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Clock Around the Rock: #3 – il Rockabilly di Elvis Presley, Carl Perkins e Johnny Cash

Nel terzo episodio di questa rubrica arriviamo all’età aurea del Rockabilly, che va dal 1954 al 1956 con Presley, Cash e Perkins

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Clock Around the Rock: #3 - il Rockabilly di Elvis Presley, Carl Perkins e Johnny Cash
Crediti foto: Screenshot YouTube

La nostra macchina del tempo che si muove lungo la complessa e spezzettata linea temporale della storia del Rock ha appena iniziato ad addentrarsi in quello che viene sostanzialmente ritenuto come il periodo d’oro del Rockabilly. Questo genere, come si è visto nello scorso episodio, nasce nei primi anni 50′ da quella fusione del country con l’R&B operata soprattutto da musicisti bianchi. Nel 1954, il Rockabilly si sviluppa sempre di più grazie ad alcune personalità ritenute i veri e propri padri fondatori del Rock and Roll.

Arriva Elvis Presley ed esplode il Rockabilly

Il 5 luglio del 1954 Elvis Presley, un cantante e chitarrista praticamente sconosciuto, entra negli studios della Sun Records di Memphis (gli stessi dove nel 1951 è registrata l’originale Rocket 88) e, sotto l’egida del produttore Sam Phillips registra due canzoni. La prima si chiama That’s All Right ed è la cover di un brano country-blues del 1946 di Arthur Crudup. Elvis ne fa una versione totalmente diversa, più fresca, inedita.

That’s All Right

Nonostante i tipici accorgimenti tecnici propri del rockabilly che abbiamo già visto nelle canzoni di Bill Haley, il sound della registrazione è completamente nuovo. La base strumentale è semplice, con la chitarra elettrica suonata in fingerpickin’ mentre la chitarra acustica ritma gli accordi energicamente e il contrabbasso da il ritmo. Ma la cosa che emerge di più è il cantato del giovane Presley. Elvis canta gracchiando la voce e sporcandola proprio come fanno gli afroamericani che ascolta grazie ai programmi radiofonici che da qualche anno iniziano a passare i brani R&B. Sarà anche l’attitude portata sui palchi da Elvis a rivoluzionare totalmente il modo di concepire la musica rock e pop. In una America perbenista e bigotta, i modi di fare del giovane Presley rappresenteranno uno shock senza precedenti, con grandi conseguenze sia sociali che culturali.

Rock Around the Clock

Il 45 giri con That’s All Right e Blue Moon of Kentucky come lato B vendette solo 20.000 copie, ma è comunque esemplificativo di come qualcosa di ancora diverso stesse nascendo. Proprio a partire dal 1954 il processo di formazione e sviluppo del Rock and roll subisce una delle spinte più forti. Quell’anno esce la celebre Rock Around the Clock di Bill Haley, che, grazie anche al suo inserimento nel film Il Seme della Violenza del 1955, ottiene un grandissimo successo di pubblico (che durante la proiezione arriva addirittura a rovesciare le poltrone per ballare freneticamente sulle note di Bill Halley).

Una nuova generazione

Ma Bill Haley è già il passato, come è passata la sua prima carriera da mero countryman. Sarà dunque compito della nuova generazione nata nella primissima metà degli anni 30 portare nuova energia nella musica pop. Elvis Presley è del 1935 come Jerry Lee Lewis, mentre Carl Perkins è del 1932 come Johnny Cash. Leggermente più giovani altre stelle di quegli anni 50 come Buddy Holly, classe 1936 e Eddie Cochran, 1938. Alcune eccezioni sono rappresentate dai più grandi Chuck Berry (1926) e Bo Didley (1928)

La Sun Records è la capitale del Rockabilly

A Memphis, nel corso del 1955, Elvis prende confidenza con se stesso e il nuovo genere diventando lentamente ma inesorabilmente sempre più conosciuto. Incide sotto la Sun di Sam Phillips altri brani veloci ed energici come Good Rockin Tonight e Baby Let’s Play House ed esporta il suo verbo negli States, che sembrano ormai pronti per riceverlo.

Il lento e inesorabile Johnny Cash

Nel maggio del 1955 e poi a luglio è invece Johnny Cash a registrare alcuni brani per la Sun. Seppur meno rockeggiante, quindi più lento, il rockabilly di brani come Cry Cry Cry, Folsom Prison Blues e Get Rhythm (del 1956) è lampante e, soprattutto, inedito. Il lento incedere del sound di Johnny Cash unito alla sua calda e stupenda voce sarà la sua firma per tutta la sua carriera.

Carl Perkins: un chitarrista solista

Altra figura fondamentale per il futuro del Rock and Roll è Carl Perkins. Il suo inizio di carriera è prettamente country, ma siccome ama il R&B afroamericano ne prende il modo di cantare, analogamente ad Elvis. Nel 1955 inizia a suonare ed incidere Rockabilly con brani come Movie Magg, arrivando a pubblicare uno dei pezzi più celebri del Rock and Roll in assoluto, ovvero Blue Suede Shoes nel 1956 (canzone che sarà proposta pochi mesi dopo anche da Presley). Carl Perkins, a differenza di Presley e Cash è un ottimo chitarrista, tanto che suona lui gli assoli di chitarra elettrica nelle sue incisioni.

Gli altri rockers

Questo capitolo sull’età aurea del Rockabilly deve concludersi qui, con i tre esponenti che più hanno canonizzato il genere: Elvis Presley, Johnny Cash e Carl Perkins.

Jerry Lee Lewis, classe 1935 inizia anche lui con il Rockabilly, che incide in alcuni brani registrati nel 1956 alla Sun Records, ma i suoi successi arriveranno leggermente dopo, ovvero tra il 1957 e 1958, quando ormai il Rockabilly sta scemando.

Chuck Berry invece, uno dei personaggi più importanti in assoluto del Rock and Roll, non fa neanche del rockabilly, ma un R&B evoluto ulteriormente; ancora più sporco e dinamico.

Stesso discorso per Bo Diddley che però presenta uno stile ancora diverso, meno blues e maggiormente ispirato ai ritmi africani.

Buddy Holly ed Eddie Cochran, gli astri nascenti, muovono si i primissimi passi nel Rockabilly ma saranno famosi per altri modi di interpretarlo.

Tutti questi artisti si caratterizzeranno per sonorità molto diverse tra loro, capaci quindi di distinguersi e proporre al pubblico sempre più varianti di quello che ormai sta diventando il vero e proprio Rock and Roll.

Della seconda metà degli anni 50 e, quindi, di queste figure se ne parlerà nel prossimo episodio di Clock Around the Rock.

 

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