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Clock Around the Rock: Episodio 1, il rock prima che diventasse tale

Nel primo episodio di questa rubrica si va alla scoperta del papà del Rock and Roll: il Boogie Woogie, genere in voga negli anni 30 e 40

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Clock Around the Rock: Episodio 1, il rock prima che diventasse tale

Il Rock, o Rock and Roll come lo si voglia chiamare, è certamente il fenomeno musicale più importante e determinante della seconda metà del secolo scorso. Nella storia del pop e della musica in senso lato c’è un “pre” e un “post” Rock And Roll. Non è solamente la musica intesa come insieme di armonia e melodia ad aver inciso così tanto, ma è stata anche l’attitudine rock ad imporsi nell’immaginario collettivo dagli anni 50′ in avanti. Modi di fare “Rock”, quindi ribelli e sprezzanti dell’autorità, sono riscontrabili tutt’ora in generi anche lontani dal Rock ‘n’ Roll in senso stretto.

Attraverso questa rubrica si effettuerà dunque un grande viaggio temporale e geografico all’indietro nel tempo per ricercare l’evoluzione storica del genere e le sue differenze. Vedremo inoltre l’impatto sociale e culturale della musica e come questa abbia influenzato (e influenza) intere generazioni.

Un magma indistinto: anni 30′ e 40′, Swing, Boogie Woogie o Rock and Roll?

Come per ogni fenomeno storico non c’è mai una cosiddetta “data cesura”, che possa farci dire qual è l’esatto momento di nascita di questo o quel fenomeno. Ciò vale pienamente anche per il Rock. Benché ci si affanni a trovare la mitologica “prima canzone Rock and Roll”, si può trovare qualcosa di rockeggiante in ogni canzone andando indietro addirittura agli anni 30.

1934: un brano chiamato “Rock and Roll”

Siamo nel 1934, Franklin Delano Roosevelt è presidente degli Stati Uniti da appena un anno e sta lentamente risollevando il paese dalle tragiche conseguenze del giovedì nero (24 ottobre 1929) mediante il piano chiamato New Deal. Tre sorelle della middle class americana riunite in un trio canoro, le Boswell Sisters registrano un brano intitolato Rock and Roll per il film Transatlantic Merry-Go-Round. Se il brano non ha nulla di rock per come lo intendiamo noi è sicuramente interessante notare quel titolo per noi così evocativo, che nella canzone si riferisce al suono delle onde che sbattono sugli scogli della battigia. Dal punto di vista musicale il brano è in realtà prettamente swing, con un ritmo veloce che ben si incastra con le armonie vocali delle tre sorelle.

Il pianoforte sincopato del Boogie Woogie

Se alle Boswell Sisters è riconosciuto il primo utilizzo del termine presente nel loro titolo, la genesi della parte musicale del Rock and Roll deriva chiaramente dal Boogie Woogie. Se andiamo ancora più indietro, al 1927 e ascoltiamo la strumentale Honk Tonk Train Blues di Meade Lux Lewis non possiamo non notare una certa familiarità con quel pianoforte che ricorda quello usato più di 25 anni dopo da Little Richards. Stessa cosa se si ascolta Boogie Woogie del 1935, cantata da Cleo Brown.

Figlio del Ragtime e del Blues, papà del Rock and Roll

Questo è appunto il Boogie Woogie, genere da ballo che esplode e regna assieme allo swing per il ventennio dal 1930 al 1950 con un picco soprattutto nel decennio dei 40’s. Si caratterizza principalmente per l’uso del solo pianoforte suonato in maniera ancora più sincopata del papà o nonno: il Ragtime. Dal punto di vista armonico e strutturale, invece, il Boogie Woogie non è altro che il caro vecchio Blues, scevro dalle tematiche tristi e di sofferenza, velocizzato per essere così ballato nei locali notturni.

Una musica per tutti?

Fino al 1938 il Boogie Woogie, in quanto genere proprio della popolazione afroamericana è relegato ai margini dal grande pubblico. Gli States sono ancora fortemente razzisti. Ma proprio in quell’anno, al Carnegie Hall di New York, davanti ad una vasta platea si esibiscono tre pianisti afroamericani che esaltano letteralmente il pubblico. Il Boogie Woogie viene così scoperto dagli Stati Uniti interi proprio mentre si apprestano ad entrare nella Seconda Guerra Mondiale. Il genere, che adesso impazza negli States, diventa la colonna sonora delle truppe americane in Europa e nel Pacifico, come volutamente desiderato dal dipartimento della guerra al fine di tenere alto il morale delle truppe.

I 40’s e quel Boogie Woogie che evolve

Praticamente ogni parte di pianoforte di qualunque brano Boogie Woogie di quegli anni può trovare il proprio posto assieme a batteria, chitarra e basso all’interno di un brano Rock ‘n’ Roll. Se si ascolta l’assolo presente alla metà del brano Roll Em Pete di Big Joe Turner (1939), si comprende come in realtà il Rock già esistesse, solamente era ancora un genere esclusivamente pianistico.

Ecco però che intorno al 1945, qualcosa cambia. Parallelamente al diffondersi di quei ritmi frenetici tra i musicisti bianchi del country, il Boogie Woogie si evolve in una versione dove il solito e solitario pianoforte è accompagnato da una parte ritmica di contrabbasso, batteria e dove sassofoni, trombe o chitarre semiacustiche arricchiscono il tutto ulteriormente. Un caso-esempio perfetto di questa evoluzione è Chicken Shack Boogie, registrata nel 1947 da Amos Milburn.

All’alba dei 50’s il sound è pronto

Il brano di Milburn, come pure The Fat Man di Fats Domino (1949), sono il paradigma di come non possa esserci una data o una canzone che possa ergersi a capostipite del Rock And Roll. Quello che molti riconoscono come il primo brano effettivamente Rock ‘n’ Roll, Rocket 88 di Jeackie Brenston and his Delta Cats del 1951, è direttamente il prodotto di quell’evoluzione stilistica partita dai tasti suonati dai primi Boogie Woogie di oltre vent’anni prima.

Rocket 88 però non è effettivamente un brano qualunque. Per alcune caratteristiche, a volte fortuite, essa si differenzia dal fiume in piena del Boogie Woogie, come dalla sua sorella maggiore Cadillac Boogie di Jimmy Leggins (1947). Rocket 88, scritta da Ike Turner, avrà un impatto fondamentale nella città dove è stata registrata, Memphis e nello studio di registrazione dove è stato prodotto, la Sun Record del produttore Sam Phillips. Ma questo è tutto un altro capitolo, che verrà raccontato nel prossimo episodio di Clock Around The Rock.

 

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