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Il ragazzo e l’airone – Un viaggio filosofico e magico che diviene poesia

Il testamento artistico del creatore dello Studio Ghibli è un capolavoro d’animazione: “Il ragazzo e l’airone” è metaforico e straordinario

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Il ragazzo e l'airone - Il viaggio filosofico e magico che diviene poesia
Crediti: Trailer Youtube Il ragazzo e l'airone

Quando, nell’ormai lontano 2013, Hayao Miyazaki annunciò il ritiro a causa dell’età avanzata, in seguito alla produzione di quello che lui stesso definì il suo ultimo film ovvero Si alza il vento, il mondo dell’animazione giapponese percepì l’evento come la fine di un’Era. Si ritirava infatti l’esponente più conosciuto in Occidente (e nel mondo) della tecnica di animazione che lo ha reso celebre, il creatore e fondatore dello studio cinematografico Studio Ghibli, uno dei più influenti animatori della storia del cinema e, probabilmente, il più grande regista d’animazione vivente. Poi, però, nel 2016 si accorse di avere ancora qualcosa da raccontare: ispirato dalla sua infanzia e da alcuni romanzi, tra cui “E voi come vivrete” di Genzaburo Yoshino, Miyazaki comincio a lavorare ad un nuovo progetto, sullo stile delle sue opere classiche. Questo lungometraggio, arrivato nelle sale italiane lo scorso 1 gennaio 2023, prese il nome di Il ragazzo e l’airone, e venne concluso nell’ottobre 2022. Dopo oltre 7 anni di produzione, quello che può essere definito il testamento artistico di Miyazaki è, a tutti gli effetti, un capolavoro d’animazione. Straordinario, citazionista, emozionante, metaforico e onirico: il nuovo film dello Studio Ghibli è profondo e commovente come ai fasti dello studio. Ed è destinato a restare indimenticabile.

Il ragazzo e l’airone – La trama

Nonostante lo scorrere degli anni, l’arte e la poesia delle metafore dello Studio Ghibli rimangono invariate. Ed, anzi, i film di Miyazaki diventano sempre più complessi, dietro all’apparente autocelebrazione ed autocitazionismo. Il ragazzo e l’airone è una fiaba profonda ed immaginifica, che attraversa la parabola morale per farsi racconto concreto di una ambigua e triste realtà. Un viaggio nella mente, nello spirito, che dietro all’apparenza nasconde un’infinità di luoghi, mondi ed universi vivi e instabili, come la nostra realtà. O meglio, quella di Tokyo, nel 1943. Il film racconta le vicende di un bambino, Mahito Maki, che dopo la morte della madre causata da un incendio nell’ospedale dove si trovava si trasferisce con il padre nella tenuta di campagna di Natsuko, la nuova compagna del genitore, sorella di sua madre. Mahito fatica ad abituarsi alla sua nuova famiglia, alla casa ed alla scuola, e soffre enormemente per la perdita della madre e per la gravidanza della matrigna. Quando un airone grigio, imponente, comincia però a cercarlo cercarlo, mandandogli messaggi subliminali sulla possibilità che la madre sia ancora viva, Mahito lo seguirà verso le rovine di una torre abbandonata. Successivamente, dopo una lotta a scuola, nel tragitto di casa il ragazzo si ferisce alla testa con una pietra, andando in convalescenza e sotto le cure delle badanti dell’abitazione. Poco dopo, deciderà di dare la caccia all’airone che lo perseguita, e questi accetterà, dopo essere stato smascherato sulla sua reale identità, di condurlo nel mondo magico che si trova all’interno della torre. Mahito qui incontrerà diverse personaggi, che lo aiuteranno a ritrovare la madre ma scoprendo anche di poter cambiare il destino del proprio mondo.

Filosofia, magia, metafora

Il viaggio di Mahito non è solo un romanzo d’animazione o una poesia sull’eroismo. Racconta con concretezza anche l’instabilità e la psicologia più profonda dell’uomo, nelle sue paure e irrequietezze. Sullo sfondo del secondo conflitto mondiale, l’adolescente protagonista affronta difficoltà all’apparenza insuperabili, in una realtà cruda ed adulta, concreta e brutale, che gli distrugge sogni e creatività. La morte della madre e il nuovo rapporto amorevole del padre non gli forniscono sollievo psicologico, quanto piuttosto lo spaventano. La possibilità di ricominciare una nuova vita, e accettare conseguentemente una nuova famiglia, appaiono scelte troppo complesse da accettare. Vista la convalescenza e vista l’attrazione verso il divieto, Mahito raggiungerà la torre, varcando la soglia di un universo ultra terreno che rappresenterà non solo il superamento dell’innocenza, ma anche il passaggio alla vita adulta.

Ennesimo capolavoro dello Studio Ghibli

Ne Il ragazzo e l’airone compaiono una infinità di riferimenti, citazioni ed autocelebrazioni ai precedenti film di Miyazaki. Uno degli elementi di continuità, in particolare, è la premessa delle battute iniziali, ovvero la morte della figura materna. A causa di questo tragico evento, i protagonisti delle opere dell’autore affrontano un viaggio psicologico e compiono scelte a metà tra l’onirico e l’angelico, che ne cambiano il destino. Una metafora continua non solo sulla filmografia di un autore infinito, ma anche un percorso attraverso i meandri più oscuri della psicologia, verso l’accettazione della morte e della vita, della depressione e della gioia. Il ragazzo e l’airone è, in conclusione, uno dei migliori film di Miyazaki, destinato a entrare di diritto tra i suoi migliori film e, probabilmente, tra i più importanti della storia dell’animazione moderna.

 

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