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Nuove uscite

Claudia Cantisani, la cantautrice jazz che sboccia allo sfiorir di un amore. “L’affare di famiglia” è il nuovo singolo

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La gestione di un amore forse mai nato è “L’affare di famiglia” che canta l’artista jazz Claudia Cantisani. Il brano esce come singolo e video.

Nel giardino del jazz italiano femminile torna a fiorire Claudia Cantisani. La cantautrice e vocalist laziale dalla cifra stilistica solida, sintesi di un innesto tra cultura jazz e leggerezza, ritorna attiva sul mercato discografico con un nuovo singolo, intitolato “L’affare di famiglia”.

Nel brano, pubblicato per La Stanza Nascosta Records, sposta il focus sulle dinamiche di una coppia qualunque, strizzando l’occhio a Lelio Luttazzi, maestro d’ironia ed eleganza. Protagonista della finestra di fronte, in cui sbircia la Cantisani, è un triangolo amoroso vissuto male: lui, lei e l’altra (Giuseppina), che spegne i colori di un amore-non amore.

“L’affare di famiglia” viaggia verso le posizioni più alte della prossima OA Plus Italian Chart, la week parade che è sigillo di alta qualità musicale.

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 SINGOLO

In radio e su tutte le piattaforme digitali dal 27 novembre il singolo L’affare di famiglia della vocalist e autrice Claudia Cantisani, apripista del nuovo album Sabrina sul petrolio, terzo lavoro in studio dell’artista, di prossima uscita per La Stanza Nascosta Records. In anteprima esclusiva su Rai News 24, inoltre, Il videoclip ufficiale del brano, per la regia di Irene Franchi.

L’ormai collaudata coppia Cantisani- Del Vecchio, aggiunge un altro tassello al suo zibaldone pop-jazz, firmando un brano deliziosamente rétro. Piccole miserie della vita coniugale, per dirla con Balzac, tradotte felicemente in forma canzone con visionario realismo.

Colonna sonora ideale degli speakeasy moderni, L’Affare di famiglia sembra restituire, nelle strofe, le suggestioni sonore dei Roaring Twenties, accentuando nel ritornello la contiguità con l’italiana canzone jazzata (la definizione è di Pierluigi Siciliani) degli anni ’30, ’40. Il rimando è, in particolare, all’ironica levità delle più riuscite composizioni di Chiosso- Luttazzi.

Viene in mente la massima tolstojana Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo ad entrare, da spettatori, in questo affare di famiglia; un avventuroso naufragio domestico sotto i marosi violenti dell’idealizzazione.

L’intonazione, l’emissione vocale, il vibrato e il fraseggio jazzistico di Claudia Cantisani vestono con maestria un triangolo amoroso atipico, che si nutre dell’assenza più acuta presenza della procace Giuseppina, amore mai dimenticato.

Una partitura a tratti grottesca che mette a nudo le nostre povere, legittime (?) curiosità, sottende bagliori di riprovazione e, infine, sembra sospendere il giudizio sulla commedia umana di ciclici rimpianti e quotidiana, semiseria claustrofobia.

VIDEO

Il brano è accompagnato dal videoclip ufficiale, ideato e diretto da Irene Franchi e girato presso lo studio di Rosignano Solvay (LI) dello scultore e pittore Franco Mauro Franchi, che ha curato, insieme all’architetto Francesco Caramella, anche le scenografie.

L’attrice, Adelaide Palmieri (già vista in Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo), e Claudia Cantisani indossano, rispettivamente, un ciondolo e una spilla realizzati ad hoc dall’artigiana e artista Ljuba Spreafico (La fabbrica della parole) con la tecnica della cancellatura, mutuata da Emilio Isgrò. La Spreaficoartista di Lecco naturalizzata sarda, racconta: “Ho voluto sottrarre al cosiddetto furore cancellatorio parole che rimandassero alla rete di aspettative e pretese che intrappola spesso il rapporto di coppia”.

