Seguici su

Interviste

Musica Internazionale, Intervista. Ora vive bailando l’ex tastierista session-man dei Lunapop, Augusto Cuda (Kuda)

Pubblicato

il

Kuda dopo un passato nel gruppo di Cremonini, ora ha trovato il successo in Sudamerica

Ex tastierista session-man dei Lunapop, ora cantautore di successo in Sud America, Augusto Cuda, in arte Kuda, calabrese, classe 1976, ha sempre avuto la passione per la musica sin dalla tenera età. Difatti la sua adolescenza lo vede già come componente di varie band come cantante frontman e tastierista, sino poi a spiccare il volo nel giugno 2000, quando viene ingaggiato come tastierista session-man dai Lunapop, gruppo pop di grande successo che per 3 anni ha dominato le classifiche della musica italiana.

Contemporaneamente, Kuda si dedica alle sue composizioni, grazie alle quali, nel 2003 riesce a dare il via alla sua carriera da cantante solista, partecipando a vari eventi musicali, radiofonici e televisivi, tra cui il “Tim Tour 2003”, il “Tour di Radio Bruno Estate”, “Moda Mare Circeo” su Rai Due ed altri eventi di rilevanza nazionale.

Nel 2004 esce “Querida”, brano dal testo vivace che propone sonorità con richiami sudamericani ritmici e accattivanti. La canzone è accompagnata da un originalissimo video girato a Cuba con la regia di Gianni Costantino e Robert Sidoli.

Nel 2012 è uscito nei digital stores il primo disco “Papagust” contenente 9 canzoni.

Il 6 agosto 2015 Kuda ricorda i 70 anni della bomba su Hiroshima con la pubblicazione del videoclip “Vamos a la playa“, un rifacimento in chiave Lounge del famosissimo brano dei Righeira.

Nel 2016, guidato dalla sua grande passione per la musica sudamericana, inizia un nuovo progetto in stile reggaeton con il singolo “Vive Bailando”, in lingua spagnola, posizionandosi in alto nelle classifiche radiofoniche spagnole ed europee.

Nel 2017 inizia la sua collaborazione artistica con Ramilson Maia DJ (Kaleidoskopio) da cui nasce “Boca Loca”, brano e video interamente realizzati in brasile.

Tastierista session-man del famoso gruppo pop italiano, Lunapop. Poi, dai colli bolognesi sei partito per il sud America, una sorta di taglio del cordone ombelicale?

Come diceva qualcuno …. “per cambiare qualcosa, devi cambiare qualcosa”. Ad un certo punto della mia vita ho sentito l’esigenza interiore di fare qualcosa di diverso, che mi facesse confrontate con altre culture, con un pubblico diverso. Una sorta di sfida con me stesso.

E non è stata l’unica volta in cui hai cambiato “Direzione”. Nel 2010 l’esclusine della tua canzone a sfondo politico dal Festival di Sanremo e anche l’anno prima la tua “Lei”, nonostante il gradimento del pubblico, non è riuscita a portarti su quel palco. La “città dei fiori” non era ancora pronta a Kuda?

Ho provato due volte di seguito a fare le selezioni per Sanremo ma, nonostante i voti del pubblico in internet e dei pareri favorevoli di alcuni membri della commissione artistica, qualcosa non ha funzionato. Ed è quel qualcosa che ti da la forza di rimboccarti le maniche e andare fuori, dove per fortuna sono riuscito a ritagliarmi il mio spazio al di fuori dei talent show e delle lobby discografiche.

Cantautore molto apprezzato in America latina, quali sono i temi “principe” delle tue canzoni e dove trovi ispirazione per i tuoi testi?

I temi che tratto nelle mie canzoni sono quasi sempre fotografie di pezzi di vita, sia a sfondo amoroso che sociale, cose che mi toccano dentro. Trovo l’ispirazione negli occhi della gente, nelle parole di quelle persone che incontri in un posto qualsiasi. Nei silenzi di chi vorrebbe dirti tante cose ma non saprebbe da dove iniziare.

Raccontami di te, dalla cameretta di un bimbo pieno di sogni, come sei finito su un palcoscenico?

Un bambino come tanti che, all’età di 6 anni, al posto di guardare i cartoni animati, s’innamora di una piccola tastiera e ne fa la sua compagna di vita. Nella mia cameretta sognavo ad occhi aperti il pubblico, il palcoscenico, il mondo. E un giorno d’inizio estate del 1999, l’incontro casuale con i Lunapop mi aprì le porte. E da quel momento   la grande passione si trasformò anche in lavoro. Un connubio che risposerei mille volte ancora.

La tua vita si svolge a metà tra Italia ed il Brasile. Si fa fatica a staccare dalle origini? hai mantenuto i vecchi amici? raccontaci come vivi quando sei qui in Italia.

È da tre anni che vivo tra l’Italia e il Brasile per la realizzazione di un nuovo progetto Funk in lingua portoghese. Devo ammettere che non è stato assolutamente facile soprattutto all’inizio quando non conoscevo né la lingua né la cultura del posto. Prima di iniziare a scrivere canzoni in lingua portoghese ho dovuto ascoltare tantissima musica e vivere in mezzo alla gente del posto. Quando sono a Bologna cerco di passare del tempo con gli amici di sempre e frequento regolarmente i locali dove ho passato tante notti della mia vita. In questo periodo dedico molto tempo al mio nipotino che a soli 3 anni e mezzo è già un promettente batterista. Buon sangue non mente? Chissà!!

Un contratto importante con la Warner Musica Brasil e con la KondZilla. Cosa cambierà questo nella tua vita professionale?

Dopo anni di sacrifici, a maggio è arrivato un contratto per il primo singolo in lingua portoghese con Warner Musica Brasil e, da pochissimo, per un secondo singolo con la più grossa etichetta brasiliana KondZilla, entrambi in uscita nel 2020. Tutto questo dovrebbe cambiare completamente il mio mercato discografico sia in Sud America che in Europa. Non ci resta che attendere ancora qualche mese.

E noi restiamo in attesa con lui.

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra PAGINA OA PLUS

Clicca qui per iscriverti al nostro GRUPPO OA PLUS