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Coronavirus, quando si tornerà a scuola? Il ministro Azzolina: “Nessuna decisione finchè non sarà garantita la sicurezza dei ragazzi”

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Il rientro a scuola entro il 18 maggio, termine ultimo stabilito per non perdere l’anno scolastico, appare ancora un’ipotesi senza alcuna certezza. Due le ipotesi in campo al momento per la maturità e altrettante per gli esami di terza media, a seconda che si torni in classe il 18 maggio o che non si torni più fino a settembre. Allo studio anche un piano per garantire un maggiore distanziamento fra gli alunni in classe se in autunno dovessero esserci ancora pericoli di contagio.

“Non è il ministro dell’Istruzione che può stabilire quando il virus abbia termine o meno, io ho il compito di tutelare gli studenti e di garantire alle famiglie che fino a che non ci sarà la sicurezza per tutto il nostro personale scolastico e per gli studenti di poter rimettere piede in classe non si tornerà in classe”. Lo ha detto ieri sera a “Che tempo che fa” il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, illustrando a grandi linee quelli che saranno i punti salienti della bozza di decreto che contiene le misure in vista della chiusura dell’anno scolastico e degli esami di Stato e di terza media, che dovrebbe essere approvato oggi dal Consiglio dei ministri.

Sulle prove per la maturità, la ministra ha confermato le ipotesi che circolavano nei giorni scorsi. Due gli scenari: se si tornerà a scuola entro il 18 maggio, ci sarà una prova nazionale di italiano gestita dal Miur e la seconda prova sarà preparata dalla commissione interna, per garantire prove attinenti agli apprendimenti. “Se non si tornasse a scuola ci sarà un’unica prova orale. Chiedo agli studenti responsabilità, sono il futuro del Paese”, si è raccomandata la ministra. Gli studenti saranno ammessi tutti alla maturità. Anche per la terza media ci sono due scenari diversi. Se non si torna in aula entro il 18 maggio “gli studenti presenteranno un elaborato fatto con i loro insegnanti e saranno scrutinati durante lo scrutinio finale”. “L’esame ci sarà comunque. Ci sono Paesi che lo hanno eliminato, altri no”, ha sottolineato Azzolina.

“Per la terza media, se non si torna a scuola, gli studenti presenteranno un elaborato e saranno scrutinati con lo scrutinio finale” ha proseguito il ministro dell’Istruzione, per poi affrontare il tema più spinoso, quello dell’esame di maturità 2020. Il piano sembra essere chiaro, almeno per quel che riguarda l’ammissione: “Gli studenti sono ammessi agli esami di maturità” anche se ci sono insufficienze ma “essere ammessi non significa essere promossi” ha detto il ministro. “Sono due le ipotesi in campo per la maturità: se si torna a scuola entro il 18 maggio, ci sarà una prova nazionale di italiano gestita dal Miur mentre la seconda prova sarà preparata dalla commissione interna. Dobbiamo garantire prove attinenti agli apprendimenti. Se non si tornasse a scuola, ci sarà un’unica prova orale”.

Nessuna decisione all’orizzonte sulla riapertura delle scuole: su questo “ascolterò le autorità sanitarie, non ho competenze mediche”, ha detto Azzolina. La data considerata limite è in ogni caso quella del 18 maggio, oltre alla quale è davvero difficile pensare si possa andare. Se per il 18 maggio non si torna sui banchi, se ne riparla dopo l’estate. La didattica a distanza potrebbe essere riproposta anche l’anno prossimo in caso di emergenza? Alla domanda la ministra Azzolina ha risposto che “questo è uno dei tanti scenari a cui noi stiamo pensando, mi permette di ricordare uno dei tanto problemi atavici come le classi pollaio. Io insieme a tutto lo staff e ai sottosegretari lavoreremo a tutti gli scenari possibili. Domani (oggi, ndr) in Consiglio dei ministri discuteremo insieme di un decreto che farà riferimento anche a questi aspetti e la maggioranza di governo si prepara e prepara la fine di questo anno scolastico” e “si inizierà a pensare all’inizio dell’anno prossimo”, ha detto il ministro dell’Istruzione.

Il virologo Roberto Burioni, presente nello studio televisivo, è parso molto dubbioso sul fatto che a maggio ci saranno le condizioni di sicurezza per tornare a scuola, ma ha ribadito che a decidere dovrà essere la politica. Azzolina ha spiegato come non ci sarà alcuno scatto in avanti, non verrà presa alcune decisione avventata: “Io ho il compito di tutelare gli studenti e di garantire alle famiglie che fino a quando non ci sarà la sicurezza per tutto il nostro personale scolastico e per gli studenti di poter rimettere piede in classe non torneranno in classe. Il mio compito è pensare diversi scenari”. Il ministro ha precisato più volte che “nessun rischio” verrà fatto correre agli studenti. Va ricordato che al momento tutte le misure di contenimento sono confermate fino al 13 aprile.

Il rientro a scuola metterebbe in moto quasi 8 milioni di studenti, 800mila docenti e circa 200mila Ata, vale a dire ausiliari, tecnici e amministrativi. Nove milioni di persone in strada, sui bus, sulla metro e nelle aule scolastiche. Le classi sono formate da 25 alunni di media, nella maggior parte dei casi seduti su banchi da due. “Anche nel caso in cui ci fossero aule libere negli edifici scolastici, non potremmo certo dividere le classi perché, in quel caso, avremmo bisogno di un maggior numero di docenti. Anche per la maturità andrebbe rivista l’organizzazione, partendo proprio dal problema degli spazi” ha detto l’Associazione nazionale dei presidi qualche giorno fa.

“La politica sarà ancora più prudente della scienza”, ha concluso la ministra dell’Istruzione.

 

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Crediti foto: LaPresse