Seguici su

Attualità

Scuola, la ministra Azzolina: “Classe in quarantena solo se uno studente risulta positivo, non nell’attesa del tampone”

Pubblicato

il

Dopo il taglio del nastro, con la riapertura delle scuole lunedì scorso 14 settembre non senza incertezze e alcune criticità da affrontare, il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, ospite del programma Cartabianca condotto da Bianca Berlinguer, ha chiarito alcuni punti relativi alla gestione delle emergenze sanitarie all’interno della scuola, oggetto di accesi dibattiti fra gli addetti ai lavori proprio in questi giorni. Fra questi, le misure da attuare nel caso uno studente risulti positivo al Coronavirus, come ad esempio la quarantena.

“Il bambino viene preso in carico dalla Asl, ma in attesa della positività la classe non andrà in quarantena”, ha spiegato la ministra Azzolina. “Non è detto che se un bambino è positivo l’intera classe va messa in quarantena, non è una procedura automatica”.

In sintesi, in caso di sintomi riconducibili al Covid-19 un bambino va tenuto a casa, in attesa dell’esito positivo del tampone, ma il resto della classe va in quarantena solo se il test è positivo. 

Inoltre, se uno studente, a scuola, mostra i sintomi di Coronavirus andrà isolato e assistito da un adulto con la mascherina. I genitori dovranno essere subito avvisati; una volta a casa si contatterà il pediatra o il medico di famiglia. Se il test è positivo, il dipartimento di prevenzione della Asl valuterà le decisioni da prendere: si potrà prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti che si configurino come contatti stretti. La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità. Un singolo caso confermato in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata.