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Recovery Fund potrebbe servire per ricostruzione e digitalizzazione zone terremotate

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I fondi del Recovery Fund potrebbero essere impiegati nella ricostruzione delle zone terremotate del Centro Italia. Lo aveva già annunciato una settimana fa il premier Conte, ma lo ha ribadito dopo l’incontro con i presidenti di Regione, gli amministratori locali e i sindaci delle aree colpite, dove la ricostruzione procede a rilento. Oltre alla ricostruzione, la digitalizzazione e l’accesso alla banda larga potrà servire a combattere lo spopolamento. “Questo è uno dei dei principali interventi del nostro piano di rilancio in vista del Recovery Fund, per cui abbiamo già raccolto centinaia e centinaia di progetti, alcuni di questi riguardano proprio l’area del cratere” ha spiegato il premier Conte con un post su Facebook.

L’incontro di ieri a Palazzo Chigi aveva l’obiettivo di individuare le prossime mosse per imprimere un cambio di passo alla ricostruzione pubblica e privata. “Sappiamo che non c’è altro tempo da perdere, non è più accettabile che la burocrazia continui a pesare sulle famiglie e sui cittadini che hanno già perso i loro affetti, la loro casa e, in diversi casi, anche la speranza” conclude Conte. E in effetti non lo è.

Sono passati tre anni dall’inizio delle scosse nel Centro Italia e secondo il rapporto stilato dal commissario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, sono 5.325 i progetti approvati. Di questi, sollo 2.544 sono stati già realizzati, altri 2.758 sono cantieri ancora in corso. Per quanto riguarda la ricostruzione del pubblico, soltanto 86 opere sono state concluse, su 1.405 finanziate.

Prima dell’Ordinanza 100 del 9 maggio, il tempo di lavorazione medio di una singola richiesta era di circa un anno, mentre adesso si cerca di far arrivare i contributi entro un massimo di 110 giorni. Solo 200 milioni di fondi sono stati finora erogati per la ricostruzione, a fronte dei 2,1 miliardi di euro. Poco meno del 10%, in aggiunta a 26,8 milioni di euro concessi direttamente ai Comuni.

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) ha fatto il punto: sono ancora settecento tonnellate le macerie da smaltire e moltissime le pratiche che vanno ancora esaminate. Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, si dice soddisfatto dell’apertura di Conte alla loro proposta di utilizzare i fondi del Recovery Fund per accelerare la ricostruzione. Ma occorre anche che lo stato di emergenza di quelle zone venga prorogato fino al 2024 per poter usufruire di procedure semplificate. I 138 Comuni che sono stati interessati dal terremoto dispongono già di una serie di progetti per un totale di 7 miliardi di euro. “Contiamo sull’impegno preso dal presidente Conte”, ha concluso Decaro.

 

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Crediti foto: LaPresse