Attualità
Corona fa scoppiare il metoo italiano?
Secondo Corona Signorini baratta apparizioni tv con sesso, pedaggio “necessario” per entrare nel GF. Per il giornalista catanese quello di Signorini è un vero e proprio sistema, che avrebbe mietuto 500 vittime in dieci anni.
Nell’ultima puntata del suo “Falsissimo”, Fabrizio Corona accusa Alfonso Signorini di pretendere favori sessuali in cambio di partecipazioni al Grande Fratello. Il web parla dello scoppio di un metoo italiano, proprio quando dagli USA il fronte della denuncia ai ricatti sessuali nel mondo dello spettacolo sembra morto e defunto. Vediamo che succede.
Le accuse di Corona
Nella sua puntata di “Falsissimo” Corona è chiaro: “Se non vai a letto con Alfonso Signorini non lavori in televisione“, un’accusa pesantissima con possibili ricadute penali. Il sistema Signorini durerebbe da circa 10 anni, e avrebbe coinvolto 500 lavoratori della tv e aspiranti tali. Le prove che Corona ha prodotto nella sua puntata si riducono al momento alla testimonianza del “caso zero”, ossia del modello ed ex concorrente del GF VIP Antonio Medugno. Il modello sostiene di essere entrato nella casa in virtù di un rapporto molto intimo con Signorini, con cui avrebbe scambiato messaggi, videochiamate e foto osé, senza tuttavia arrivare al rapporto sessuale. Siccome non c’è stato rapporto sessuale, Medugno sostiene di essere stato inizialmente scartato, per entrare 5 mesi dopo nella casa a fronte di una ripresa del flirt.
Antonio Medugno
Per ora l’unica testimonianza che Corona ha prodotto è quella di Medugno. Modello e tiktoker napoletano classe 1998, ha la sua prima esperienza televisiva nel 2019 con il format “Uomini e donne”, dove riveste il ruolo di corteggiatore, grazie al passaggio in tv si crea una solida fanbase su TikTok, che gli permette di ottenere buoni contratti con i brand di moda. Nel gennaio 2022 entra nella casa del GF VIP, dove resta per circa un mese e mezzo, venendo eliminato nella puntata del 3 marzo. La sua vita sentimentale è stata al centro di chiacchere, essendo stato accostato a Giulia D’Urso, Rosa di Grazia e Clarissa Selassié, a loro volta gravitanti attorno all’universo Mediaset. Non ci sono invece pettegolezzi riguardo ad avventure con uomini. Attualmente è impegnato ufficialmente con la modella Federica Balzano. Da questo brevo profilo è evidente come Medugno avesse già una carriera nascente nel mondo dello spettacolo prima dell’incontro con Signorini, una carriera che però stentava a decollare nello show biz tradizionale, trovando migliore fortuna sui social.
La non risposta di Mediaset e Signorini
Per ora né Mediaset né Signorini hanno scelto di rispondere alle accuse di Corona, né qualcun altro delle presunte 500 vittime si è unito alla testimonianza di Medugno. Attualmente circolano solo illazioni e commenti da parte di blogger e influencer sulla non novità di questo sistema di visibilità in cambio di favori di natura sessuale, sistema con cui proprio Corona ha costruito la propria fortuna iniziale, essendo stato l’amante di Lele Mora.
Il problema di definirlo il metoo italiano
Sul web c’è chi parla di metoo italiano, ma è una definizione che attualmente non ha senso. Il metoo statunitense è partito come una denuncia di un sistema di violenze sessuali compiute da Harvey Weinstein ai danni di attrici inconsapevoli che i colloqui di lavoro si sarebbero trasformati in stupri. Dopo Weinstein sono stati denunciati altri attori, produttori e registi colpevoli di violenze sessuali ai danni di attrici, truccatrici, costumiste, fans. Il metoo americano quindi non è scoppiato come una denuncia di richiesta di favori sessuali in cambio di avanzamenti di carriera, ma come la denuncia di un sistema capillare di violenze sessuali che venivano zittite con posti di lavoro. Solo successivamente il metoo è diventato un movimento che ha denunciato ogni forma di coercizione sessuale nel mondo dello spettacolo, scoperchiando quindi anche casi di richieste di scambi di favori sessuali per ottenere vantaggi lavorativi. Quello di cui parla Corona (e da testimonianza Medugno) invece non è un sistema di violenze sessuali istituzionalizzato, ma uno scambio consensuale di favori sessuali in cambio di apparizioni televisive. Sia chiaro: parliamo sempre di un potenziale reato, e un reato particolarmente odioso perché mercifica l’intimità e l’affettività di una persona, ma di un reato ben diverso dalla violenza sessuale zittita con vantaggi lavorativi. Per di più il metoo è stato un fenomeno che denunciava abusi di uomini eterosessuali su donne, mentre le denunce di dinamiche omologhe fra omosessuali e lesbiche sono state in tutto 3 (di cui la più famosa quella contro Kevin Spacey), e per di più emerse quando il metoo era già in fase calante.
La questione del consenso
La denuncia di Corona cade proprio quando il tema del consenso al rapporto sessuale è un tema caldo nel dibattito social. Su Instagram e TikTok si discute quotidianamente di inserire l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole e nell’importare nel nostro ordinamento il consenso esplicito, in sostituzione dell’equivocabile consenso implicito. C’è quindi un clima culturale estremamente ricettivo alla discussione sul labile confine fra libero consenso e consenso dato sotto pressione, fra sesso come piacere e sesso oggettificato e quindi violento. Tuttavia il dibattito ha come fulcro il sesso eterosessuale, ormai collegato sempre più spesso al tema della violenza di genere, mentre il sesso bi e omosessuale non viene nemmeno menzionato. Quello denunciato da Corona però ha poco a che fare col tema del consenso vero e proprio: secondo lo stesso Medugno il consenso c’era, i termini del rapporto erano chiari ad ambo le parti, quello che rende il tutto sbagliato è la richiesta di sesso in cambio di visibilità televisiva.
Siamo veramente pronti a discutere sul rapporto fra sesso e potere nello star system tricolore?
Poniamo che le accuse di Corona risultino vere, e che altri ragazzi si facciano avanti denunciando Signorini. Noi italiani siamo veramente pronti ad un dibattito serio sul tema? Dalle prime reazioni a caldo sembra di no. Finora culturalmente abbiamo ritenuto che lo scambio di favori sessuali nel mondo dello spettacolo facesse parte del gioco, mentre lo riteniamo inammissibile in tutti gli altri ambiti lavorativi. Sappiamo che un sistema simile a quello di Signorini era già in vigore in RAI con Boncompagni, e poi abbiamo seguito come fosse gossip l’analogo sistema messo in piedi da Lele Mora. In entrambi i casi abbiamo trattato la denuncia di questi sistemi come la scoperta dell’acquacalda da parte delle vittime, che dovevano già sapere che quello era il prezzo per entrare in tv. Perché nasca un metoo italiano è necessario che collettivamente decidiamo che questo sistema è ingiusto e non più tollerabile, e quindi agiamo per demolirlo dalle fondamente. Siamo veramente pronti a questo, oppure finirà come le altre volte a mero argomento di gossip?