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Coronavirus. Paziente di Piacenza guarisce grazie all’eparina. Siamo alla svolta sulla cura del COVID-19?

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Heparina

 

 

Ne stanno parlando in molti e le testimonianze sembrerebbero confermarlo: l’eparina sarebbe la vera svolta alla cura del coronavirus. Ma che cosa c’entra l’eparina, conosciutissimo farmaco anticoagulante, con le temute polmoniti interstiziali causate da Covid-19? I medici hanno notato che una delle maggiori complicanze osservate nei pazienti in rianimazione è l’embolia polmonare massiva o altri fenomeni di tipo trombo-embolico e che i pazienti Covid-19 muoiono non tanto per insufficienza polmonare grave, quanto per embolia polmonare massiva o altri gravi fenomeni trombo-embolico.

Ed è proprio da un paziente di Piacenza, Sandro Fabbri, tramite il sito Piacenzasera.it, che arriva il racconto di come sia riuscito a sopravvivere alla doppia polmonite interstiziale grazie all’uso dell’anticoagulante. La cosa che lo fa più arrabbiare, è il non avere capito come possa avere contratto la malattia, viste tutte le precauzioni previste prese. La chiama “malattia subdola”:

“Ho seguito fin dall’inizio l’evolversi di questa epidemia, un po’ per interesse professionale un po’ perché ero sinceramente preoccupato. Ma sono sempre stato molto attento e prudente, riducendo da subito i contatti e uscendo pochissimo di casa. Eppure – racconta – mi ha beccato. A maggior ragione quindi invito i piacentini ad attenersi ancora più scrupolosamente alle indicazioni per evitare il contagio”.

Dopo le dovute raccomandazioni ai cittadini, l’ex paziente ci racconta come siano andate le cose fino alla guarigione con la cura a base di eparina:

“Accuso i primi sintomi il 3 marzo, il 12 vengo ricoverato in ospedale a Piacenza e poi trasferito a Castelsangiovanni, diventato nel frattempo uno dei centri covid della provincia. Qui vengo sottoposto a terapia con l’eparina e aiutato nella respirazione con il famoso casco per la ventilazione. E’ il passo che precede l’intubazione, che per fortuna non si è resa necessaria”. La degenza a Castelsangiovanni dell’ex Direttore di Arpa Piacenza, dura un mese, fino al rientro a casa per Pasqua, come racconta lui stesso in un post su Facebook di ringraziamento per l’aiuto e la professionalità dei medici piacentini.

 

 

 

 

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Crediti Foto: lurlo_info/instagram

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