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Coronavirus, il Natale è a rischio? Ecco le ipotesi degli esperti su quello che ci aspetta

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Con l’aumento dei contagi, l’obiettivo comune adesso è anche salvare il Natale 2021 dal lockdown: le armi a disposizione quest’anno sono il vaccino anti Covid e il Green pass obbligatorio,  senza dimenticare il rispetto delle regole e delle misure anti Covid che ormai ben conosciamo, dalle mascherine al mantenimento della distanza interpersonale fino al numero dei commensali a tavola.

Davanti al rischio di un ritorno in zona gialla e di nuove chiusure per la quarta ondata di Coronavirus, gli esperti stanno avanzando le ipotesi e le previsioni più disparate su quello che ci aspetta a poco più di un mese dalle festività natalizie.

“Natale sarà sicuramente molto meno ‘ristretto’ dell’anno scorso, ma il buon senso ci dice che ci si deve attrezzare perché la pandemia non è finita. Anche per queste festività natalizie, pranzi familiari troppo affollati devono essere evitati. Attenzione e buon senso. Un po’ più di tranquillità ci può essere nelle famiglie dove sono tutti vaccinati”, ha detto  all’Adnkronos Salute Massimo Galli, già docente di Malattie infettive all’università Statale di Milano.

“Per fare previsioni per il Natale dobbiamo vedere come andranno le prossime 3-4 settimane, ma, ribadisco, giù le mani dal Natale: nessuno osi minimamente mettere limitazioni per le feste – ha invece dichiarato sempre all’Adnkronos Matteo Bassetti, primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova – Sarà un Natale come quelli pre-Covid, ma non possiamo pensare lontanamente che non sarà un Natale sereno perché qualcuno ha deciso di non vaccinarsi. Il Governo e le istituzioni devono trovare una soluzione perché in qualche modo il Natale va tutelato e se ci sarà un ulteriore incremento dei casi tra i non vaccinati, eventuali limitazioni, come il lockdown, dovranno essere solo per i non vaccinati”. “Dobbiamo tutelare tutti quelli che si sono immunizzati per salvare anche il Natale e hanno dimostrato di essere dei bravi cittadini – ha aggiunto – Chi invece non l’ha fatto è giusto che venga limitato in alcune attività anche durante le feste: penso quindi ai ristoranti, ai locali, ai cenoni, ai teatri, ai cinema”.

“Siamo al limite. Con questo ritmo a Natale arriveremo a 25-30mila contagi” da Covid-19 “al giorno e alla saturazione delle terapie intensive, ovvero al superamento della soglia del 10%”, ha detto  il virologo Francesco Menichetti, già primario di Malattie infettive all’ospedale di Pisa. “Subito dopo Natale – ha aggiunto – potremmo superare anche la soglia del 15% delle degenze ordinarie. Noi abbiamo 7 milioni di non vaccinati, abbiamo vaccinato il 79% della popolazione ovvero l’84% dei vaccinabili; però se di questi 7 milioni” di non immunizzati “si infetta il 5-10%, noi potremmo avere tra i 350mila e i 700mila infetti. Degli infetti vanno a finire in ospedale all’incirca il 2,5% e anche la stima più conservativa ci porta a 9-10mila ricoveri”.

Limitarsi a 6-8 persone ai pranzi di Natale, stare attenti con i bambini e con gli anziani, usare la mascherina le raccomandazioni che dà Menichetti in vista delle prossime festività che si prospettano “ancora a rischio”. “Abbiamo il problema del calo delle immunità tra i vaccinati più avanti con gli anni, abbiamo una grande circolazione di virus tra i bimbi e poi – ha aggiunto il medico – ci sono ancora 7 milioni di non vaccinati. Quindi la raccomandazione è di essere noi stessi, al di là di restrizioni imposte, responsabili e prudenti evitando aggregazioni gigantesche e mantenendo il solito galateo che ci deve guidare anche e soprattutto nei momenti, come quello natalizio, che sono potenzialmente di abbandono, nel contesto familiare e amicale, delle norme precauzionali. E a chi dice ‘allora che ci siamo vaccinati a fare?’ ricordo che il vaccino serve e lo sta dimostrando a svuotare i cimiteri e gli ospedali. Ma è sempre meglio non infettarsi”.

