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Oggi il debutto internazionale di Giorgia Meloni: “La voce dell’Italia in Europa sarà forte”

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Oggi il neo presidente del Consiglio italiano è atteso a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo

“Oggi sarò a Bruxelles per incontrare i vertici delle istituzioni europee. La voce dell’Italia in Europa sarà forte: siamo pronti ad affrontare le grandi questioni, a partire dalla crisi energetica, collaborando per una soluzione a sostegno di famiglie e imprese e per frenare la speculazione”. Lo ha annunciato sui social Giorgia Meloni, in missione oggi a Bruxelles per la prima visita all’estero da presidente del Consiglio.

Meloni è attesa nel pomeriggio nella sede del Parlamento Europeo, dove verrà ricevuta dalla presidente dell’Aula, la maltese del Ppe Roberta Metsola, intorno alle 16.30. La premier successivamente dovrebbe recarsi a palazzo Berlaymont per vedere la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

I temi che verranno discussi dal presidente del Consiglio italiano saranno il sostegno all’Ucraina (Meloni presiede l’Ecr, partito molto determinato nell’appoggiare Kiev anche per via del ruolo importante che vi svolge il Pis polacco, nettamente antirusso), la crisi energetica e l’attuazione del Pnrr, il piano che attua Next Generation Eu in Italia, Paese che ne è il primo beneficiario.

Un altro dei temi importanti sul tavolo è la legge di stabilità 2023, con l’economia che sta visibilmente rallentando, l’inflazione che non smette di aumentare e la necessità di sostenere

Al termine del colloquio con von der Leyen non sono previste dichiarazioni alla stampa, né sono attese in altri momenti della giornata, allo stato. In serata, dopo Metsola e von der Leyen, Meloni incontrerà all’Europa Building il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, ultimo appuntamento della giornata, previsto intorno alle 19. Giorgia Meloni prepara da settimane il suo esordio internazionale a Bruxelles.

Sa di essere attesa con un misto di curiosità e di diffidenza, che deve mostrare la distanza dei conservatori, che presiede anche all’Europarlamento, con certo sovranismo che allarma le istituzioni europee. E che deve aprire un canale di dialogo solido per ottenere una sponda sui dossier più urgenti, l’energia prima di tutto, e la manovra. Ma anche la riforma del Patto di stabilità, che rischia di penalizzare l’Italia, maglia nera tra i 27 con il suo fardello del debito.

Prima di partire per Bruxelles, dopo avere sentito il giapponese Fumio Kishida, Meloni parla di Ue al telefono con il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e anche con il polacco Mateusz Morawiecki. Certo, la sua idea è di una Europa che deve cambiare passo, rispondendo al principio di “sussidiarietà”: una unione “federale”, che si occupi delle “grandi questioni” e lasci il resto agli Stati: ci si occupi di “approvvgionamento energetico” piuttosto che “del diametro delle vongole”, manca “la politica estera ma si occupa di gender”, le parole che affida al nuovo libro di Bruno Vespa, rese pubbliche alla vigilia del suo viaggio, il primo di una serie di appuntamenti che la porteranno al Sharm el Sheikh per la Cop27 e poi a Bali per il G20 presieduto dall’Indonesia.

E ai vertici Ue magari racconterà le prime mosse dell’esecutivo di centrodestra, che tante polemiche stanno sollevando a Roma, chiarendo che l’Italia non è luogo dove si negano i diritti, a partire da quello di “manifestare, di esprimere il dissenso”. O dove si pensa di fare marcia indietro sull’aborto (“in tutta la mia vita – dice a Vespa – non ho mai detto che avrei messo mano” alla legge 194, assicura). Ma l’Italia, non mancherà di sottolineare, è un Paese che che farà sentire la sua voce, e difenderà i suoi interessi, a partire dalle licenze sulle spiagge su cui c’è una “disparità” di trattamento con altri Paesi che “hanno prorogato le concessioni”, che si configura come “incostituzionale”.

Difficile che si entri così nel dettaglio dei dossier in questi primi incontri: la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola sarà la prima, tra i vertici europei, a vedere Meloni, alle 16.30. Seguiranno i bilaterali con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e con il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. I temi dei tre incontri saranno più o meno gli stessi: crisi energetica, attuazione ed eventuale aggiornamento del Pnrr, sostegno all’Ucraina, anche militare (“siamo pronti a valutare” le esigenze di Kiev sulle armi, assicura anche il ministro della Difesa Guido Crosetto).

Possibile che si affronti anche il nodo irrisolto della gestione dei migranti (se una nave Ong batte bandiera tedesca “o la Germania la riconosce o diventa pirata”, dice tra l’altro nel libro ‘La grande tempesta’). E molto probabilmente con la presidente della Commissione ci sarà anche un primo confronto sui conti pubblici e della riforma del Patto, su cui andranno coltivate le convergenze con Parigi e cercate quelle con Berlino (non a caso il primo appuntamento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che la prossima settimana vedrà anche Bruno Le Maire).

La necessità è quella di reperire risorse, di concordare gli spazi in deficit che si possano utilizzare, perché i soldi “sono pochi”, ammette Meloni che al rientro presiederà il Cdm per integrare la Nadef, e dovranno andare per la gran parte “a coprire il taglio delle bollette”. In attesa che i Paesi Ue concordino e mettano in pratica delle azioni comuni per frenare i maxi-rincari dell’energia, dal price cap sul gas al disaccoppiamento tra prezzo del metano e e dell’energia elettrica su cui l’esecutivo, ripete Meloni, è pronto ad andare avanti anche da solo, per fermare “le speculazioni”