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Barbara D’Urso: “Sono pronta a tornare in Rai”

In un’intervista esclusiva rilasciata al Corriere della Sera, Barbara D’Urso rompe un silenzio durato oltre due anni tornando a parlare del doloroso addio a Mediaset e del probabile nuovo inizio a Viale Mazzini: “Non è Carràmba! e non sono otto puntate”, precisa

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Barbara D’Urso: “Un Tir mi ha travolta, ma sono pronta a tornare in Rai”
Crediti @Iamdavide1 X

In un’intervista esclusiva rilasciata al Corriere della Sera, Barbara D’Urso rompe un silenzio durato oltre due anni, tornando a parlare con sincerità e vulnerabilità della sua vita, della carriera e del doloroso addio a Mediaset. La conduttrice, volto iconico della televisione italiana, ha condiviso riflessioni profonde sul suo percorso, affrontando temi personali e professionali con la schiettezza che l’ha sempre contraddistinta.

Il trauma dell’addio a Mediaset

Barbara D’Urso non nasconde il dolore per l’improvvisa esclusione da Mediaset nel luglio 2023, quando, senza preavviso, le fu comunicato che non avrebbe più condotto Pomeriggio Cinque. “Mi è passato sopra un Tir”, racconta, descrivendo il senso di smarrimento e abbandono che ha provato. “Fino al giorno prima ricevevo 200 messaggi al giorno, il giorno dopo 10. Sono spariti tutti, tranne gli amici più stretti”. Questo distacco non è stato solo professionale, ma anche umano, lasciandola a confrontarsi con un vuoto che l’ha spinta a lasciare l’Italia per un periodo. A Londra, si è iscritta a un college, cercando di riempire il tempo e la mente per elaborare il dolore: “Mi sono piaciuta per come ho affrontato la sofferenza”. 

La sua televisione: tra trash e popolare

Criticata spesso per la cosiddetta “tv trash”, Barbara D’Urso difende con orgoglio il suo lavoro: “Ho raccontato storie semplici di persone comuni, qual è il confine con la tv popolare?”. Rivendica il valore delle sue trasmissioni, come Pomeriggio Cinque e Live – Non è la D’Urso, che hanno dato voce a chi spesso rimane invisibile, affrontando temi come povertà, violenza di genere e solitudine. Ricorda con particolare emozione un’inchiesta su un giovane disabile in Calabria, che ha permesso di portare alla luce una realtà complessa e umana, lontana dai pregiudizi iniziali. “Ho sempre lavorato con entusiasmo e senso di responsabilità,” sottolinea, ricordando di non aver mai mancato un giorno di lavoro, nemmeno con la febbre alta o dolori fisici.

Il ritorno in Rai: un nuovo inizio

L’intervista si sofferma anche sulle trattative in corso per un ritorno in televisione, questa volta in Rai. Barbara conferma di aver incontrato Williams Di Liberatore, direttore dell’Intrattenimento Prime Time, insieme al CEO di Fremantle Italia, per discutere di un progetto originale di “emotainment” per la prima serata del venerdì su Rai 1. “Non è Carràmba! e non sono otto puntate”, precisa, smentendo alcune indiscrezioni, ma lasciando intravedere un format “bello, elegante, popolare, commovente e divertente”. Il programma, previsto per gennaio 2026, potrebbe segnare il grande ritorno della conduttrice, che si definisce il suo stesso agente e ufficio stampa, segno della sua determinazione a gestire autonomamente questa nuova fase della carriera.

I rapporti con la politica e la famiglia Berlusconi

Barbara D’Urso affronta anche le voci su presunti veti politici che avrebbero ostacolato il suo ritorno in Rai. “Non posso credere che la Rai accetti veti. Sarebbe orribile,” dichiara, smentendo categoricamente qualsiasi intervento da parte di Forza Italia, Fratelli d’Italia o della famiglia Berlusconi. Ribadisce il rapporto di stima reciproca con i Berlusconi, in particolare con Silvio, la cui “lungimiranza e libertà intellettuale” le hanno permesso di intervistare politici di ogni schieramento, da Pannella a Conte, da Zingaretti a Meloni. Sul famoso episodio della preghiera in diretta con Matteo Salvini durante la pandemia, ricorda: “Era il giorno dei camion militari a Bergamo. Mi fu chiesto di pregare e lo feci. L’avrei fatto con chiunque”.

Una vita segnata dalla perdita e dalla rinascita

L’intervista si tinge di toni personali quando Barbara parla della sua infanzia, segnata dalla morte della madre Vera per il morbo di Hodgkin quando aveva solo 11 anni. “Non ho mai superato quel lutto”, confessa, raccontando come quel dolore sia riemerso con la fine del suo percorso in Mediaset. “Ogni volta che succede qualcosa, torno alla prima perdita”. Questo trauma ha plasmato la sua forza e la sua missione di dare voce agli ultimi, ma anche la sua capacità di resilienza. Dopo l’addio alla tv, si è dedicata a nuovi progetti: ha fondato una società di eventi, è tornata a teatro con Taxi a due piazze e ha iniziato a studiare danza classica, dimostrando di non arrendersi mai. 

Il sostegno del pubblico e la fede

Nonostante le difficoltà, Barbara D’Urso sottolinea il calore del pubblico, che la ferma per strada chiedendole quando tornerà in tv. “Il mio non esserci è stato più forte della mia presenza”, dice, riconoscendo l’affetto di chi la sostiene da 50 anni di carriera. La sua fede è stata un pilastro fondamentale: “La mia fede mi aiuta,” afferma, raccontando come la spiritualità l’abbia sorretta nei momenti più bui.

Un futuro da scrivere

Con la sua caratteristica energia, Barbara D’Urso guarda al futuro con ottimismo. “Non mi piace piangermi addosso,” dichiara, pronta a trasformare il dolore in una nuova opportunità. Il possibile ritorno in Rai rappresenta non solo una rivincita professionale, ma anche la conferma di una carriera costruita con dedizione e passione. “Sono frastornata, ma pronta a tornare,” conclude, lasciando intravedere che la “Carmelita” nazionale è tutt’altro che finita.

L’intervista al Corriere della Sera è il ritratto di una donna che, nonostante le avversità, continua a credere nel potere delle storie semplici e nel calore del pubblico, pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua straordinaria carriera.

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