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Musica internazionale

Lewis Capaldi “divinamente non ispirato” nel suo album d’esordio

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“Divinely Uninspired to a Hellish Extent” è l’album di debutto del cantautore scozzese Lewis Capaldi, noto in patria per la verve comica che mostra sui social. Tuttavia, la sua musica, che consiste principalmente di ballate per piano sentimentali, è in netto contrasto con il suo personaggio pubblico, il che forse aumenta il fascino che circonda l’artista.

Questo contrasto sembra stia ripagando gli sforzi di Capaldi, comodamente in cima alle chart di mezzo mondo con “Someone You Loved”: scritto e pensato dalle prime note per arrivare in cima e rimanerci, il brano è una ballata di pianoforte obliqua dai tipici temi da “fine di un amore” .

L’album prende il via con “Grace”, una traccia d’apertura dal piglio ottimista che mantiene l’intensità emotiva, dominata dalla voce impetuosa di Capaldi, vera nota dominante di tutto l’album. Quello che stupisce è l’immediato seguito: la traccia successiva “Bruises” è praticamente identica, quasi scritta col pilota automatico e orbitante intorno gli stessi temi: il mal di cuore e la fine di una relazione a lungo termine.

“Hold Me While You Wait” è un’altra ballata di piano, che si sviluppa in un crescendo doloroso ai contemporanei Tom Walker, Sam Fender o Tom Grennan, nel frattempo la traccia “Maybe” è una ballata uptempo e sbarazzina per chitarra acustica, godibile intermezzo che ci riporta “su” e ci fa fermare il pianto per qualche minuto. Non dura a lungo, però.

“Forever” promette “nessun rimpianto” tra le sue note di pianoforte lacrimanti, mentre “One” trova Lewis Capaldi dimorare ancora una volta sull’amore perduto, sulle relazioni spinte e distrutte da difetti interiori.

Ma non c’è bisogno di analizzare traccia per traccia perché – qui il vero problema del disco – tutto tende a suonare uguale, canonico e da manuale.

Nel complesso, “Divine Uninspired to a Hellish Extent” ha la sventura di essere all’altezza del suo nome, poiché nonostante sia ben prodotto, ben intenzionato e ben suonato, non è altro che ripetitivo nella sua esposizione sentimentale per pianoforte.

Curioso che un personaggio apparentemente istrionico e carismatico come Lewis Capaldi si sia ripiegato su di un lavoro così impersonale, quasi un “obbligo” nei confronti del mercato. Il che non ha impedito a Capaldi di diventare – volente o nolente – una star internazionale, si intende.

VOTO: 5/10

AGGETTIVO: RIPETITIVO

TRACKLIST:

  1. Grace
  2. Bruises
  3. Hold Me While You Wait
  4. Someone You Loved
  5. Maybe
  6. One
  7. Don’t Get Me Wrong
  8. Hollywood
  9. Lost on You
  10. Fade
  11. Headspace

ALBUM: DIVINELY UNINSPIRED TO A HELLISH EXTENT

ARTISTA: LEWIS CAPALDI

ANNO: 2019

ETICHETTA: VERTIGO/UNIVERSAL/CAPITOL

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