Seguici su

Attualità

Minsk, migliaia di protestanti arrestati dopo la vittoria di Lukashenko

Pubblicato

il

Proteste Minsk (BIELORUSSIA)

Le elezioni bielorusse hanno riconfermato Aleksandr Lukashenko come presidente per il sesto mandato consecutivo con più dell’80% dei voti. Le elezioni, avvenute domenica 9 agosto, non sono state prive di agitazioni e problemi. Le folle accalcate di fronte ai seggi hanno reso impossibile la votazione di tutti gli elettori, che si sono trovati, all’orario di chiusura delle urne, che nonostante la situazione non è stato ritardato dalla Commissione elettorale. Molti cittadini sono rimasti impossibilitati ad esprimere la propria preferenza. Numerose le denunce di influenze delle autorità sul voto dei cittadini, e il sospetto di schede falsificate.

A Minsk le forze di sicurezza sono aumentate nel giorno del voto, in vista dei disordini previsti. Subito dopo la chiusura delle urne centinaia di manifestanti si sono riversati per le strade della capitale, scontrandosi con la polizia, che ha fermato circa 60 persone. Dieci avversarsi di Lukashenko sono infatti estati esclusi, per motivi diversi, dalla competizione elettorale, e due di questi proprio alla vigilia delle elezioni. Allora il lecito sospetto di brogli intrecciati dal presidente autoritario ha spinto l’opposizione a ribellarsi al risultato, spingendo il vento della protesta.

Ora, mentre i media bielorussi diffondono la vittoria schiacciante del presidente uscente, e Vladimir Putin e Xi Jinping si congratulano ufficialmente con l’omologo bielorusso, la massa di manifestanti è aumentata, portando il numero degli arresti a un’unità di oltre 3000, con almeno un morto e decine di feriti. Intanto, commentando le proteste per la vittoria, Aleksandr Lukashenko attacca Londra, sostenendo che le proteste abbiano un’origine europea.

La principale candidata che concorreva alla presidenza, Svetlana Tikhanovskaya, ha invitato la gente a fdar sentire la propria voce, mentre l’opposizione afferma che nella capitale i voti alla Tikhanovskaya, ex insegnante di inglese, divenuta leader dell’opposizione in poche settimane, siano stati in realtà quattro volte superiori a quelli del rivale.

Nonostante le cautele dell’Europa, che vuole offrire alla Bielorussia un’alternativa al Cremlino, il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, commentando la possibilità di brogli ha proposto una discussione per un ritorno delle sanzioni, eliminate nel 2014 dopo la liberazione da parte di Lukashenko dei prigionieri politici.

Il futuro del paese dipenderà in gran parte dai suoi rapporti con Mosca, che nonostante la distanza dall’attuale presidente teme un avvicinamento della Bielorussia all’asse europeo/Nato.

 

Clicca qui per seguire OA PLUS su INSTAGRAM

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla PAGINA OA PLUS

Clicca qui per iscriverti al GRUPPO OA PLUS

Crediti foto Pixabay.com