alcune categorie di lavoratori, come gli artisti che sbarcano il lunario grazie ai Tour o mini-Tour annuali, in particolare estivi, i tecnici delle luci, gli autisti dei Tir che trasportano palco e scenografie, i montatori dei palchi, gli scenografi, i coreografi, coloro che sono impegnati nella prevendita e nella vendita diretta dei biglietti, ma non da meno le aziende che organizzano i concerti, con il moro indotto, i gestori degli impianti che ospitano i concerti, dallo stadio alla sala del Circolo locale.

A cascata si prevedono danni per quasi un miliardo di Euro che solo in parte potranno essere sanati dallo Governo, visto chele  maniche di giacca di ogni singolo ministro in questo periodo vengo tirate un po’ da tutti ma una soluzione andrà trovata perchè quello degli spettacoli dal vivo, assieme al turismo, rischia di essere uno dei settori più danneggiati dell’intera economia e non può certo permettersi di perdere quasi un anno di lavoro senza che si intervenga in modo massiccio.

Lucca Summer Festival, Pistoia Blues, Umbria Jazz al momento sono le manifestazioni sospese, non ancora cancellate ma con alcuni eventi già eliminati (per via dei tour internazionali rinviati da alcuni big della musica che non hanno aspettato gli stop ufficiali) ma anche Mi Ami Festival (spostato a settembre) e  Nameless (spostato a fine agosto) sono a forte rischio cancellazione. Cancellazione certa, invece, per il Concertone del Primo Maggio in Piazza San Giovanni a Roma.

Tra i concerti di star internazionali, dopo la cancellazione definitiva del Tour di Santana, tra i già certi del rinvio si segnalano Dua Lipa, JP Cooper, Eric Clapton (che ha spostato di un anno le due date a Bologna e Milano), Nick Cave, Maluma, i Queen con Adam Lambert (data rinviata al 23 maggio 2021) e One Republic. Ancora sospese ma, di fatto, in attesa di rinvio le tappe dei tour italiani di Ben Harper, John Legend, Lauryn Hill, Patty Smith, Liam Gallagher, Paul Mac Cartney, LP, Lynyrd Skynyrd, Cat Stevens, Lenny Kravitz, Celine Dion, Hollywood Vampires, Niall Horan, Script, Anderson Paak & The Free Nationals.

In Italia certi del posticipo Francesco De Gregori, il tour europeo di Niccolò Fabi, Marracash, Ghali, Pinguini Tattici Nucleari, Mahmood, Gualazzi, Masini e Subsonica. In attesa di rinvio, tra gli altri, Tiziano Ferro, Vasco Rossi, Ultimo, Brunori Sas, Elodie, Nigiotti, Levante, Willy Peyote, Dente, Gigi D’Alessio, Anastasio, Aiello, Dardust, Gemitaiz & Madman e Grignani.

Foto Lapresse