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La società della neve – Recensione

La società della neve, pubblicato da Netflix, è la terza trasposizione cinematografica sul disastro aereo delle Ande.

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La società della neve di Netflix, la terza trasposizione sul disastro delle Ande.
Crediti immagine: Netflix

Il 13 ottobre 1972 l’aereo Fokker 727 partì dall’aeroporto internazionale di Carrasco, a Montevideo in Uruguay. La destinazione: Santiago de Cile. Al’interno 45 occupanti. L’aereo si schiantò sul massiccio montuoso vicino a Glaciale de Las Lágrimas, sulla Cordigliera delle Ande, nel territorio argentino di Malargue. A causa di un errore del pilota, il velivolo colpì una montagna, distruggendosi interamente e rapidamente. Nell’impatto morirono 12 persone, 33 furono i sopravvissuti. Le condizioni in cui da lì a poco si sarebbero però trovati furono terribili. Le autorità, dopo oltre 70 giorni di ricerche, ne ritrovarono solo 16. L’evento è conosciuto come disastro aereo delle Ande ed è raccontato nel film La società della neve. Fa riferimento non solo allo schianto dell’aereo, ma anche ai drammatici eventi che ne conseguirono. E al salvataggio dei sopravvissuti, autori di un’impresa destinata ben presto a fare il giro del mondo.

La società della neve – Su Netflix la tragedia delle Ande

Non passò molto tempo, dopo il salvataggio, prima che l’incredibile salvataggio dei sopravvissuti balzasse agli occhi del mondo. Infatti, dal terribile evento venne tratto un film messicano diretto da Renè Cardona nel 1976. Successivamente un altro lungometraggio, Alive – Sopravvissuti, del 1993 diretto da Frank Marshall. Quest’ultimo, pur non essendo il primo film sull’evento, è il più noto sulla vicenda. Recentemente, invece, Netflix ha prodotto e distribuito La società della neve, terza trasposizione sul traumatico evento. Uscito nel gennaio 2024, è stato presentato alla 80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia a settembre 2023. Il film spagnolo, diretto da Juan Antonio Bayona, è tratto dall’omonimo libro di Pablo Vierci.

Un’impresa destinata al cinema

Dell’impresa, il dettaglio sicuramente più tristemente noto riguarda gli atti di cannibalismo dei cadaveri degli altri passeggeri. Infatti, dopo pochi giorni dallo schianto terminarono le scorte di cibo contenute nei bagagli e nei rottami dell’aereo. I giocatori della squadra di rugby del velivolo furono così costretti ad orrori indicibili ma necessari alla propria sopravvivenza. Con lo spettro della neve, del freddo, della totale assenza di animali, e della morte incombente, ‘La società della neve’ racconta con efficacia come le persone, in queste situazioni, possono riuscire a restare insieme. E collaborare in condizioni estreme. Il film cerca di rappresentare uno specchio della società attuale attraverso un parallelismo con gli eventi reali trattati. Infatti, a dominare nella pellicola non è la caratterizzazione od il passato dei protagonisti, ma le condizioni terribili e terrificanti in cui si trovano. La loro filosofia, i dilemmi etici e religiosi che li pervadono.

Tra filosofia e religione

Ogni protagonista non ha, dunque, una funzione narrativa precisa. Anzi: ogni sopravvissuto è uguale all’altro, fornendo allo spettatore un’immagine caotica e realistica della situazione. In cui sono tutti narratori della storia. Dopo una breve introduzione, in cui vediamo la vita precedente al viaggio degli sportivi, veniamo subito immersi nelle terrificanti immagini dell’impatto dell’aereo. Queste, estremamente realistiche e dettagliate, capaci di trasmettere il dolore e le conseguenze dello schianto anche nelle ferite. Veniamo poi catapultati direttamente nella neve, dove tra sangue, dolore e urla i protagonisti devono fare i conti con la possibilità di restare per sempre tra le montagne. Eppure, in loro, vive sempre recondita la speranza di poter sopravvivere.

Paesaggi mozzafiato

Mentre il film si concentra sui dilemmi etici dei protagonisti sulle scelte da intraprendere, il regista sposta in alcuni Frame l’attenzione verso i paesaggi. Oggettivamente meravigliosi ma al contempo vuoti e dispersi nel nulla. Inoltre, la regia non vi indugia mai troppo a lungo, riportandosi sui sopravvissuti, vero elemento chiave della narrazione. Le giornate, che scorrono rapidamente, non sono però mai raccontate in maniera ripetitiva. Lo spettatore assiste giorno dopo giorno ad una nuova decisione, ad una nuova scoperta. Dalla radio, fino alla coda dell’aereo, passando per le valanghe: ogni giorno accade un evento che rischia di compromettere la sopravvivenza dei ragazzi. Questi sopravvivono, eppure la battaglia più grande la combattono contro loro stessi: costretti al cannibalismo, i protagonisti dibattono, litigano e si domandano se sia l’unica decisione possibile da prendere per sopravvivere. Sul finale, il viaggio di Parrado e Canessa appare come l’unico baluardo di speranza.

La società della neve – Una ottima interpretazione e un finale drammatico

I personaggi del film non sono macchiettistici e divisi sulla base degli stereotipi tipici dei disaster-Movie. Bensì sono umani, ricchi di sfaccettature. E, soprattutto, sono combattenti di una battaglia interiore molto più forte dello scontro che affrontano contro il tempo e lo spazio. Gli attori riescono, ne La società della neve, a rappresentare al meglio il proprio tormento esistenziale. La narrazione del film è quindi cruda, realistica. E presta grande attenzione anche ai dettagli. Un’impresa realistica e drammatica, in cui le regole sociali non vengono messe da parte nemmeno in una situazione critica, quando i sopravvissuti tornano agli “albori dell’umanità”.

 

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