Il Natale 2021 è a rischio? “Spererei di no – ha detto il virologo Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. “Se non ci saranno elementi come manifestazioni senza mascherine – ha proseguito –, e se riusciremo a portare alla vaccinazione almeno la metà di quegli 8 milioni di italiani non vaccinati contro Covid tra gli over 12, e successivamente, vedremo in caso, i bambini con meno 12 anni, potremo veramente raggiungere un obiettivo di copertura della popolazione molto alto. La strategia italiana è insistere sulle prime vaccinazioni e sulle terze dosi, che saranno un elemento che ci accompagnerà nei prossimi 4-5 mesi, visto che potremo fare i richiami dopo i 6 mesi dalla seconda dose, e questo rafforzerà molto il potere immunitario di tutti”.

Siamo in tempo per fermare un’eventuale ondata di nuovi contagi se ci muoviamo subito e se riduciamo quella quota di persone senza nemmeno una dose di vaccino, che ancora esiste. Abbiamo una situazione invidiabile al momento rispetto ad altri Paesi anche vicino a noi come l’Austria”, ha aggiunto Clementi. “Quello che possiamo aspettarci è un aumento ridotto dei casi e molti non vaccinati fra questi casi. Inoltre possiamo aspettarci che i vaccinati, che saranno tra il 10 e il 20% di tutta la quota dei nuovi infetti, non vadano a intasare le strutture sanitarie più di tanto. Quindi il quadro già si prospetta diverso”.

“Spererei – auspica l’esperto – che a un certo punto la strategia che abbiamo utilizzato possa invertirla, questa tendenza, come in qualche altro Paese è avvenuto. E’ possibile riportare la curva in discesa prima di Natale, perché il virus in questo periodo ha beneficiato anche del fatto che la stagione ha portato un raffreddamento” delle temperature. “Il clima umido lo facilita, stabilizza la sua infettività, ma io confido che, trovandosi di fronte a una popolazione fortemente immunizzata”, Sars-CoV-2 “non possa diffondersi più di tanto”.

Mascherina sempre all’interno e all’esterno, via i tamponi dal Green pass e controlli alle frontiere per chi arriva dell’Est Europa“. E’ questa la ‘ricetta’ per salvare il Natale di Massimo Ciccozzi, docente di Statistica medica ed Epidemiologia all’università Campus Biomedico di Roma, per salvare il Natale. “La situazione – ha dichiarato all’Adnkronos  l’epidemiologo – è ancora sotto controllo, soprattutto per quel che riguarda gli ospedali dove siamo sotto le soglie sia per la terapia intensiva che per il ricovero ordinario. Ma l’incidenza aumenta e in Italia spinge molto il Nord-est dove ci sono tanti contagi, però prima di dire che il Natale è a rischio aspettiamo di vedere quel che succede a fine novembre perché se, come io spero anche se è solo una speranza, noi dovessimo avere il picco a novembre, è fatta. Certo è che dobbiamo stare attenti, non dobbiamo abbassare la guardia”.

E poi io toglierei prima di Natale i tamponi dal Green pass e lo renderei disponibile solo per i vaccinati ha aggiunto Ciccozzi.

Spero che a Natale non ci sia bisogno di arrivare a zone gialle con limiti ai cenoni ha dichiarato il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, ai microfoni di ‘Un giorno da pecora’ su Rai Radio1. “Quello che mi preoccupa sarà lo shopping natalizio: magari bisognerà prevedere dei contingentamenti”, propone l’esperto. “Degli elementi e delle ipotesi emergono, come restrizioni sul Green pass e zone rosse chirurgiche in quelli che potrebbero essere dei focolai” di Covid-19.