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Centri estivi al via il 15 giugno, pronte le linee guida anche per i più piccoli

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Arriva l’ok del Comitato Tecnico Scientifico all’estensione delle linee guida per le attività nei centri estivi per bambini destinate alla fascia 0-3 anni. Lo ha annunciato il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, in un post su Facebook. “Ci abbiamo lavorato in queste settimane insieme ai Comuni, alle Province, alle Regioni, alla Società Italiana di Pediatria e agli altri Ministri competenti – scrive la ministra – consapevoli dell’importanza di restituire, in totale sicurezza, anche ai più piccoli quel diritto al gioco e alla relazione, fondamentali per lo sviluppo integrale della persona. Ora continuiamo, insieme, a lavorare per essere accanto concretamente alle famiglie e dare loro orizzonte e stabilità, necessari per declinarsi al futuro e ripartire. Con rinnovata fiducia e speranza”

Con uno stanziamento di 185 milioni, i centri estivi possono dunque partire, dando finalmente un aiuto ai tanti genitori tornati al lavoro con la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. La data fissata per l’avvio delle attività è quella del 15 giugno per la maggior parte delle Regioni, ma in Emilia Romagna per esempio è stata anticipata a lunedì prossimo 8 giugno. Anche il Veneto, come annunciato dal presidente Luca Zaia, già dalla prossima settimana potrebbe aprire i suoi centri estivi.

Le linee guida

Ogni Regione adotterà regolamenti territoriali, ma tutte si dovranno attenere alle linee guida predisposte dal Cts. Vediamo quali sono.

I centri estivi o campus potranno accogliere bambini dai 3 ai 17 anni e dovranno essere organizzati il più possibile all’aperto e i bambini e ragazzi organizzati in piccoli gruppi. C’è un’indicazione ben precisa a proposito del rapporto numerico tra operatori e bambini o adolescenti in base all’età:

  • dai 3 ai 5 anni: 1 operatore ogni 5 bimbi;
  • 6 agli 11 anni: 1 operatore ogni 7 bambini;
  • dai 12 ai 17 anni: 1 operatore ogni 10 ragazzi.

Le attività dovranno svolgersi costantemente tra gli stessi individui: perciò verranno precostituiti dei gruppi di bambini e operatori-insegnati-animatori che dovranno essere mantenuti e non modificati. Questo per consentire il tracciamento in caso di contagi.

Per evitare assembramenti ci saranno dei “triage” d’accoglienza e gli ingressi dovranno essere scaglionati di almeno 5/10 minuti e quando possibile ingressi ed uscite saranno separati con percorsi obbligati. I punti di accoglienza dovranno essere all’esterno o in un ingresso separato dell’area dove si svolgono le attività per evitare l’ingresso degli adulti che accompagnano i minori. Nel punto di accoglienza deve essere disponibile una fontana o un lavandino con acqua e sapone o, in assenza, verrà utilizzato gel per l’igienizzazione delle mani del bambino prima che entri nella struttura; stessa cosa dovrà fare prima di essere riconsegnato ai genitori. La procedura di triage prevede anche di chiedere ai genitori se il figlio ha avuto febbre, tosse, difficoltà respiratoria o è stato male a casa. E’ prevista la verifica della temperatura corporea con rilevatore di temperatura corporea o termometro senza contatto. Stessa procedura anche per l’ingresso degli operatori. Le attrezzature e gli oggetti usati dai bambini dovranno essere puliti almeno una volta al giorno e ogni volta che i piccoli cambieranno attività dovranno lavare le mani, soprattutto prima dei pasti. Vietato per i bambini condividere posate e bicchieri.

Il bonus centri estivi

Il Dpcm Rilancio prevede l’utilizzo del bonus baby sitter anche per pagare i centri estivi. Il bonus ha il valore di 600 euro (oppure 1200 euro per chi non ha già usufruito del bonus baby sitter o congedo parentale speciale precedentemente, dal 5 marzo al 31 Luglio), mentre per i lavoratori del settore sanitario, della difesa e della sicurezza si arriva ad un massimale di 2000 euro. Il bonus può essere richiesto da:

  • tutte le famiglie con figli fino a 12 anni
  • sia i lavoratori dipendenti , sia i lavoratori autonomi iscritto alla Gestione Separata, sia i lavoratori del settore sanitario (pubblico o privato) oppure dei settori della difesa e della sicurezza.

L’importo è totale, a famiglia, e non va calcolato per ogni singolo figlio. Si può richiedere entro il 31 luglio 2020.

 

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Crediti foto: LaPresse