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TV, Sanremo 2020. Grande emozione con Paolo Palumbo e la canzone che racconta la sua vita con la SLA

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Sanremo 2020: emozione con Paolo Palumbo e "io sono Paolo", canzone sulla sua vita con la SLA

“Io sono Paolo”: al Festival di Sanremo 2020 ospite Paolo Palumbo con una canzone sulla sua storia

Momenti di emozione e commozione ala settantesima edizione del Festival di Sanremo. Nella seconda serata, durante una pausa dalla gara canora, Amadeus ha accolto sul palco dell”Ariston Paolo Palumbo; 22enne sardo affetto da SLA (Sclerosi laterale amiotrofica).

Il ragazzo aveva presentato alle selezioni di Sanremo Giovani il brano “Io sono Paolo”, superando vari step. Nonostante non sia arrivato tra gli otto finalisti delle Nuove Proposte, il conduttore e direttore artistico di Sanremo 2020 lo ha voluto fortemente come ospite per permettergli di presentare la sua canzone.

Il brano è stato scritto da Paolo e racconta proprio la sua storia. A interpretarlo Kumalibre (Cristiano Pintus, ndr) con Andrea Cutri, che per l’occasione ha diretto l’orchestra. Durante la canzone, Paolo Palumbo ha recitato qualche verso attraverso un produttore vocale sonoro che funziona grazie a un sensore ottico.

A fine esibizione ha voluto lasciare un messaggio, che ha colpito e emozionato tutti. Il ragazzo di Oristano ha raccontato come si vive con la sua malattia, che non ti permette nemmeno di canticchiare la tua canzone preferita. Ha ringraziato Amadeus per avergli dato la possibilità di far conoscere la sua canzone e la sua storia, e poi ha voluto ringraziare il fratello Rosario, a cui ha dedicato parole speciali: «È un vero eroe. Ha lasciato tutto per prendersi cura di me. Le mie incertezze sono scomparse grazie a lui e al suo sorriso».

Insomma, un momento molto toccante che ha lasciato di sasso tutta la platea sanremese del Teatro Ariston, ma di certo anche il pubblico a casa. Paolo Palumbo, prima di realizzare il sogno di partecipare a Sanremo, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano ha dichiarato: «Voglio cantare la Sla a Sanremo. Voglio essere scomodo ma efficace. Amadeus è stato coraggioso a invitarmi e lo ringrazio. Inoltre ho un sogno nel cassetto. Vorrei costruire un centro polifunzionale per l’assistenza dei disabili in una località di mare in Sardegna, dove possiamo essere seguiti e possiamo rilassarci».

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