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Musica Italiana, Recensioni. “La mia stanza segreta”, l’elegante esordio discografico di Valentina Gullace

Pubblicato

5 anni fa

19 Gennaio 2020

La cantautrice calabrese è al suo disco d’esordio. A fare da tema di fondo in quasi tutti i pezzi c’è l’amore in ogni sua sfaccettatura

Teatri, jazz club, caffè concerto, ma anche la tv con la partecipazione ad “All together now” nel muro dei giudici: questa la variegata esperienza di Valentina Gullace, cantautrice calabrese al suo disco d’esordio. Un background che rientra tutto nel suo primo prodotto discografico “La mia stanza segreta“, che si muove sul filo del jazz – declinato in tutte le sue forme – intrecciandosi con sonorità più prettamente pop (e la title track potrebbe essere un esempio in tal senso) senza dimenticare l’R’N’B. Un disco molto “americano”, perché le influenze musicali che ne hanno portato alla scrittura vengono proprio da oltreoceano.

In genere gli arrangiamenti sono molto curati e raffinati, così come le atmosfere di alcune canzoni: il disco è frutto di un lavoro durato anni, in cui la cantautrice ha raccolto tanto materiale (“Per sempre” è stata scritta e composta otto anni fa) fra cui poi ha pescato nel comporre la. A fare da tema di fondo in quasi tutti i pezzi c’è l’amore in ogni sua sfaccettatura: la costruzione di una relazione (“Resta qui“, in duetto con l’attore Marco Stabile), la delusione per un amore perduto (“Winter“, uno dei tre pezzi in inglese), il prendere con ironia e sdrammatizzare le delusioni che questo sentimento spesso ci riserva (“La responsabilità di te“).

Un disco elegante e ben confezionato, che nei jazz club o nei teatri può trovare la perfetta consacrazione live, soddisfacendo il palato degli amanti del genere.