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Speciale Halloween: 10 canzoni per una notte vintage e diversa

Ad Halloween volete stupire con una playlist diversa? Ecco dieci brani scelti appositamente per voi dal sapore vintage ma horror

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Speciale Halloween: 10 canzoni per una notte vintage e diversa
La copertina di The Monster Mash

Dieci vecchi brani meno conosciuti per la notte di Halloween

La notte tra il 31 ottobre e il primo novembre sono in molti a trovarsi a casa di amici per feste dal tema horror. È notte e la festa va avanti. Ad un certo punto arriva però il momento di cambiare la musica. La playlist che qualcuno ha messo con i classici della musica halloweeniana infatti inizia ad andare avanti da un po’ troppo ed occorre dare una svolta alla serata. Se volete quindi aprire una parentesi musicale che dia un tocco di originalità alla festa, trasportando gli ospiti come con una macchina del tempo in una piovosa notte di Halloween degli anni 50/60 ecco 10 brani, tendenzialmente poco considerati, di quegli anni.

Season of the Witch, Donovan:

Partiamo in realtà con un pezzo tutt’altro che sconosciuto. Il capolavoro psichedelico del 1966 firmato dal cantautore scozzese Donovan è uno dei brani più emblematici dei 60’s, ma non è spesso tenuto in considerazione per una serata di Halloween. Eppure il titolo è emblematico come è misterioso e teso il sound restituito delle chitarre elettriche acide e riverberate e dal tagliente organo elettrico. Sebbene le streghe a cui si riferisce Donovan hanno un carattere del tutto allegorico, la canzone si presenta benissimo all’interno di una playlist per la notte del 31 ottobre.

The Monster Mash, Bobby “Boris” Pickett:

Andiamo indietro di una manciata di anni. Siamo nel 1962 quando Bobby “Boris” Pickett registra una simpatica parodia del successo internazionale Little Darlin’ dove i protagonisti sono uno scienziato pazzo e la sua mostruosa creatura che si ritrovano alla fine in un grande ballo di mostri al cimitero. Qui il sound è direttamente debitore del Doo Wop di Little Darlin’.

Skully Gully, Bobby “Boris” Pickett:

Di nuovo l’autore di The Monster Mash alle prese con il tema Halloweeniano. La canzone, sempre del 1962, dissacra il genere inserendo l’intero immaginario di Halloween in una cornice Hully Gully, quindi sostanzialmente divertente e ballabile. La solita voce narrante bassa e incupita del cantante racconta quindi di crani, vapiri, streghe e zombie mentre la base musicale allegra e ritmata accompagna le danze.

I Put a Spell On You, Creedence Clearwater Revival

Scritta nel 1956, ma portata al successo nel 1965 da Nina Simone, diviene parte del repertorio del gruppo di San Francisco Creedence Clearwater Revival, che nel 1968 ne fa una delle versioni più affascinanti. La canzone, seppur famosa, non viene inserita che raramente in playlist per la notte del 31. Eppure l’inquietante tema di un incantesimo lanciato ad una ragazza dal fidanzato geloso, unito a sonorità restituite da particolari progressioni di accordi blues e al cantato sofferto di John Fogerty, fanno del brano un altro componente ideale per la vostra serata vintage.

Happy Halloween, John Zacherle:

Siamo nel 1962 e se Bobby “Boris” Pickett mette in scena il suo ballo mostruoso, John Zacherle ne canta di un altro, meno ironico e più pauroso. Se già musicalmente risulta inquietante il terribile urlo di donna che precede il ritornello che recita “Felice Halloween”, il testo racconta di un un terrificante ballo dell’orrore. Il protagonista invita alla festa tutte le creature più spaventevoli per ballare insieme fino alla morte. Infine, al terminare della canzone, chiede (per far si che tutti gli invitati facciano la scena) di essere ucciso per poi farsi asportare il cuore e spaccare la milza in due. Se consideriamo l’anno, il 1962, il testo si presenta tutt’altro che tipico per i tempi.

Boris The Spider, The Who:

Nel 1966 gli Who registrano una canzone che fa di una fobia molto diffusa un racconto dell’orrore a tutti gli effetti. Il protagonista è infatti aracnofobico e la presenza di un piccolo ma peloso ragno nella camera da letto lo getta nel panico. Inizia così a dare la caccia a quel “inquietante e strisciante” ragno fino ad ucciderlo. La canzone è stata stranamente fatta cantare al bassista della band, John Entwistle, il quale, con una artificiale quanto paurosa voce rauca ci getta a capofitto nella testa di un aracnofobico tormentato.

The Living Dead, Jim Burgett:

California, l’anno è il 1961, il genere è quello di un classico slow blues. Stavolta, come nel caso di Season Of The Witch, il titolo non si riferisce direttamente agli zombie propriamente detti. Per Burgett, infatti, i morti viventi non sono che quelli che vivono senza amore, questo singolare quanto appropriato accostamento fa della canzone un brano che può comporre tranquillamente una playlist per Halloween. Dopotutto chi è più spaventoso di qualcuno che non ama?

The Boogie Monster, Gnarls Barkley:

Nonostante all’ascolto la canzone sembri provenire direttamente dai primi anni 60, la canzone esce nel 2006. La calda e tagliente voce del cantante racconta di un uomo che passa la notte in bianco terrorizzato e torturato da un mostro che esce da sotto il letto e dall’armadio. Poi però capisce che c’è uno specchio e che quindi è lui ad essere il mostro e che non può morire in quanto già morto. Un vero e proprio incubo.

La canzone, direttamente dal 1958, è la presentazione che fa di sé un giovane vampiro non ancora ventenne. Dall’aspetto orrendo, fatto di squame e dal viso di un cane, il giovane vampiro chiede alla fine di farsi infilare un paletto nel petto, probabilmente per porre fine ad una vita passata a spaventare le persone.

The Monster Hop, Bert Convy:

Correva l’anno 1958. Bert Convy racconta di una misteriosa festa che avviene in una casa in cima ad una collina. Il sound è quello di un disturbato Rock ‘n’ Roll. Il protagonista della canzone, dopo aver sentito strani rumori provenire da una casa, si affaccia alla finestra per vedere cosa sia. Ebbene la scena che gli si palesa è quella di una festa a lume di candela con Frankenstein, Dracula, zombies e pipistrelli che ballano al suono di un organo suonato da…nessuno. C’è poi un cavaliere senza testa che si pettina mentre un folle stregone balla con un demone: “what a ghastly crew!” esclama alla fine il protagonista, che orribile gruppo!

 

Crediti Foto Screenshot YouTube

 

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