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Yara Gambirasio, la Cassazione accoglie la richiesta di revisione di Bossetti. Il legale a Fanpage: “Siamo certi che l’esame degli “scartini” restituirebbe una risposta diversa da quella data in passato”

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Yara Gambirasio, la Cassazione accoglie la richiesta di revisione di Bossetti. Il legale a Fanpage: “Siamo certi che l’esame degli “scartini” restituirebbe una risposta diversa da quella data in passato”

Li chiamano “scartini” e sono più precisamente le prove che nel corso degli anni hanno avuto poca attenzione da parte degli inquirenti che hanno in mano le indagini che riguardano l’uccisione di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembasio scomparsa la sera di Venerdì 26 novembre 2010 e ritrovata casualmente tre mesi dopo con numerosi colpi di spranga sul corpo, un trauma cranico, una profonda ferita al collo e almeno sei ferite da arma da taglio.

Il caso ha assunto una grande rilevanza mediatica, oltre che per la giovane età della vittima, anche per l’efferatezza del crimine e per diversi avvenimenti peculiari verificatisi nel corso delle indagini, come l’arresto e il successivo proscioglimento di un primo sospettato, le circostanze del ritrovamento del corpo e le complesse modalità di individuazione dell’omicida. Il relativo procedimento giudiziario si è concluso il 12 ottobre 2018 con la definitiva condanna all’ergastolo di Massimo Giuseppe Bossetti, riconosciuto come unico colpevole.

Bossetti si è sempre dichiarato innocente tanto che più volte la sua difesa ha sollecitato l’attenzione sugli ‘scartini’ pur di trovare una via di uscita dal carcere. I legali del 51enne hanno richiesto di poter metter mano sui reperti che, durante il processo, hanno condannato il presunto killer all’ergastolo, poichè considerati poco importanti. Gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini ritengono che queste ‘prove di secondaria importanza’ possano rivelarsi tutt’altro che tralasciabili. Secondo loro, potrebbero nascondere una pista per rivelare l’innocenza del loro protetto.

Ebbene, proprio quest’oggi la Cassazione ha acconsentito alla richiesta. “Che non ci si accontenti di una verità confezionata”, è ciò che ha dichiarato Salvagni a Fanpage. “Se questi reperti fossero stati mal conservati sarebbe un problema e si scatenerebbe un terremoto. Potrebbe esserci anche qualora noi riuscissimo ad analizzare queste prove, perché siamo certi che l’esame del DNA restituirebbe una risposta diversa da quella data in passato”.

Qualora gli esami su tali prove tralasciate fino ad ora si rivelassero sensazionali, seguirebbe una naturale revisione della sentenza, il che porterebbe ad una totale svolta del caso. Sarà davvero così? Bossetti è innocente?

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Foto Spada/ LaPresse