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Decreto Rilancio, chi può richiedere il contributo a fondo perduto e chi no

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Se il soggetto che richiede il contributo a fondo perduto rispetta le condizioni di accesso ai contributi a fondo perduto, gli stessi saranno riconosciuti nella misura minima di 1.000 euro per le ditte individuali, e 2.000 euro per le società. Ma vediamo chi ne ha diritto e chi no.

Secondo quanto riportato da Fiscalfocus, secondo la bozza del DL Rilancio, a favore dei titolari di reddito d’impresa, di lavoro autonomo e di reddito agrario (aventi partita IVA), nonché agli Enti non commerciali in relazione allo svolgimento di attività commerciali, saranno riconosciuti dei contributi a fondo perduto connessi all’emergenza Covid-19, a secondo di precise condizioni.

Potranno richiedere il contributo a fondo perduto:
– i soggetti con un ammontare di compensi di cui all’art. 54, comma 1, del TUIR o un ammontare di ricavi di cui all’art. 85, comma 1, lettere a) e b), del TUIR, relativi al periodo d’imposta 2019, non superiori a 5 milioni di euro;
– a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi di aprile 2020 sia inferiore ai 2/3 dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi di aprile 2019;
– indipendentemente dal calo di fatturato aprile 2020 vs/aprile 2019 se si tratta di soggetti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019.

Non potranno invece in ogni caso richiedere il contributo a fondo perduto, indipendentemente da quanto appena riportato sopra:
– i soggetti la cui attività risulti cessata alla data del 31 marzo 2020;
– gli Enti pubblici (art. 74 TUIR);
– gli intermediari finanziari e società di partecipazione (art. 162-bis TUIR);
– coloro che hanno diritto alla percezione delle indennità previste dagli artt. 27, 38 o 44 del D.L. n. 18 del 2020.

Con riferimento all’ultimo punto elencato, quindi, non potranno richiedere i contributi a fondo perduto i titolari di partita IVA iscritti alla Gestione separata, i lavoratori dello spettacolo e i professionisti iscritti a cassa di previdenza (presumibilmente, per quest’ultimo caso, solo laddove abbiano diritto all’indennità iscritti alle casse professionali). Nel caso in cui il contribuente possa accedere ai contributi a fondo perduto, sarà necessario presentare apposita istanza telematica all’Agenzia delle Entrate, entro 60 giorni dal provvedimento attuativo che dovrà seguire la pubblicazione del decreto. Nell’ambito di questa istanza, il richiedente sarà tenuto anche ad autocertificare i requisiti antimafia, che saranno poi anche verificati dalla GdF con il Ministero competente. L’istanza, inoltre, sarà successivamente verificata dall’Agenzia delle Entrate. In un primo momento, comunque, ad avvenuto inoltro della domanda le somme dovrebbero venire accreditate direttamente sul conto corrente indicato dal richiedente, e saranno calcolate come segue:
– il 20% della differenza tra il fatturato conseguito nel mese di aprile 2020 ed il fatturato conseguito nel mese di aprile 2019, se il richiedente nell’esercizio precedente ha conseguito ricavi o compensi fino a 400mila euro;
– il 15% della differenza tra il fatturato conseguito nel mese di aprile 2020 ed il fatturato conseguito nel mese di aprile 2019, se il richiedente nell’esercizio precedente ha conseguito ricavi o compensi superiori a 400mila euro ma inferiori a 1 milione di euro;
– il 10% della differenza tra il fatturato conseguito nel mese di aprile 2020 ed il fatturato conseguito nel mese di aprile 2019, se il richiedente nell’esercizio precedente ha conseguito ricavi o compensi superiori ad 1 milione di euro (e entro la soglia massima prevista di 5 milioni di euro).

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