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Interviste

MEI, Rubrica. #NEWMUSICTHURSDAY di Marta Scaccabarozzi. OUT OF THE EDGE

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Di Marta Scaccabarozzi

INTERVISTA AD OUT OF THE EDGE: “SUONIAMO PROG PERCHÉ NON CI PONIAMO LIMITI!” 

Il prog rock è un genere “vecchio”? Assolutamente no! Ce lo dimostra il progetto Out Of The Edge, giovane formazione lombarda capitanata da Luca Stasi, che abbiamo incontrato per un’intervista esclusiva in occasione della pubblicazione del nuovo singolo “Rise another day”.

1 – Ciao ragazzi e benvenuti sul sito del MEI. Vi definiti “un progetto prog rock” e non una band. Ci spiegate il perché di questa scelta comunicativa e cosa vi rende diversi da una “semplice” formazione musicale?

Ciao, grazie per l’accoglienza e la disponibilità nel permetterci di parlare del nostro progetto. Sono Luca, compositore e batterista degli Out Of The Edge.

Esatto, ci definiamo “progetto” e non “band”: il motivo è semplice in realtà. Il tutto è dovuto al fatto che gli Out Of The Edge nascono dalla mia esigenza di esprimere attraverso la musica determinate emozioni, sentimenti e pensieri che fanno parte della mia vita. Ho infatti iniziato a comporre autonomamente i primi brani del progetto, che sono poi andati a comporre il nostro primo lavoro in studio “BIRTH”. E’ stato proprio quando è arrivato il momento di incidere questi brani che il progetto ha preso forma.

Mi sono infatti rivolto ad amici e conoscenze che avevo nell’ambito musicale per formare una band che potesse portare avanti questo progetto sia da un punto di vista di lavoro in studio, sia da un punto di vista live.

C’è anche da aggiungere che il nostro nome “Out Of The Edge” vuole trasmettere una nostra volontà di mantenerci “fuori dai confini” di un genere musicale preciso, lasciandoci la libertà di spaziare molto tra ambienti sonori, messaggi e lavoro di scrittura e composizione diversi da brano a brano.

 

2 – Lo scorso 8 novembre è uscito il vostro nuovo singolo “Rise another day”. Il brano, che abbiamo ascoltato con piacere, è decisamente bello, interessante e tecnicamente impeccabile. Come è nato?

Rise Another Day è nato in modo molto particolare. Avevo l’esigenza di scrivere qualcosa, ma non sapevo bene cosa: non sapevo di cosa avrei voluto parlare o cosa avrei voluto trasmettere. Inoltre mi trovavo in un momento molto denso di impegni, per cui, per obbligarmi a comporre, un giorno ho prenotato i fantastici RecLab Studios di Larsen Premoli per il mese successivo.

Non avevo idea di cosa saremmo andati a registrare e quando l’ho detto ai miei compagni di avventure Out Of The Edge non sapevano se ridere o piangere, ma alla fine hanno avuto fiducia in me! Così ho iniziato e mi sono reso conto che la necessità che avevo era quella di scrivere un brano diretto, senza fronzoli, aggressivo, ma al contempo delicato in alcuni punti. Insomma, come al solito ho pensato poco e mi sono fatto travolgere dalle emozioni.

 

3 – Ad accompagnare la canzone, un video clip ufficiale molto particolare. Nel comunicato di presentazione dite che è il trailer di un cortometraggio al quale state lavorando. Cosa significa esattamente?

Esatto, è proprio così. Stiamo lavorando ad un progetto a mio parere molto ambizioso: stiamo infatti producendo un cortometraggio la cui storia è ideata interamente da noi con l’idea di comporne poi la colonna sonora originale: questa Soundtrack andrà così a far parte del nostro nuovo album.

Abbiamo deciso di lavorare ad un progetto così nuovo e diverso dal solito perché non ci piace stare seduti comodi, ma stimolarci con idee ambiziose. Inoltre c’è da dire che questo tipo di lavoro è in perfetto stile Out Of The Edge: infatti comporre un album come colonna sonora ci potrà permettere di lavorare i nostri brani con l’unico intento di trasmettere emozione cercando di creare il miglior connubio possibile tra musica ed immagini.

 

4 – Nonostante la giovane età proponete un genere che la maggior parte dei vostri coetanei non mastica. Cosa direste per convincere i ragazzi di oggi ad ascoltare, e magari a suonare, prog rock piuttosto che rap o trap?

Quello che mi viene da suggerire è di non porsi limiti! E’ un po’ quello che abbiamo fatto noi e che ci ha portato ad avere un bagaglio musicale molto ampio e incredibilmente variegato. Credo che questa sia una grande forza e che possa dare, come in qualsiasi altro campo, la possibilità di utilizzare il proprio background per guadagnare uno spirito critico più oculato.

Infine concluderei dicendo che non esiste un genere che sia più degno o più bello degli altri, per cui lasciamoci avvolgere dalla bellezza della musica che sa trasportarci, farci viaggiare ed esplorare mondi nuovi e mai visitati! Questo è quello che noi Out Of The Edge pensiamo della musica e che ci ha portato a creare un progetto di questo tipo.

 

 

 

Clicca qui per leggere l’articolo originale dal sito del MEI, Meeting degli Indipendenti.

 

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