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Russell Crowe: cronaca di un grande concerto-evento a Bologna

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Sono tante le star internazionali che amano l’Italia, a volte più degli italiani. Tra queste, c’è sicuramente Russell Crowe, che l’ha eletta da anni sua “seconda casa” per i momenti di relax in famiglia e ha colto l’occasione anche per imparare l’italiano.
In questi giorni infatti si trova in vacanza in Italia e oggi sono usciti diversi articoli riguardanti la sua visita (di nuovo, perchè è un vero aficionado) la Galleria degli Uffizi a Firenze.
A fine giugno il P
remio Oscar e pluripremiato ai Globes e BAFTA è stato protagonista di uno degli eventi artistici più sorprendenti dell’estate bolognese, il suo concerto al Comunale Nouveau. Perché parlarne ancora? Perché, come annunciato dall’organizzatore del concerto Genoma Films e da Crowe stesso, l’incasso del concerto, dedotti i costi tecnici, andrà alle zone alluvionate dell’Emilia-Romagna, attraverso la “raccolta fondi MiC- Cinecittà” (raccolta fondi del Ministero della Cultura a sostegno delle persone e delle realtà dell’Emilia-Romagna e delle Marche gravemente colpite da maltempo, ndA).

Qui l’appello di Crowe in italiano a partecipare al concerto:

 

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E’ interessante ricordare che il nonno materno di Crowe, il regista Stan Weymess, fu insignito del blasonato Ordine dell’Impero Britannico per aver filmato gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, e fu membro della New Zealand Film Unit. Crowe, nato in Nuova Zelanda e cresciuto in Australia, ha anche origini gallesi, scozzesi, irlandesi, tedesche, italiane, norvegesi e svedesi e questo incredibile meltin’ pot si apprezza anche nei pezzi originali che abbiamo potuto apprezzare durante il concerto.
Ad accompagnare Crowe nel suo tour la band The Gentlemen Barbers e le talentuose cantanti Janet Devlin e Lorraine O’Reilly. La musica di Crowe spazia dal blues al soul, e lui stesso indica Nick Cave tra i cantautori che più lo hanno ispirato.
«Questa band é fatta apposta per far alzare le persone e farle partecipare e ballare! Nelle date del lungo tour internazionale che abbiamo fatto è successo che le persone all’inizio stavano sedute, perfettine, e poi arrivava la bolgia di pubblico festoso che le travolgeva!».
In effetti così è stato anche al Comunale Nouveau: siamo rimasti catturati dalle travolgenti sonorità rock e folk della band, dal timbro caldo e vellutato di Crowe, da vero crooner, e da due cantanti eccezionali. Una vera chicca è stata anche la sua versione di “Romeo and Juliet” dei Dire Straits. Un momento esilarante quello dell’intermezzo da vero mattatore in cui l’attore ha raccontato nei dettagli di come nel film “Noah” abbia dovuto girare stoicamente innumerevoli ciak di una scena con una co-protagonista peculiare….una tarantola!

Non era ancora noto ai più il talento musicale del grande attore, che su celluloide ha vestito i panni, tra gli altri, del Gladiatore, del geniale matematico e Premio Nobel John Forbes Nash, del Capitano Jack Aubrey, del pugile James J. Braddock, di Noè, di Robin Hood, di Roger Ailes, ex presidente e CEO di Fox News. La lista è ancora lunghissima ma quello che incuriosisce è che nemmeno la sua pagina di Wikipedia, sito che ormai è un must per le ricerche veloci sulle filmografie o discografie dei vari artisti, cita la sua decennale attività di musicista.

Consiglio di dare un ascolto all’album “My hand, my heart” del 2005, registrato con i The Ordinary Fear of God, e Alan Doyle, cantautore folk-rock canadese, legato da una lunga amicizia con Crowe, che lo ha portato a recitare con lui in Robin Hood di Ridley Scott.
Dal 2009 Crowe e Doyle hanno iniziato a tenere concerti con il nome di Indoor Garden Party, nel 2011 hanno pubblicato il loro terzo album insieme,”The Crowe / Doyle Songbook Vol III”. Nel 2017 hanno pubblicato l’album “The Musical”.

Ma com’è arrivato a suonare a Bologna, per la prima volta nella sua vita? Facciamo un passo indietro, perché è fondamentale capire chi c’è dietro l’organizzazione di un evento del genere. Nella città “Patrimonio Unesco” della musica, e sede della prestigiosa Cineteca, ha sede Genoma Films, realtà cinematografica che in pochissimi anni è riuscita a diventare punto di riferimento per il settore. La casa di produzione e distribuzione cinematografica è stata fondata nel 2016 dai fratelli Paolo Rossi Pisu e il regista Antonio Pisu (figli del grande mattatore Raffaele Pisu) con la regista Marta Miniucchi, e presto ha esordito nei più prestigiosi festival internazionali. Nel 2019 Genoma Films e la Cineteca Nazionale hanno restaurato “Pasqualino Settebellezze”, gioiello scritto e diretto nel ’75 da Lina Wertmüller, con cui nel 1977 è stata la prima donna ad essere candidata all’Oscar come “Miglior regista”. Genoma Films è stata fondamentale anche nell’aver accompagnato la Wertmüller ad Hollywood a ricevere l’Oscar alla Carriera: la casa bolognese ha infatti a Los Angeles un ufficio in cui si occupa di pubbliche relazioni con alcune delle più brillanti star hollywoodiane.

