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Il cinema piange Michel Piccoli, mostro sacro del cinema europeo

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Di Chiara Sani

Aveva 94 anni e nella sua incredibile carriera aveva totalizzato 233 film. Michel Piccoli, scomparso oggi a Saint-Philbert-sur-Risle.

Era un attore dal talento e carisma unici, soprattutto per la sua grazia e raffinatezza con cui riusciva a creare un’alchimia speciale con la macchina da presa. Aveva lavorato con i più grandi registi del nostro tempo: Hitchcock, Bunuel, Godard, Oliveira, Ferreri, Sautet, Moretti.

Nato a Parigi nel 1925 da una famiglia borghese di origini italiane, Piccoli era a suo modo ‘figlio d’arte’ perché i genitori erano entrambi musicisti professionisti. Lui però decise di intraprendere la carriera di attore sin da giovanissimo e per anni dovette accontentarsi di ruoli marginali in un mercato cinematografico che privilegiava soltanto i volti affascinanti e pieni di charme, in grado di ‘bucare lo schermo’.

Piccoli non faceva parte di questa categoria, dovette quindi aspettare che i gusti cinematografici mutassero, per mettere in evidenza sullo schermo visi più intriganti, misteriosi, inquietanti come il suo…  Infatti, Michel Piccoli esprimeva al meglio personaggi ironici, freddi e distaccati, enigmatici e imprevedibili.

Fu il grande Luis Bunuel ad accorgersi della ‘magia’ che scaturiva dal talento di Piccoli, scritturandolo nel 1956 per il film ‘La Selva dei Dannati’.

Da quel momento la sua carriera fu inarrestabile. Ricordiamo anche la sua splendida interpretazione nel film di Nanni Moretti ‘Habemus Papam’ (2011), in cui interpretava il cardinale francese che, eletto al soglio pontificio, non ha il coraggio di presentarsi sul balcone di san Pietro.

Foto Lapresse