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Nel nuovo Dpcm l’Italia resterà di tre colori. A Natale impianti da sci chiusi, coprifuoco alle 22 e nessuna deroga per la Santa Messa

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Il nuovo Dpcm sulle misure anti Covid in arrivo il 4 dicembre dovrebbe confermare l’impianto del decreto attuale, con la divisione delle Regioni in tre fasce di rischio, gialla arancione e rossa, e introdurre specifiche restrizioni per il Natale. È l’orientamento che emerge in queste ore da più fonti di governo. Resta ancora aperta la discussione sulle misure per il Natale – che dovrebbero confluire con quelle già in essere in un unico decreto – e sul tema scuola. Oggi torneranno a riunirsi i capi delegazione di maggioranza, con Cts e Istituto superiore di sanità, e si faranno nuove valutazioni anche alla luce dei dati del nuovo monitoraggio.

Restano diversi punti da definire in vista del Natale. Uno è quello degli orari di apertura delle attività commerciali per lo shopping dei regali e di quelle di ristorazione. L’altro quello degli spostamenti tra regioni per raggiungere i parenti: anche su questo l’orientamento prevalente del governo sarebbe rigoroso, con il divieto totale, a prescindere dalle colorazioni, eventualmente con qualche deroga.

Il governo ha confermato inoltre che di riapertura degli impianti si potrà parlare soltanto dopo le feste di Natale. “Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire”, ha detto il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia alle Regioni, secondo quanto si apprende.

Sul fronte cenone e messa di Natale, il governo ha ribadito che occorre tenere la massima prudenza.Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre”, ha detto il ministro Boccia alla videoconferenza con gli Enti locali, nell’ipotesi di fissare il coprifuoco alle 22 che sembra al momento la più accreditata.

Altro punto all’ordine del giorno dell’incontro tra governo e regioni è la scuola. “Le Regioni hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza”, ha spiegato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in merito alla riunione tra i ministri Boccia, Speranza e la conferenza regioni, l’Anci e le province italiane.

 

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Crediti foto: LaPresse