Quando Paolo Rossi Pisu ha saputo che Russell Crowe voleva fare una tournée in Italia non ci ha pensato un attimo e ha proposto Bologna come unica tappa del nord. Russell ha accettato con entusiasmo, tutta la macchina organizzativa è partita e poi… la terribile alluvione che ha piegato migliaia di famiglie, distrutto case, scuole, interi paesi e città in Emilia-Romagna, già a pochi km da Bologna centro (non dimenticando il Ravone che è esondato in pieno centro storico e ha tenuto sotto scacco per giorni la città).
La reazione di Genoma è stata immediata: il concerto-evento si è trasformato in una grande manifestazione di solidarietà, dall’ampia e meritata risonanza mediatica. Molti Artisti e sportivi si sono adoperati per condividerla sui propri profili social: Pupi Avati, Luca Ward (che presta la voce italiana a Crowe aka Massimo Decimo Meridio), Enrico Vanzina, Beppe Signori e Alessandro Del Piero ( divenuto grande amico di Crowe nel 2012 quando giocava nel Sydney), che ha anche presenziato al concerto con la famiglia.

Ho avuto il piacere di partecipare alla conferenza stampa indetta da Genoma con la presenza di Russell Crowe al Royal Carlton la sera prima del concerto.

Russell ci ha raccontato com’è nata la sua passione per la musica: a 17 anni, ha iniziato a suonare e scrivere canzoni. Facendo qualche ricerca ho scoperto che nell’ 82 esce con l’evocativo I Want To Be Like Marlon Brando”, col nome d’arte Russ Le Roq. Il disco riscuote un discreto successo in Australia e Nuova Zelanda (anche se oggi ridendo lo definisce “orribile”) e il giovanissimo Russell comincia a vestire i panni della rockstar “alla Elvis”: cravattino intonato alla giacca bianca, sguardo imbronciato e lungo ciuffo biondo disegnato da chili di gel. Dal 1992 ha suonato alcuni anni con la rock band Thirty Odd Foot of Grunts, con cui ha registrato tre album. Negli stessi anni comincia a girare un film dopo l’altro diventando una star mondiale.

Ma quando gli si chiede quali emozioni in più gli dà il suonare rispetto a recitare non ha dubbi: «Quando si fa musica accade qualcosa di diverso dal teatro o dal cinema, in un concerto c’è qualcosa di “vivo” che può cambiare totalmente ogni sera, a differenza di quello che succede col teatro».
Quali sono i temi più ricorrenti delle sue canzoni? «Contengono tutte qualcosa di intimo, parlano di esperienze che ho fatto. Le canzoni vengono possono venir fuori in modo lineare: entri da una porta vedi qualcosa e lo racconti, oppure no, vivo qualcosa e trasformo le emozioni in musica!».

È appena uscito il suo nuovo singolo, Let Your Light Shine, con gli Indoor Garden Party, The Gentlemen Barbers e Marcia Hines.
«E’ un pezzo che ho scritto tempo fa,
quando interpretavo in “Boy Erased” un pastore battista del sud con Nicole Kidman. All’epoca ascoltavo molta musica jazz e gospel e leggevo il Libro del Profeta Ezechiele»
[curiosità: Ezechiele 25:17 invece è un passo biblico di fantasia che Jules Winnfield recita tre volte in Pulp Fiction di Quentin Tarantino, ndA]. 

 

Riguardo al concerto Bologna ha affermato: «È la primissima volta che vengo a Bologna, e ringrazio Paolo Rossi Pisu per aver organizzato questo concerto e per raccogliere i fondi per le zone alluvionate. L’emergenza climatica è un problema che conosciamo ormai tutti: in Australia nell’ultimo decennio abbiamo avuto un ciclo continuo di incendi e inondazioni. Nel 2019 ho perso 300/400 acri nella mia fattoria e ho avuto grandi danni per il bestiame.»

Quando descrive il suo rapporto d’amore con l’Italia non può fare a meno di ricordare che è nato nel 2000 col film “Il Gladiatore” e che prosegue fino ad oggi: ogni anno trascorre del tempo, coinvolgendo anche i suoi due figli, alla scoperta delle mete nostrane ricche di cultura e storia. «Le persone qui in Italia hanno molta cultura, e conoscono anche gli altri film, non sono “intrappolato” nel Gladiatore. A Roma mi sento un pò lo zio di tutti, mi fermano a salutarmi con entusiasmo e non è una questione di fama ma il riconoscimento della qualità artistica, gli italiani nutrono un grande rispetto legato al lavoro artistico. E poi qui ti siedi, apri un’ottima bottiglia di vino e ti fermi a parlare di politica per ore, c’è un’enfasi e una passione che amo molto».

Durante la conferenza stampa è stato consegnato a Crowe il Terraviva Green Award” per il suo impegno verso l’emergenza climatica. Assieme alla targa anche una spilla in argento, pezzo unico, creata a mano dalla scultrice emiliana Monica Folegatti. Questo momento ha rappresentato anche il kick-off ufficiale del Terraviva Film festival, promosso da Genoma Films e l’Associazione Amici di Giana, dedicato al cinema migrante e ai temi dell’inclusione, dell’ambiente e della sostenibilità che a novembre sarà alla sua quarta edizione. Un altro tributo a Crowe, pensato da Paolo Rossi Pisu e altamente personalizzato, è il numero originale del “Resto del Carlino Bologna” del 7 aprile 1964, giorno di nascita dell’artista neozelandese.

Il concerto, organizzato da Genoma Films, è stato frutto di una collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna e Bologna Welcome e con il sostegno di Ascom, Emilbanca, Riviera Marine, Calzanetto, Vertical Music Records e MEI.

 

 

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