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Navalny: persi 8 kili in carcere ma lo sciopero della fame non c’entra

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Alexei Navalny, l’avvocato, politico e blogger russo principale oppositore di Putin è in carcere da gennaio. Di lui si riesce ad avere qualche sparuta notizia grazie ai profili social tenuti in vita dai collaboratori di Navalny.

Pochi giorni fa Navalny aveva denunciato che non gli viene permesso di incontrare un dottore per i forti dolori alla schiena e alle gambe -“non vi è una diagnosi nel registro sanitario né un referto medico” è scritto nel suo account Telegram –   fatto che lo ha spinto a dichiarare lo sciopero della fame. Inoltre, si è lamentato di non dormire più, perché le guardie del carcere lo svegliano 8 volte a notte per accertarsi della sua presenza, in pieno sentore di tortura. “Tutti i detenuti che dichiarano lo sciopero della fame devono essere pesati. Anche Navalny è stato pesato”, riporta l’account Telegram di Navalny. “Secondo i documenti della colonia penale, quando è arrivato pesava 93 chili, ora 85, cioè ha perso otto chili prima dello sciopero della fame”.

Nabila Massrali, portavoce dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, su Twitter si è dichiarata “preoccupata che all’oppositore russo Alexei Navalny venga negato l’accesso alle cure mediche e che sia soggetto alla privazione del sonno. Ciò costituisce una violazione della Russia ai suoi obblighi riguardo la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (Uncat) e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani (Echr-Cedh)”.

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foto: LaPresse