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L’emergenza Coronavirus ferma anche il Concertone, niente musica in Piazza San Giovanni

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Niente Concertone in Piazza San Giovanni a Roma. Mancava solo l’ufficialità, per una notizia che era facilmente immaginabile visto il dramma del Coronavirus che sta mettendo in ginocchio ormai da un mese l’Italia. E l’ufficialità è arrivata direttamente da Massimo Bonelli, Ceo di iCompany e direttore artistico della classica kermesse che ogni anno, in occasione della Festa dei Lavoratori, riunisce migliaia di persone in un evento che unisce musica e riflessione politica e sociale.

«Credo che non ci siano le condizioni tanto emotive quanto normative per mettere in piedi l’evento per come lo conosciamo», ha spiegato lo stesso Bonelli. Difficile festeggiare – questa edizione sarebbe stata inoltre la trentesima ed era facile immaginare che si stesse preparando qualcosa di veramente speciale – quando ancora non si ha certezza di quando tutto finirà.

Ma l’emergenza normativa è solo uno degli aspetti sottolineati da Bonelli nel corso del suo intervento alla trasmissione “Se Bach fosse qui“, che non ha mancato di far notare come ci sia anche un problema emotivo legato al futuro sviluppo delle relazioni umane nel post Coronavirus: «Mi chiedo quando si potrà tornare ad avere una interazione fisica tra esseri umani e se, quando tutto questo sarà finito, ritroveremo il coraggio di stringerci di nuovo la mano, di stare a distanza ravvicinata, di abbracciarci e di baciarci. […]Anche qualora dovesse scemare l’ondata virale, ho la sensazione che continueremo a guardarci con diffidenza ed è questo uno degli aspetti più odiosi della situazione che stiamo vivendo. Non so quando ritroveremo il coraggio di andare in uno stadio o in un palazzetto accettando di stare spalla a spalla con altre persone. Questa consapevolezza mi rattrista, mi infastidisce e mi preoccupa sia da un punto di vista professionale che da un punto di vista umano».

Svanita quindi l’ipotesi dello show dal vivo, sarebbero comunque allo studio soluzioni alternative, rese possibili dalla tecnologia attuale. Concerti da casa, esibizioni registrate, dirette streaming. Palliativi per provare a rendere meno stressante l’attesa per quel momento in cui si tornerà tutti assieme a ballare, cantare e abbracciarsi sotto un palcoscenico.

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Credit photo: LaPresse