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DICHIARAZIONI

Claudia Cantisani e Felice Del Vecchio sintetizzano così il nuovo singolo:

“Siamo come il gatto e la volpe: a noi piace farci gli affari degli altri! E gli affari più ricchi di sfumature sono sempre le beghe di famiglia o di coppia in cui puntualmente compare una Giuseppina, simbolo di un desiderio abbandonato o mai realizzato. Il buffo è che, quasi sempre, Giuseppina, in quanto sogno inarrivabile, finisce per essere pensata come una dea, ma nella realtà è diventata solo una sciatta, apatica e anonima casalinga con le ciabatte fucsia col pelo! Torna ne “L’affare di famiglia” il quinto piano come osservatorio poetico sul quotidiano, occhio vigile sul mondo: un universo (poco importa se paesano o cittadino) che si fa teatro di beghe, impicci, architetture esistenziali sgangherate e contraddittorie, drammi e opere buffe. Sono le umane faccende ad appassionarci, ad animare tutte le storie che abbiamo raccontato, raccontiamo e racconteremo”.

Anche la regista Irene Franchi commenta il lavoro svolto:

“Ho pensato, fin dal primo ascolto de “L’Affare di famiglia”, di sfruttare, per la sua trasposizione visiva, le dualità sulle quali il brano innegabilmente è giocato. A livello sonoro, alla ritmica solare fa da contraltare un testo che sento molto intimo e delicato per la tematica affrontata, quella delle contorte dinamiche intrafamiliari, così come un dualismo (inteso come antagonismo ma anche, in un certo senso, come complementarietà) esiste tra le figure femminili de L’affare. A livello di impianto scenico questa chiave di lettura si è tradotta nella realizzazione di una pedana rotante che accompagna in modo fluido i cambi scena, scandendo un’alternanza così prossima tra le due figure femminili (la moglie e Giuseppina) da rappresentare metaforicamente quasi una compresenza (una fisica e l’altra a livello di ideazione idealizzante) nella quotidianità del marito. Ho voluto creare due ambienti uguali e speculari, funzionali alla realizzazione di una cornice di interazione tra le due donne, separate ma contigue, rivali ma forse, in qualche modo, complici.

Ho voluto suggerire che Claudia Cantisani potesse essere narratore e oggetto della narrazione, in una coincidenza significativa tra io narrante e io narrato. La figura maschile è, a mio modo di vedere, carnefice ma anche succube di una situazione della quale crede di tenere solidamente le redini, ma che la sovrasta e la esautora. Ho voluto enfatizzare il ruolo della finestra, confine e soglia, ingresso e limite, affaccio privilegiato su una realtà domestica che si rivela spoglia dei suoi attori, abitazione dismessa che delude l’aspettativa dello spettatore di indagare le scene di un dramma che si svolge, in realtà, al di fuori del plastico domestico, in maniera ben più autentica. Le dimensioni ridotte del plastico della casa consentono di conferire alle singole inquadrature specifiche valenze espressive, in un avvicendarsi suggestivo di diversi piani che si fa portatore di un complesso ventaglio di sfumature, rimandi allusivi e ineliminabili ambiguità.

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BIOGRAFIA

Claudia Cantisani, vocalist e compositrice jazz, laziale di nascita ma lucana d’adozione, vanta una formazione classica, culminata nel 2009 col diploma in Canto Lirico. Approfondisce lo studio della scrittura al C.E.T. (Centro europeo di Toscolano) di Mogol, dove si diploma nel 2010 (corso Autori). Perfeziona la vocalità jazz attraverso lo studio della tecnica americana Vocal Power di Elisabeth Howard, di cui è Insegnante Certificata.

Dopo Storie d’amore non troppo riuscite (Crocevia di Suoni Records, 2013) Claudia Cantisani torna sulla scena musicale con Non inizia bene neanche questo weekend (La Stanza Nascosta Records): un album scintillante, in cui sembrano convivere alchemicamente ricercatezza testuale e immediatezza evocativa, retrospettiva nostalgica e lungimiranza, spleen e leggerezza. Il physique du rôle e lo smalto vocale della Cantisani vestono nove pezzi (più-a chiusura del disco- una reprise corale de Il mio vecchio coupè) dalla forte vis cinematografica, magistralmente arrangiati da Felice Del Vecchio, che è anche coautore dei brani (unica eccezione Dimenticare il flamenco, firmata da Marcello Barillà).

