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Trump: telefonata minacciosa a segretario Georgia per riconteggio voti

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Il Washington post ha pubblicato la registrazione di una telefonata effettuata da Donald Trump al repubblicano Brad Raffensperger,segretario dello stato della Georgia, per “trovare” gli 11.779 voti che avrebbero fatto vincere il  tycoon.

Nel corso della telefonata, durata circa un’ora, il presidente uscente fa pressioni al segretario, intimandogli di trovare i voti, anche con minacce velate, arrivando a dire persino che avrebbe rischiato un “grande rischio”, e già i detrattori hanno sottolineato quanto un atteggiamento del genere implichi questioni legali – naturalmente.

Nonostante tutto, Raffensperger ha ripetuto a Trump che non era disposto ad avallare simili teorie cospirazioniste, per cui Joe Biden e il partito democratico avrebbero giovato di brogli e voti non contati per Trump.

“I cittadini della Georgia sono arrabbiati, i cittadini del Paese sono arrabbiati – ha detto il presidente Trump – Non c’è niente di sbagliato nel dire che avete ricalcolato”, aggiungendo poi: “Tutto quello che voglio fare è questo. Voglio solo trovare 11.789 voti, che sono molti di più di quelli che abbiamo. Perché abbiamo vinto lo Stato”.

Intanto, gli eletti al Congresso hanno prestato giuramento, ricandidando Nancy Pelosi come speaker della Camera, ma con una maggioranza democratica molto più risicata.

Il giorno dopo alle intercettazioni pubblicate, invece, a peggiorare la crisi politica Usa ci si sono messi 12 senatori repubblicani, guidati da Ted Cruz, che hanno dichiarato di non appoggiare la vittoria di Jow Biden a meno che non si elegga una commissione che ricalcoli i voti negli stati più contesi. Il presidente del Senato Mike Pence, fino ad ora contrario alle mosse di Trump, si è dichiarato favorevole a questa scelta dei senatori.  Anche 140 deputati si sarebbero schierati contro l’elezione di Biden.

Tuttavia, difficilmente accadrà quello che auspicano i repubblicani. Ci vorrebbe il voto favorevole di entrambi i rami del parlamento, ma potrebbe rallentare l’elezione di Biden e compromettere definitivamente la coesione nazionale. Tanto più se si pensa che Trump ha organizzato, per il giorno previsto per l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca, una manifestazione “wild” a Washington, dove è previsto che si recheranno decine, se non centinaia, di migliaia di trumpiani.

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