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Addio a Chick Corea, uno dei padri della fusion

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Aveva 79 anni ed è stato stroncato da una rara forma di tumore che lo ha colpito pochi mesi fa: Chick Corea, pianista conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, spesso in Tour in Italia negli scorsi anni, è morto ieri, giovedì 11 febbraio. L’annuncio è arrivato sulla pagina Facebook del pianista, nato nella periferia di Boston il 12 giugno 1942, figlio di un trombettista jazz è capace non solo di seguire le orme del padre ma di esplorare nuovi mondi, diventando un punto di riferimento tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio del decennio successivo, degli appassionati di tutto il mondo del genere Fusion di cui è considerato uno dei grandi interpreti e padri.

Voglio ringraziare tutti coloro che lungo il mio viaggio – ha scritto sulle sue pagine social in un toccante messaggio di addio ai fans, pubblicato martedì scorso – hanno contribuito a mantenere vivo il fuoco della musica. La mia speranza è che coloro che hanno la sensazione di suonare, scrivere, esibirsi o altro lo facciano. Se non per se stessi, allora per il resto di noi. Non è solo che il mondo ha bisogno di più artisti, con loro è anche molto più divertente”.

Negli anni ‘60 ha collaborato con Stan Gets e Herbie Mann prima di entrare a far parte del gruppo musicale di Miles Davis, prendendo il posto di Herbie Hancock nel 1968. I dischi e i live (tra cui un Tour che toccó anche l’Italia nel 1969) di quegli anni sono pietre miliari del jazz destinato poi a sfociare grazie all’estro e all’impegno di Chick Corea in un genere chiamato Fusion, destinato a “fondere” diversi generi musicali partendo dal jazz e dal blues fino ad arrivare al funky e all’elettronica che prenderà il sopravvento un decennio più tardi.

Corea ha formato diversi gruppi distinguendosi in ogni era del Fusion: dai più classici Circle, agli innovativi Return to Forever, assieme ad altri miti della musica mondiale come il bassista Stanley Clarke, il chitarrista Bill Connors, poi sostituito da Al Di Meola è il batterista Lenny White, fino a formare con il vibrafonista Gary Burton la Elektric Band. Ha contribuito con collaborazioni fuori e dentro gli studi di registrazione al successo dei Weather Report e della Mahavisnu Orchestra. 

Il suo album più recente, il disco solista dal vivo del 2020 “Plays”, ha mostrato ancora una volta le sue abilità e il suo novero di influenze estremamente variegate, spaziando dai pezzi classici, al bebop fino ad arrivare alla sua “casa”, la latin jazz fusion e contiene canzoni scritte decenni fa, oltre a brani di Mozart, Thelonious Monk e Stevie Wonder.

Corea ha cambiato il panorama della musica – ha scritto Vernon Reid su Twitter – su molti livelli. Lui (e Herbie Hancock) hanno realizzato la Fender Rhodes LEGIT nel Jazz. Ha letteralmente contaminato TUTTE le scuole. È stato un musicista STUPEFACENTE”.

Foto Shutterstock