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“Quando trovo te”, l’inesorabile declino di Francesco Renga

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La recensione: "Quando trovo te", l'inesorabile declino di Francesco Renga

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Francesco Renga scriveva la storia del rock alternativo in italiano con album pazzeschi, premonitori, anticipatori dei tempi e visionari quali “Colori che esplodono”, “Ritmo e dolore”, “Storie per vivere”, fino al capolavoro dei Timoria “Viaggio senza vento”, fuori per la storica PolyGram nell’ottobre del ’93, prodotto da Angelo Carrara, ma poi è successo che le acque non sono state più così chiare, fresche et dolci, avrebbe detto Petrarca.

Dopo la rottura con Omar Pedrini e i gloriosi Timoria infatti, artisticamente parlando Francesco Renga prende sempre più le distanze dal sound ruvido, potente e rivoluzionario di dischi che sono stati colonne portanti del rock in italiano quali “2020 SpeedBall” – il più profetico di tutti – ed “Eta Beta”, quest’ultimo fuori nel ’97 e che segna, di fatto, la fine dell’esperienza di Renga con i Timoria, non prima di averli salutati definitivamente l’anno dopo cantando dei brani inediti per la raccolta “Senzatempo (dieci anni)”.

Renga solista lo conosciamo quindi dal 2002, quando si aggiudica l’ottava posizione all’Ariston con il brano “Tracce di te”, toccante omaggio alla madre scomparsa ed acuta riflessione sul terrore di perdere il ricordo delle persone care, ma certo, l’asse 2002-2021, che l’ha visto protagonista dell’ultima edizione del Festival di Sanremo col brano “Quando trovo te”, seppur con qualche notevolissima eccezione (“Dove il mondo non c’è più”, “Ci sarai”, “La tua bellezza”, “Angelo”, “Cambio direzione”, “Un giorno bellissimo” e diverse altre), che l’ha consacrato, e a ragione, nell’olimpo dei rappresentanti più esimi del pop italiano, avrà sconvolto più di qualche ascoltatore, fan dei Timoria per primi.

“Quando trovo te”, ultimo singolo sanremese del cantante udinese e bresciano d’adozione, scritto assieme a Roberto Casalino e Dardust, è la sintesi perfetta del declino inesorabile di un talento sempre più inespresso ed indubbiamente sprecato, che presta la voce ad un pop sconnesso che poggia le sue traballanti basi su un sound altrettanto incerto e testi confusi, dei quali si fa fatica a concepire una direzione. Nonostante il nostro non abbia certo perso smalto, vocalmente parlando, è quasi una sofferenza vedere, anzi, ascoltare, una simile ugola perdersi in un cantato urlato, melenso e privo di qualsivoglia identità, sebbene “Quando trovo te” non sia stato il pezzo peggiore della kermesse di quest’anno, necessitando comunque di più di qualche ascolto. L’augurio pertanto è che l’ex Timoria, pur avendo esplicitato, da un paio di decadi oramai, la sua dichiarazione d’intenti artistica, ritrovi la bussola o quantomeno un guizzo, un’ispirazione, un barlume di quella luccicanza di kubrickiana memoria che non ci faccia rimpiangere il passato rock del nostro così tanto.

VOTO: 5/10

AGGETTIVO: INSULSO 

ARTISTA: FRANCESCO RENGA

SINGOLO: QUANDO TROVO TE

ANNO: 2021

ETICHETTA: SONY

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