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Cinque anni senza Regeni, ma la giustizia è ancora lontana

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Oggi cade un triste anniversario. Cinque anni fa esatti veniva rapito torturato e ucciso il ricercatore friulano Giulio Regeni, che si trovava al Cairo per studiare da vicino alcuni sindacati indipendenti. È sua madre a ricordarcelo, con una foto sui social, dove compaiono delle piante gialle, ovvero del colore di Amnesty International, che da sempre si è fatta carico di chiedere verità è giustizia.

Alle 19.41, ora locale in cui si sono perse le tracce di Giulio Regeni, la piazza di Fiumicello, dove il ricercatore era nato e dove vivono tuttora i suoi genitori, si è accesa di tante fiaccole sopra le note di Hallelujah di Leonard Cohen. Presenti anche le istituzioni. “I diritti umani non sono più punti rinviabili, sia nell’agenda italiana che in quella europea”, così commenta il Presidente della Camera Roberto Fico. Numerose le testimonianze, le poesie, i monologhi sulla vicenda Regeni, e tante persone che chiedono il richiamo unilaterale dell’ambasciatore e il blocco degli accordi tra Italia e Egitto.

“La verità la intravediamo… la giustizia la continuiamo a cercare, anche se è un po’ più difficile” commentano i genitori di Giulio durante il loro lungo intervento. “Da 5 anni siamo impegnati giorno e notte, lavoriamo, come ha detto Giuliano Foschini, studiamo, mettiamo insieme i fatti – ha detto la madre, Paola Deffendi – Se prima pensavo all’Egitto come alla terra dei faraoni, delle piramidi, dei cammelli, adesso non posso non pensare ai quadri di Bosch e all’nferno: quadri di corpi rovinati, di corpi violati”.

Intanto una data per l’udienza preliminare contro i 4 agenti segreti egiziani c’è: il 29 aprile saranno davanti al gup di Roma, Pier Luigi Balestrieri. Duro il monito del Presidente Sergio Mattarella: “Ci attendiamo piena e adeguata risposta da parte delle autorità egiziane, sollecitate a questo fine, senza sosta, dalla nostra diplomazia”.

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Foto: LaPresse