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Esteri

Colombia, il presidente schiera l’esercito contro le proteste

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Da un mese a questa parte in Colombia ci sono violente proteste contro il governo, il quale non lesina di utilizzare l’esercito contro manifestanti. Il presidente colombiano Ivan Duque infatti ha ordinato il dispiegamento dell’esercito nelle strade di Cali, la terza città del Paese, in cui le proteste non sono mai smesse e solo nella giornata di ieri hanno causato 10 morti. Il presidente ha tenuto proprio in città un consiglio di sicurezza per fare il punto della situazione.

A Radio Caracol intanto, l’assessore alla Sicurezza di Bogotà, Carlos Alberto Rojas, ha detto che “Cali non può essere trasformata in un teatro di guerra” chiedendo anche un’indagine per risalire ai colpevoli di questa tragedia.

Rojas ha precisato inoltre che cinque delle vittime sono legate proprio si blocchi stradali e che gli agenti sono stati costretti a intervenire.

Duque si è recato a Cali, capoluogo del dipartimento del Valle del Cauca, zona in cui lo scontro tra protestanti e forze dell’ordine è particolarmente acceso. Al termine degli incontri con ministri e responsabili locali, ha riferito Blu Radio di Bogotà, il capo di Stato ha affermato che “dobbiamo difendere i nostri diritti con gli strumenti che la Costituzione e la legge ci danno”. “Per questo – ha proseguito – ho deciso di disporre il massimo dispiegamento di assistenza militare possibile per la Polizia nazionale” a Cali e nel Valle del Cauca con 7.000 soldati inviati immediatamente sul posto che contribuiranno a rafforzare i punti nevralgici e a rimuovere i blocchi nelle vie di comunicazione. “Nel nostro Paese – ha concluso – non possono esistere isole di anarchia”.
Da oltre un mese è in corso in tutta la Colombia una mobilitazione antigovernativa sostenuta da un Comitato nazionale di sciopero (Cnp), si sono registrate decine di morti, molti dei quali a Cali e provincia, centinaia di feriti, numerosi scomparsi e diverse denunce di violenze sessuali a donne partecipanti alle proteste.

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foto LaPresse