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Isole Salomone: contro l’egemonia cinese si chiede l’indipendenza

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Cina Volo

La provincia di Malaita, la più popolosa delle Isole Salomone, un arcipelago perso tra le acque dell’Oceano Pacifico, proprio a est della Nuova Guinea, minaccia di chiedere l’indipendenza dal governo centrale.

Il motivo è la fitta relazione diplomatica e commerciale che lo stato centrale ha intrapreso già da anni con la Cina, tanto da far temere che si crei un’egemonia politica cinese sull’intero stato appartenente al Commonwealth. In tempi di Coronavirus, le preoccupazioni si sono inasprite, con voli verso l’isola pieni di uomini d’affari cinesi, che rischiano di importare il Covid anche sulle isole, che finora non hanno avuto ancora nessun caso confermato da inizio pandemia.

Va detto, la situazione in Cina è sotto controllo, ma il governo delle isole, dopo aver riaperto i confini, non sta facendo nulla per premunirsi, nonostante il sistema sanitario dell’isola sia tutt’altro che pronto per una situazione d’emergenza.

Il 3 settembre un volo della compagnia di bandiera Solomon Airlines doveva riportare sulle isole Salomone le persone rimaste bloccate in Cina a causa della pandemia, partendo dalla città cinese di Guanzhou; ma su quel volo, di 104 passeggeri imbarcati solamente 21 erano delle Isole Salomone. Tutti gli altri erano cinesi.

Daniel Sudani, governatore della provincia di Malaita, sostiene che per il governo centrale i rapporti con Pechino siano più importanti dell’interesse dei cittadini, ma tra la provincia di Malaita e il governo cinese non scorreva già buon sangue. Infatti la provincia è una delle poche realtà istituzionali del Pacifico a riconoscere lo stato di Tawian e a intrattenere rapporti commerciali con l’Isola sfuggita al controllo centrale di Pechino, dove, nell’ottica della Cina unita si considera l’isola come parte della repubblica popolare. E così fanno gli alleati commerciali e politici della Cina, ma non la provincia di Malaita, dove secondo alcuni quotidiani sono molti gli aiuti giunti da Taipei, tra cui la costruzione di un ospedale.

Il primo settembre Sudani ha mandato una lettera al governo centrale, dove annunciava che la sua provincia, consistente in qualche isola piena di lingue e culture diverse, avrebbe presto chiesto l’indipendenza, contraria all’entrata del partito comunista cinese negli affari dello stato.

Un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha ribadito che i rapporti tra Cina e Isole Salomone sono aperti e benefici per gli stati, anche se un’isola è stata praticamente ceduta per intero alla Cina. Molti temono per l’indipendenza dello stato, tra cui, naturalmente, gli Stati Uniti.

 

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Crediti Foto: LaPresse