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Interviste

Mei, Rubrica. #NEWMUSICTHURSDAY. L’irriverenza rock della Hofmann Orchestra

Pubblicato

4 anni fa

il

25 Marzo 2021

Da

Margherita Ventura
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Di Marta Scaccabarozzi

Da ieri è disponibile “Tutti i nudi vengon al petting”, il nuovo singolo della Hofmann Orchestra. Oltre al titolo geniale ed azzeccatissimo c’è molto altro. In primis, una dose di rock dalle venature punk che in meno di 3 minuti ci riporta a quando il rock pestava davvero e feriva a colpi di testi affilati come lame. Abbiamo fatto una chiacchierata con i tre ragazzi romani per parlarne meglio.

 

Ciao ragazzi! Ieri avete pubblicate il vostro nuovo singolo “Tutti i nudi vengon al petting”. Come vi sentite?

 

Ciao, non ti nascondo che c’è molta trepidazione e impazienza: il singolo e il video sono appena usciti e non vediamo l’ora di poter assaporare le reazioni che potranno suscitare. Inoltre, per via della situazione che si è venuta a creare a fine anno abbiamo preferito aspettare qualche mese in più prima di uscire e la lunga attesa ha sicuramente contribuito all’accrescimento dell’eccitazione legata al singolo d’esordio.

 

La seconda domanda è d’obbligo: spiegateci il perché di un titolo così particolare.

 

E’ una domanda che ci siamo andati a cercare. In primis, ti direi che anche noi siamo dei soggetti abbastanza particolari, perciò il titolo è piuttosto coerente. Ricordo bene che questa frase mi venne in mente una mattina mentre facevo colazione al bar, anche se non so esattamente in che modo. Quindi dovremmo andare a chiedere al barista cosa avesse messo nel cappuccino.

 

Il brano è una cavalcata punk che dura meno di 3 minuti. Ci immaginiamo che la canzone sia nata di getto, in modo istintivo. Ci abbiamo preso?

 

Immaginate bene, per la composizione il pezzo è nato in poche ore, mi è venuto in mente subito il ritornello (compreso il testo) e nel giro di pochi minuti sono arrivate anche le altre parti insieme alla struttura generale del pezzo, nonostante quest’ultima sia molto articolata e sui generis per un brano così breve. È arrivata abbastanza rapidamente anche la parte restante del testo, perciò è stato uno dei primi provini da cui partire per la stesura dell’album. Discorso differente vale per l’arrangiamento, dove abbiamo lavorato molto in sala prove per aggiustare un po’ di dettagli e rendere più lineari e d’impatto alcune parti, specialmente basso e batteria che nel provino suonavano in modo decisamente più “barocco”.

 

Sappiamo che questo è l’antipasto di un disco completo. Cosa ci potete dire in merito?

 

Ci sarebbero tante cose da raccontare intorno alla genesi del primo album, ma preferiremmo non fornire troppe anticipazioni: possiamo iniziare col dire che uscirà ad Aprile, che conterrà 10 tracce e che ha avuto una gestazione piuttosto lunga visto che dopo l’ingresso di Stefano al basso abbiamo deciso di risistemare quasi tutti gli arrangiamenti e sostituire alcuni brani affinché tutte le tracce fossero molto coerenti fra loro e rispecchiassero pienamente l’umore della band in quel momento. La stesura di molti pezzi è stata anche molto liberatoria visto che venivamo tutti e tre da un lungo periodo di pausa dai nostri rispettivi progetti precedenti e questa voglia di riprendere in mano le proprie vite (soprattutto artistiche) traspare dai suoni e dalle atmosfere dell’album, e questo probabilmente è un bene per l’album in sé.

 

Per queste nuove canzoni avete lavorato con Davide Lasala, Andrea Fognini e Giovanni Versari. Che rapporto si è creato tra di voi?

 

Quando la professionalità in campo è elevata è molto più semplice andare tutti nella stessa direzione, anche se so che suona retorico. Il rapporto instaurato è stato eccellente. Ci ha colpiti molto la disponibilità e l’informalità del rapporto. Nonostante abbiano lavorato anche ad album pluripremiati e di livello internazionale, la pazienza e l’abnegazione impiegata è stata notevole. Come se lavorare per un progetto nuovo fosse uno stimolo in più per portare il sound di una band relativamente giovane ai livelli qualitativi a cui sono abituati.

 

 

Come vi aspettate che pubblico e critica accolgano la vostra musica?

 

Chiaramente confidiamo sia parere unanime considerare l’album un capolavoro (ridono) . Siamo pienamente consapevoli del lavoro svolto finora e della conseguente qualità della nostra musica. Come ulteriore riscontro, bisogna dire che, le persone che gravitano intorno al progetto (registi, fotografi, collaboratori e amici vari), e che hanno avuto modo di ascoltare in anteprima le tracce, hanno reagito molto positivamente, probabilmente anche più di quanto ci aspettassimo. Perciò al di là di tutto ci aspettiamo davvero un’ottima accoglienza.

 

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LEGGI QUI L’ARTICOLO ORIGINALE SUL SITO DEL MEI.

 

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Crediti foto: Mei

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