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Priestess: “Brava”, un album che non riesce a trovare la sua strada

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La femcee Alessandra Prete è una delle voci e delle artiste più interessanti del panorama italiano. Accostata dalla critica a Rihanna (per la capacità di passare dall’R&B al rap rimanendo sempre riconoscibile) e dal pubblico a Fishball (l’esordio discografico è dello stesso periodo), Priestess fonde un approccio conscious di tipo femminista all’immagine e alla movenze di una trap girl che sta flexando. Collaborazioni con tutti i big della scena rap&dintorni nostrana (da Miss Keta a Madman), voce molto calda e riconoscibile, cifra stilistica originale, look elegante e stranamente casto, Priestess sembra (con Madame) fatta per sbancare nel trap game tricolore. Invece come Madame si assesta su un numero discreto di views, che moltiplica x10 in occasione di singolo con video, senza tuttavia sfondare la soglia psicologica dei 5 milioni (spesso non arrivando nemmeno al milione), quella che ti trasforma da ascoltato a potenziale big.

Recensire “Brava” non è semplice. E’ un album di un’artista scissa fra due mondi: un R&B/New Soul a cui tenderebbe per qualità vocali e gusti, e il rap/trap in cui si è incasellata avendo firmato per Tanta Roba e che le riesce oggettivamente bene, anche se scalcia per uscirne appena può. Sentirla cantare con l’autotune bene in evidenza come una Fishball qualunque (ad esempio in “Brigitte”) amplifica a dismisura la sensazione: su di lei questo marchio obbligatorio della trap è dannoso.
Partiamo proprio dal singolo Brigitte per capire l’album: base a là Lana del Rey, testo diviso fra stilemi Trap e intimismo pop, autotune marcata che si spegne all’improvviso per lasciare Priestess giocare con la voce, è un singolo interlocutorio che sintetizza bene il mood dell’album, che vorrebbe essere una fusione fra Trap e Pop più raffinato ma finisce per essere un miscuglio che non va da nessuna parte. Paradossalmente quando Priestess decide di dedicarsi ad un genere solo, il risultato è molto migliore: “Crudelia” è un ultraclassico brano trap dalla base funzionale ad un flow che si fa esplosivo nel ritornello.
“Chef” in collaborazione con Madman e “Verde” con Gemitaiz sono brani di routine, in cui l’apporto dei due rapper è del tutto trascurabile.
Bisogna giungere all’altro singolo “Fata Morgana” per risollevare i troppi esercizi di stile appena sopra la sufficienza (“Xoxo”, “Andromeda” e via elencado) che infarciscono l’album: base elettro pop anni ’80, voce devastata dall’autotune, testo un po’ sopra la media abbastanza trascurata dell’album, “Fata Morgana” non è una canzone tormentone, non è neanche una perla, però si lascia ascoltare in scioltezza e ti fa venir voglia di riascoltarla subito dopo.

Non c’è molto altro da aggiungere: “Brava” è un album appena sopra la sufficienza di un’artista potenzialmente unica del panorama rap/trap tricolore, dove forse il problema è proprio l’averla voluta piazzare commercialmente in quel settore, quando lei avrebbe pulsioni e attitudini più complesse della Trap Girl. Giustamente l’album non ha fatto il botto, limitandosi a mantenere in circolazione il nome: l’album della consacrazione e i singoli scala classifica arriveranno, i numeri ci sono tutti.

VOTO: 6/10

AGGETTIVO: INDECISO


TRACKLIST

  1. Brava (prod. Ombra)
  2. Brigitte (prod. PK)
  3. Crudelia (prod. Kang Brulèe)
  4. XOXO (prod. Kang Brulèe)
  5. Andromeda (prod. Polezsky – Kang Brulèe)
  6. Chef feat. MadMan (prod. Ombra – Kang Brulèe)
  7. Verde feat. Gemitaiz (prod. Ombra – Polezsky)
  8. Maria (prod. Dub.IO)
  9. Monna Lisa (prod. Ombra – Dub.IO – PK)
  10. Alice (prod. Dub.IO – Kang Brulèe – Polezsky)
  11. Eva (prod. Pherro)
  12. Eco (prod. Ombra – Seiltänzer)
  13. Fata Morgana (prod. Ombra – Dub.IO – Kang Brulèe)
    14. Betty (prod. Ombra – Dub.IO – Kang Brulèe – Polezsky)

    ALBUM: BRAVA

    ARTISTA: PRIESTESS

    ANNO: 2019

    ETICHETTA: UNIVERSAL RECORDS

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