Del 2007 sono l’esperienza Castrocaro e la collaborazione artistica con Jo Amoruso per la presentazione di un inedito al Festival di Sanremo 2008. Nel 2008 è stata insignita del riconoscimento Artista emergente nel corso del Roccaling festival. Nel 2009 ha vinto il Premio 29 settembre, rassegna per emergenti dedicata a Lucio Battisti, patrocinata dal Comune di Napoli e organizzata dalla Cgd Music & Company. Nel 2014 e nel 2018 Giancarlo Bastianelli la vuole come ospite nella rubrica Jazz Meeting (Tgcom24). Tra le esperienze televisive più significative si ricordano: la trasmissione di Rai 1 Effetto sabato (edizione 2009), la trasmissione di Rai 2 Mezzogiorno in famiglia del 2011, con l’orchestra diretta dal Maestro Mazza e la trasmissione di Rai Radio 1 StereoNotte 2019.

La Cantisani vanta un’intensa attività concertistica. Trai principali teatri, sale concerto e festival jazz che l’hanno ospitata: Teatro F. Stabile (Potenza) 2008, Teatro Armida (Sorrento) 2008, Auditorium Casalinuovo guest star Joe Amoruso (Catanzaro) 2008, Auditorium Bianca D’Aponte opening act Momo Aversa (CE) 2009, Museo Madre (Napoli) 2009, Around-Midnihgt (Napoli) 2009, Palafiori per Casa Sanremo (Sanremo) 2010, Hotel Londra per Casa Sanremo (Sanremo) 2011, Argojazz Marina di Pisticci (MT) 2011, Festival Suoni nel Basento (Potenza) 2013, Festival Blues in town Policoro (MT) 2013, Blue Note Milano 2014, Alexanderplatz Roma 2015, Teatro Principe di Piemonte (Potenza) 2015, Bravo Caffè (Bologna) 2015, Val Tidone Jazz Festival (Piacenza) 2016, Doctor Jazz Mios Festival (Lecce) 2017, Biella Festival 2017, Blue Note Milano 2018, 2019 e 2020,Gavazzana Blues Festival (Alessandia) 2018, Premio Spazio D’Autore (San Gimignano) 2018, Rassegna Canzone d’Autore,(Catanzaro) 2019 .

Cantisani tratta la materia sonora con libertà, trasfondendola – parafrasando Sergio Caputo – in un felicissimo Pop, jazz and love, che vive di incastri perfetti tra ricerca lessicale e melodia catchy, allure rétro e nuova modernità.

Immune dall’estetica patinata di certo jazz al femminile – stucchevole nell’esasperazione virtuosistica – la vocalità ludica ed evocativa di Claudia Cantisani, antidiva per eccellenza, disegna, con padronanza e ironia, scenari di irresistibile, autentica levità, intrisi di disimpegno solo apparente e citazionismo dichiarato, vagheggiamento passatista e sberleffo giocoso.

CREDITI 

VIDEO

Ideato e diretto da Irene Franchi

Scenografie: Francesco Caramella e Franco Mauro Franchi

Ripresa e montaggio: Irene Franchi

Con la partecipazione di Adelaide Palmieri

Si ringraziano Ilaria Franchi, Aurora D’Avanzo e Marco Mancini

Sponsor:

Vini Corona Ruia / Società Agricola Tenute Mereu Srl

La Fabbrica delle Parole di Ljuba Spreafico

SINGOLO

Testo di Claudia Cantisani e Felice Del Vecchio

Musica e arrangiamento di Felice Del Vecchio

Tony Arco, drums

Caterina Crucitti, bass

Sergio Orlandi ,trumpet

Felice Del Vecchio, piano e organo Hammond

Registrato e mixato presso Artesuono Recording Studios Cavalicco (Udine) Italy

Etichetta: La Stanza Nascosta Records

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