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Coronavirus, l’editoria è in crisi: alla fine dell’anno usciranno 18.000 titoli in meno

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Anche il settore dell’editoria italiana rischia di finire schiacciato sotto il peso degli effetti dell’emergenza Covid-19: i titoli pubblicati alla fine del 2020 saranno 18.600 in meno e le copie che saranno stampate 39,3 milioni in meno nel 2020, 2.500 titoli non saranno tradotti. Sono questi i numeri snocciolati dalle associazioni di categoria, numeri che disegnano un quadro a tinte decisamente fosche per il settore.

LIBRERIE CHIUSE IN TUTTA ITALIA FINO AL 3 APRILE

Dal 12 marzo le librerie sono chiuse in tutta Italia, come deciso dal decreto del governo dell’11 marzo per contenere il contagio da coronavirus, e lo saranno almeno fino al 3 aprile, come stabilito da un nuovo decreto governativo firmato il 22 marzo scorso. In Lombardia, dove la situazione dei contagi è particolarmente difficile, resteranno chiuse fino al 15 aprile. “Una ricaduta – spiega il presidente dell’AIE (Associazione Italiana Editori), Ricardo Franco Levi –  che rende il settore del libro una delle prime vittime economiche dell’emergenza coronavirus, al pari del mondo dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo. Siamo allo stremo. Per questo chiediamo al governo di intervenire per sostenere l’ intera filiera con strumenti di emergenza analoghi a quelli previsti per questi settori: non possiamo permetterci un Paese senza teatri e senza sale cinematografiche, ma neppure senza librerie, editori, promotori, distributori di libri, traduttori”.

MISURE IMMEDIATE DI SOSTEGNO AL SETTORE: CREDITO D’IMPOSTA SULLA CARTA E CASSA INTEGRAZIONE 

“Oggi la filiera del libro rischia di essere stravolta e fortemente ridimensionata – continua Levi –: la chiusura delle librerie fisiche ha privato gli editori del canale principale di vendita; le difficoltà di approvvigionamento delle librerie online stanno ulteriormente aggravando questa situazione. Non possiamo permettercelo: se si andasse verso la crisi più nera per il libro, il danno culturale all’ intero Paese sarebbe gravissimo”. Da qui, la necessità di misure immediate e interventi più specifici, come il credito d’ imposta sulla carta, più sul medio-lungo periodo. In base a quanto emerge al 20 marzo, il 61 per cento degli editori ha già fatto ricorso alla cassa integrazione o la sta programmando.

L’Osservatorio AIE rileva inoltre che già al 20 marzo gli editori hanno pesantemente rivisto i piani editoriali per il 2020, riducendo del 25 per cento le novità in uscita. E l’ 88 per cento degli editori esprime grande preoccupazione per la sorte delle sue attività.

Secondo i dati forniti da Ali Confcommercio, l’associazione di categoria dei librari italiani, la chiusura delle librerie dal 23 febbraio al 25 marzo (la data che consentiva la riapertura stando a un precedente decreto) provocherà perdite di fatturato di circa 47 milioni di euro, pari a circa 16,5 milioni di euro di utili lordi: è più o meno il 6 per cento del giro d’affari del settore. A queste perdite si devono aggiungere, ha spiegato il presidente dell’associazione, Paolo Ambrosini, a Il Post, “i mancati incassi dovuti alla cancellazione delle attività nelle scuole e degli eventi di promozione culturale, come i festival, le presentazioni di libri, gli incontri con gli autori, tutte annullate fino a giugno”.

TANTI EVENTI CANCELLATI O SOSPESI 

Tra le principali manifestazioni cancellate o sospese ci sono la Bologna Children’s Book Fair, tra le più importanti fiere dell’editoria per ragazzi che si sarebbe dovuta tenere dal 30 marzo al 2 aprile 2020; Book Pride, la fiera dell’editoria indipendente di Milano, fissata dal 17 al 19 aprile e rimandata a data da destinarsi; il Salone del libro di Torino, la più importante fiera editoriale italiana e la seconda in Europa (dopo la Fiera del libro di Francoforte, tuttora in programma dal 14 al 18 ottobre) chi si doveva svolgere dal 14 al 18 maggio ma che è stata rimandata ed è in attesa di una nuova data. Oltre al Salone è stata cancellata all’ultimo minuto anche la Fiera del Libro di Londra (London Book Fair), in programma dal 10 al 12 marzo.

Insieme alle fiere e ai festival più grandi sono state annullate numerose presentazioni di libri, incontri con gli autori, eventi culturali di ogni genere, con un danno econimico ingente anche per le librerie che li organizzano.

LE ALTERNATIVE: LETTURE ONLINE, E-BOOK, AUDIOBOOK E PODCAST 

Quasi tutte le case editrici hanno cercato di ovviare al problema organizzando presentazioni online. Con #leggiamoacasa, ad esempio, Feltrinelli propone ogni giorno cinque rubriche diverse (un libro presentato da uno scrittore, una conversazione, un evento, leggi&gioca per i bambini e l’incipit di un libro per la buonanotte). L’account Instagram SOS Lettura raccoglie consigli di lettura da parte di scrittori e, sempre su Instagram, la casa editrice Corraini invita autori a leggere libri, rispondere a domande, e propone video per preparare ricette o disegnare.

Conseguenza della chiusura delle librerie fisiche è stata anche l’inevitabile aumento delle vendite degli e-book. Confrontando i 10 giorni prima dell’annuncio della chiusura totale e i 10 giorni successivi – ha spiegato a Il Post Marco Ferrario, fondatore di BookRepublic, la prima libreria italiana a vendere esclusivamente ebook – il numero di download degli ebook da noi distribuiti su tutte le librerie online è più che raddoppiato, con un calo del prezzo medio dovuto principalmente ad alcune promozioni che sono state attivate nel secondo periodo”. In crescita anche le piattaforme di audiobook e podcast, come Audible di Amazon e Storytel. Audible ha messo a disposizione molti titoli da ascoltare gratuitamente; Storytel ha realizzato la serie “Storie della quarantena”, dove ogni episodio racconta persone normali alle prese con l’isolamento: si può ascoltare in app e gratuitamente su Spotify e Spreaker. Infine, pare consolidarsi tra i lettori anche l’utilizzo delle biblioteche online: secondo dati di MLOL, la principale piattaforma italiana di biblioteche digitali, dal 24 febbraio al 24 marzo c’è stato un aumento di accessi del 105 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e un aumento del 99 per cento di nuovi utenti unici.

 

Crediti foto: LaPresse