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Come costruire un caso sulla fiaba di Biancaneve

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L’informazione negli ultimi anni ha subito bruschi cambiamenti, tanto più per adattarsi all’era del Covid-19, e incalzata dalle logiche dei social media, ha finito per mostrare a più riprese le proprie criticità. La necessità di mantenere il primato nella corsa allo scoop, ad esempio, ha portato più volte alla diffusione di notizie non accreditate, addirittura contraddittorie, fatte rimbalzare dappertutto. Il modo in cui i contenuti si propagano sui social, poi, porta spesso all’estremizzazione dei contenuti stessi, che come entrando continuamente in un nuovo megafono, finiscono per esasperare solo alcune frequenze, le più grevi solitamente.

le origini della fiaba di Biancaneve

Il caso di Biancaneve è solamente l’ultimo degli esempi. Nel celeberrimo lungometraggio animato della Disney, infatti, Biancaneve cade nel famoso inganno della cadrega avvelenata, e vittima di un sonno mortale, può essere risvegliata solo dal bacio di un principe, che come un deus ex machina piomba sul finire della storia a salvare Biancaneve, naturalmente. Il sapore è tutto di altri tempi. Biancaneve è infatti una fiaba strappata alla tradizione orale dai fratelli Grimm e pubblicata nel 1812 nella raccolta Fiabe dei bambini e del focolare.

Cercare nell’espressione del passato le risposte alle questioni del presente, è pretenzioso, perché se il passato non fosse avvenuto in un certo modo, oggi non ci sarebbe alcuna questione da sollevare. Ma il punto su cui vale la pena soffermarsi, forse, è un altro, ed è proprio il modo che i social media hanno di creare un rapporto tra  una questione e il loro pubblico. La polarizzazione a cui porta il linguaggio computazionale informatico si è insinuato nelle logiche del profitto, e ogni informazione crea, indipendentemente dal valore e dal tipo di contenuto, due grandi casse di risonanza, composte l’una da chi è favorevole a quanto esposto e l’altra da chi è contrario.

Questa situazione è comoda su più fronti: permette la creazione di un dibattito (che in realtà è sempre frammentario e superficiale, perché i social predispongono un’estremizzazione dei contenuti a cui si ha direttamente accesso), un dibattito che permette, tra l’altro, di poter offrire altri contenuti futuri che tratteranno altri casi che accenderanno nuovamente la stessa, identica polemica. Pattern di argomenti e scandali che si susseguono.

il caso Biancaneve

Ma com’è nato il caso Biancaneve, scoppiato in questi ultimi giorni in maniera esorbitante (almeno qui in Italia). C’era un articolo di SFGate, legato al San Francisco Chronicle. Le due autrici dell’articolo descrivono una nuova attrazione di Disneyland dove compare anche la famosa scena del bacio di Biancaneve, scrivendo, commentando:“Un bacio dato senza consenso, mentre lei dorme, non può essere di vero amore”, ma subito aggiungendo: “quella scena finale è eseguita magnificamente, a patto che la si guardi come una fiaba, non come una lezione di vita”. Insomma, le autrici dell’articolo per prime hanno intelligentemente schivato ogni accenno di sterile polemica da bar, accennando solo un commento che, come ogni frase intelligente, è detto a bassa voce.

Già in America, però, notando la notizia, alcuni famosi giornali conservatori l’hanno riportata, esasperando la polemica, e così, i quotidiani e, ahimè, i leader politici italiani, opinionisti delle universe cose. Tutto fa brodo per infiammare gli animi del proprio manipolo di soldati, persino creargli attorno un mondo che li faccia sentire, perennemente, nervosi.

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