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Beirut: scoppiano le proteste degli sfollati

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Proteste Beirut
  • La situazione a Beirut è degenerata. Dopo le esplosioni che hanno causato la morte di più di 150 persone, nella notte tra giovedì e venerdì la folla è scesa in strada a protestare contro il governo. La polizia ha arrestato 16 persone cercando inutilmente di riportare l’ordine nella città, dove gli sfollati sono circa 300.000 e i casi di coronavirus sono tornati ad aumentare la situazione è critica. Mentre il governo ammette che ci potrebbe essere stata una interferenza esterna, Hassan Nasrallah, attuale leader di Hezbollah, il partito di Dio, principale sospetto del governo libanese, ha respinto le accuse, sostenendo che non siano presenti armi o arsenali di Hezbollah nel porto di Beirut, e che non ci sia alcun legame tra l’organizzazione e le esplosioni. Nasrallah ha ringraziato tutti i paesi che hanno promesso e offerto aiuti al popolo libanese, sottolineando l’importanza di un’inchiesta trasparente che porti alla luce le colpe e i responsabili.
  • Dopo aver ammesso la possibilità di un’interferenza esterna, il presidente del Libano Michel Aoun ha dichiarato di aver chiesto a Emmanuel Macron, il suo omologo francese, di fornire immagini aeree dell’esplosione per analizzarle, e nel caso la Francia non sapesse offrirgliene, che chiederà ad altri paesi aiuti per chiarire le dinamiche della tragedia
  • Le informazioni sono poche, e con la crisi economica che inginocchia il paese e l’allarme covid-19, l’esplosione di Beirut ha colto il governo libanese totalmente impreparato ad affrontare l’ennesima tragedia.

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Crediti Foto: LaPresse