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Il viaggio spettrale di FKA Twigs in Magdalene

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La cantautrice britannica FKA Twigs ha pubblicato l’8 novembre scorso “Magdalene”, secondo disco in studio dopo l’esordio di “LP1” datato 2014

MAGDALENE | LA RECENSIONE

Alla Galleria Palatina di Palazzi Pitti in Firenze è conservata un’opera a dir poco meravigliosa, la Maddalena Penitente, realizzata da Tiziano intorno al 1530-1535. Il dipinto si distingue dagli altri del periodo per il suo accennato erotismo. La donna è infatti raffigurata con dei capelli lunghi ma che tuttavia non coprono il seno, lasciato integralmente in vista: lo sguardo verso l’alto rappresenta la devozione a Dio, la nudità invece purezza e sincerità: un’anima candida non può infatti provare alcun timore di fronte all’immensità del Signore. È una Maddalena martoriata ed acida invece quella di FKA Twigs, cantautrice britannica che l’8 novembre ha rilasciato appunto “Magdalene“, secondo disco in studio per Young Turks dopo l’esordio di “LP1” datato 2014.

Un album che racconta il dolore, piombato ferocemente nella vita dell’artista per due motivazioni differenti: la separazione sentimentale con l’attore Robert Pattinson e un periodo certamente non facile dettato dalla rimozione di sei fibromi all’utero. Un percorso fatto di silenzi, spazi vuoti, smarrimenti ma anche di rifioritura, di risvegli e riflessione.

A differenza del lavoro d’esordio, “Magdalene” prende più respiro con frammenti di linee melodiche orecchiabili e cantabili. Ma non è una svolta pop. Stiamo parlando infatti del dolore, attore protagonista della produzione, che a volte è difficilissimo da comprendere, altre volte certamente più accessibile, conturbante e avvolgente arricchito dai beat impazziti orchestrati da Skrillex, Nicholas Jaar, Korelees e Noah Godstein, che sbattono da un capo e l’altro del nostro cervello creando, anziché confusione, una sensazione di stasi.

Thounsand eyes” è la porta dell’oscurità che conduce l’ascoltatore all’interno della fine della relazione con Pattinson in un coro a cappella dagli accenti medioevali angosciante: “Farà freddo senza quegli occhi“, ripete in maniera ossessiva Twigs nella coda di un brano che si collega ai successivi due capitoli, “Home with you” e la splendida “Sad Days“. La prima è una riflessione a voce alta (“Non sapevo che fossi solo, Se solo me l’avessi detto, sarei a casa con te“) dai toni cupi (“Quando provo a immaginare, Vedo tutto nero, gettami a terra, ancora per un po‘”) con una intro distorta e un outro che rimanda in modo evidente alle pagine della musica contemporanea novecentesca, la seconda, vero e proprio gioiello degli ultimi anni, affronta il progressivo allontanamento che porta all’epilogo di un rapporto sentimentale.

Il pezzo, di una stordente malinconia, si appoggia su un ritornello melodicamente immediato che si infrange su spasmi elettronici creando un’atmosfera sospesa e più quadrata, quadrata come la successiva “Holy Terrain“, il singolo fortunatissimo che vanta la partecipazione di Future: inizia il lento percorso di riflessione: la cantante cerca un nuovo uomo, che nel brano è proprio il rapper, distrutto ma pronto a ricomporre i cocci della propria esistenza per poter amare veramente e nuovamente, il tutto in un beat fortemente hip hop più caro a Future in cui la nostra si muove avviluppando i suoni della produzione con eleganza.

Mary Magdalene“, fulcro dell’intero progetto, gioca sull’erotismo religioso che accennavamo poc’anzi: a causa di una lettura errata di Papa Gregorio I nel 581, Maddalena fu percepita per un lasso di tempo molto ampio come peccatrice. In questo episodio la nativa di Cheltenham prende spunto da questa storia cantando, in suoni sintetici e a tinte forti (“ho la febbre per il fuoco vero come Maria Maddalena, Creatura del desiderio“), la propria indipendenza e il bisogno di cura verso te stessa; il pezzo precede l’isterica “Fallen allen“, urlo lacerante sulla difficoltà di sentirsi estranea alla società, definendosi, appunto un alieno caduto in mondo pregno di pregiudizi, luoghi comuni e chiacchiericcio. Negli ultimi tre passaggi si scorge la consapevolezza con “Mirrored heart“, “Daybed” e l’ultima “Cellophane“, materiale di imballaggio utilizzato come metafora per definire i sentimenti della sua relazione, ben rappresentato nell’iconica performance dell’artista al Jimmy Fallon Show.

Magdalene non è un cammino di riabilitazione, nè un album per esorcizzare il malessere ma, semplicemente, il resoconto di un periodo tetro reso, come spesso accade con i migliori artisti, in un vero e proprio capolavoro degli anni zero. Irresistibile.

VOTO: 10/10

AGGETTIVO: IRRESISTIBILE

TRACKLIST:

1. Thousand eyes
2. Home with you
3. Sad day
4. Holy terrain
5. Mary Magdalene
6. Fallen alien
7. Mirrored heart
8. Daybed
9. Cellophane

ALBUM: MAGDALENE

ARTISTA: FKA TWIGS

ANNO: 2019

ETICHETTA: YOUNG TURKS RECORD

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