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X Factor 2020: Blue Phelix vittima di body shaming

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Blue Phelix, X Factor 2020

Sky e soprattutto X Factor hanno sempre sventolato la bandiera arcobaleno con orgoglio, non limitando mai i propri artisti ma anzi raccontando marginalmente le loro storie con un approccio di totale normalità. Probabilmente è inevitabile che in Paese come il nostro chi va aldilà delle etichette, supera le barriere, oltrepassa i confini si ponga in una situazione di estremo pericolo, compiendo un’impresa assai ardua, se non titanica.

Il più grande pregio nell’aver scelto di proporre un artista come Blue Phelix in questa quattordicesime edizione del talent, è proprio quello di rischiare con coraggio e pensare in grande. La sua apertura mentale, la sua visione non-binary è chiaramente poco in linea con quella del pubblico medio televisivo, ma ciò che lascia più sbigottiti è che, a quanto pare, anche alcuni critici “musicali” non riescano ad andare oltre ad un pezzo di stoffa, e così oltre ad attacchi da più parti sui social (e la cosa è abbastanza scontata data l’esposizione mediatica), arriva un commento del tutto inappropriato, sul suo fisico, da una delle pagine che dovrebbero essere tra le più autorevoli della musica ovvero Rolling Stone Italia.

Blue Phelix nella messa in scena contestata da un giornalista

Il giornalista Boris Solazzo, dopo alcuni commenti negativi sulla proposta musicale di Blue Phelix (del tutto legittimi) scaglia un commento in coda, breve ma lapidario: “Piccola considerazione: per quel look o sei Prince o devi avere il fisico (vedi Vergo). È come se il sottoscritto pensasse di poter fare la controfigura di Alessandro Borghi.

Quindi secondo il giornalista se hai i muscoli e un bel faccino puoi permetterti di indossare abiti da sera, shorts, gonne e di scoprire il petto, se non li hai allora devi nasconderti dentro un maglione xxl o ancora meglio in un anonimo completo da uomo con tanto di cravatta? Insomma body shaming velato, ma neanche più di tanto, come se non fossero bastate le miseenscène del leader di una certa band a cui il nome dello storico magazine fa riferimento (che non aveva di certo il volto di Paul Newman), o come se le radici hippie dello storico giornale si fossero perse nei meandri di qualche palestra per culturisti, o ancora come se la recente copertina di Bebe Vio poco ha insegnato agli stessi giornalisti del marchio.

Certo è un piccolo commento, ma che lancia un messaggio davvero spregevole, che ha già visto l’indignazione di alcuni colleghi del cantante (tra cui cmqmartina che su Twitter ha sottolineato la gravità del commento) e anche della sua giudice Emma:““Nel 2020 non bisogna ‘avere nessun tipo di fisico’ per voler essere sé stessi. Bisogna pesare le parole e aprire un po’ la mente”.

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