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Salmo e il concerto a Olbia: un gesto che non serve a nessuno

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Altro che Buongiorno da Mondello. Buonasera da Olbia. Anzi, buonanotte. Quanto successo ieri, venerdì 13 agosto, sotto la Panoramica della città al nord della Sardegna, con il concerto “a sorpresa” gratuito di Salmo che ha generato ovviamente un maxi assembramento (ovviamente molti senza mascherine), è semplicemente inaccettabile. E non soltanto perché siamo in piena pandemia, con alcune regioni (tra cui proprio la Sardegna) prossime a essere inserite nuovamente in zona gialla (per ora). Ma per un discorso più profondo che tocca diversi ambiti.

La diffusione del Covid-19 ha messo a dura prova i lavoratori dell’intrattenimento dal vivo. E lo ha fatto in quanto è stato sempre un settore molto poco considerato a livello meramente Statale e governativo; dunque una volta fermata la macchina con il lockdown, nessuno ha saputo dove mettere le mani. Tuttavia, con il tempo, si è cercato un compromesso, l’unico possibile per cercare un tipo di ripartenza minima: spettacoli all’aperto, distanziati con seduta, e con mascherine.

Questo ha portato ovviamente a un tipo di fruizione strana, specie per tutti quegli artisti che di norma propongono un tipo di musica più spinto o movimentato, pensiamo al rock o all’hip-hop. Ma tanti hanno accettato questo compromesso, perché la musica è per prima cosa un lavoro come gli altri, e il live corrisponde al 90% del guadagno di un musicista. Per garantire i concerti, dunque il lavoro, si è studiato un piano, un protocollo da rispettare. Salmo, forse inconsapevolmente (?), alla vigilia della vigilia del Ferragosto, ha mandato invece metaforicamente tutto all’aria.

Facendo ammassare il suo pubblico a ridosso della Panoramica (perché una persona intelligente si rende perfettamente conto delle conseguenze che portano determinate azioni), in barba a tutte le regole vigenti in questo momento, il rapper sardo ha per prima cosa mancato di rispetto ai suoi concittadini che più avanti probabilmente come già si vocifera torneranno nelle zone restrittive (e magari anche a causa del suo live incontrollato anche se ovviamente speriamo di no), ai suoi colleghi che con fatica lavorano (e lo ripetiamo sottolineando: lavorano) con tutte le difficoltà e i limiti del caso, ma anche a tutto il settore e a tutte le maestranze, considerati praticamente zero dalla politica e adesso al centro di una delle polemiche più svilenti dell’estate, proprio mentre vengono organizzate in tutta Italia serate danzanti clandestine, in luoghi fatiscenti e poco sicuri non solo da un punto di vista sanitario.

A nulla serve sapere il reale scopo del concerto, anche se non sembra altro che è un gesto provocatorio: c’è stato casino per festeggiare la vittoria azzurra agli Europei? Sì, e allora io infrango le regole visto che in quel caso andava bene. Ma come si fa a paragonare una manifestazione spontanea in tutta Italia praticamente impossibile da controllare con un qualcosa organizzato ad hoc dall’artista stesso? Qual è il senso di tutto ciò? Qualsiasi sia non importa: nella storia rimarrà solo l’assembramento e l’accostamento memetico con Angela da Mondello. Nient’altro.

Ma una domanda sorge spontanea alla fine del nostro discorso. Chi ha autorizzato l’evento in questione? Dove erano le autorità competenti quando venivano allestiti il palco, le luci (con tanto di led posizionato ad hoc al centro della ruota panoramica) e l’audio? Dobbiamo veramente credere che si è trattato di un blitz? Se lo è stato, quali potranno essere le reali conseguenze di un atto simile? Viceversa, se invece si è trattata di una manifestazione per certi versi “regolare”, quali sono stati i punti che hanno suggerito a chi di dovere di darne l’ok finale? Una questione che lascerà molti strascichi.

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