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Alessia Pifferi picchiata in carcere, le altre detenute non le hanno perdonato di aver lasciato morire di stenti la sua bambina

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Schiaffoni e tirate di capelli, così la Pifferi sarebbe stata aggredita in carcere da due detenute

Nessuna pietà in carcere per Alessia Pifferi, la mamma che ha lasciato nell’appartamento di Milano Diana, la sua bimba di pochi mesi, per spostarsi dal compagno, in provincia di Bergamo a passare qualche giorno da sola con lui. La donna, che è accusata di omicidio volontario aggravato ed ora si trova rinchiusa nel carcere di San Vittore, ha lasciato alla figlia un biberon e accanto una boccetta di sedativo. Ovviamente la bambina è morta di stenti.

Accadeva il 14 luglio scorso ed ora, il suo avvocato Solange Marchignoli, fa sapere che una settimana fa, la 36enne è stata aggredita e picchiata da due detenute. Secondo il racconto fatto dalla Pifferi al suo avvocato, mentre si stava recando da una suora, sarebbe stata avvicinata e poi presa a schiaffi e a tirate di capelli da due donne. La donna non è ben vista nemmeno da sua madre, che da quando ha compiuto quell’insano gesto, la definisce “un mostro“.

Intanto lunedì scorso, il giudice per le indagini preliminari Fabrizio Filice ha rigettato l’istanza avanzata dalla difesa della Pifferi, riguardante la nuova perizia psichiatrica. Per il giudice nessun disagio, Alessia Pifferi si è sempre dimostrata consapevole, orientata e adeguata”. Ma l’avvocato Marchignoli ha specificato al Corriere che la perizia non è stata richiesta per valutare se la Pifferi sia o meno capace di intendere e di volere, ma perché “dubitiamo invece della sua capacità di comprendere, di elaborare il pensiero”.

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Crediti foto: Facebook