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Mei, Rubrica. MUSICA IN GIALLO. “PATRIZIA CIRULLI CANTA ACHILLE LAURO E LA CANZONE SI FA D’UN TRATTO SENZA TEMPO“

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Mi piacciono gli artisti che non hanno pregiudizi, o per lo meno che si impegnano a combatterli, proprio come mi piacciono le persone che fanno la stessa cosa pur non essendo “artisti” o non dichiarandosi tali.
Mi piacciono anche coloro che non hanno peli sulla lingua e che in modo garbato cercano di raccontare e raccontarsi in modo autentico, avendo a cuore, in un certo senso, la verità, il proprio sentire, il proprio istinto, la propria vocazione.
Di Patrizia Cirulli apprezzo da sempre queste caratteristiche, le ritrovo nel suo modo di essere “sul palco”, e nella vita, almeno per quel poco ma prezioso tempo che ho potuto condividere con lei parlando del più e del meno, ma anche di cose importanti, ovvero di ciò che potremmo chiamare “la sua poetica”, il suo modo di porsi nei confronti dei propri progetti musicali/artistici, il suo approccio alla rilettura/reinterpretazione di canzoni altrui e anche di vere e proprie poesie (penso in questo caso alla versione di “Mille baci” di Catullo da lei musicata).
Patrizia Cirulli è una interprete e autrice che segue un suo filo conduttore, e lo fa d’istinto, al di là di ogni imperante tendenza. Lei lo fa perché deve, perché lo sente, perché porta dentro la sua voce “qualcosa di ancestrale” e senza tempo, che rievoca e nobilita, che scava dentro le parole dando profondità a ciò che interpreta.
Questa qualità interpretativa non la si insegna né la si “impara”, appunto, la si possiede oppure no, è parte dell’aura carismatica che risiede nel suono e nell’attitudine al canto e all’espressione del sentimento, e l’artista in questione deve averla ricevuta in dono dalla nascita.
Perciò non appena sono venuta a conoscenza che stava per venire alla luce la sua versione di “C’est la vie” del noto e “dividente” Achille Lauro, non ho potuto ignorare la cosa, e incuriosita sono andata ad ascoltare, trovando quel che pensavo di trovare: ovvero quella profondità che sa creare il suono di una voce importante e senza tempo, e anche il valore apprezzabile di una canzone al suo stato “puro”, di diamante grezzo, al di là della simpatia/antipatia che si possa provare nei confronti del suo primo interprete.
“C’est la vie” è una bella canzone dal testo per nulla banale e Patrizia l’ha “evidenziata”,  l’ha portata altrove, là dove il tempo si ferma e non si sa più su che punto della linea del tempo siamo…
Vi lascio ora alle sue risposte alle mie domande,  così che possiate sapere direttamente da lei “come pensa”, come “sente”, “come si muove…”, cosa ha in serbo per noi…
Infine troverete il videoclip della canzone “in questione”, dove sostenuta da un arrangiamento essenziale Patrizia canta l’amore struggente di Lauro.

1 Quando reinterpreti un brano, cerchi di rispettare l’intenzione originale oppure ti lasci andare fino a stravolgerlo?

“Ho pubblicato due album in cui sono stata interprete di brani non miei, quindi di cover possiamo dire. La prima volta con “Qualcosa che vale”, remake integrale e acustico dell’album “E già” di Lucio Battisti, i cui testi sono stati scritti da Velezia, moglie di Battisti.

La seconda volta con “Sanremo d’Autore”: brani di grandi autori che hanno partecipato al Festival di Sanremo ma che non sono stati apprezzati dalle giurie in prima battuta, guadagnando il favore del pubblico in un secondo momento.

Di certo cerco di rispettare la linea melodica, anche se qualche volta, istintivamente, qualche nota viene fuori diversa dall’originale…

Inoltre mantengo il testo che canto al maschile (se il brano è di un uomo) senza declinarlo al femminile.

Normalmente, quello che faccio è mettermi in ascolto del significato emotivo della canzone, entrando nel suo senso più profondo e cercando di rendere giustizia ad ogni parola del testo. Cerco di far cantare le parole, di far rivivere le emozioni che queste parole evocano, facendole passare attraverso di me e facendomi quindi veicolo per restituirle all’ascoltatore.”

2 Sei solita reinterpretare brani di grandi cantautori del passato, di grandi poeti/poetesse, direi che è una tua cifra stilistica. Oggi reinterpreti Achille Lauro, un personaggio che divide il pubblico: lo consideri un poeta? un grande cantautore? Siamo curiosi.

“Come sai ho realizzato un album che si chiama “Mille baci”, in cui ho musicato in forma canzone poesie di grandi poeti e poetesse, trasformando, appunto, la poesia in canzone.

Poi ho interpretato grandi cantautori come De André, Tenco, Lauzi e molti altri.

Detto questo, i poeti sono poeti e i cantautori sono cantautori.

Le due strade si possono talvolta incontrare. E credo che la poesia, in generale, possa essere ovunque. Aspetti poetici, possono essere ovunque. Poesia come stato dell’essere.

Anche la bellezza può essere ovunque, basta osservare con uno sguardo attento e aperto, privo di pregiudizi.

A me interessano le canzoni e nelle canzoni ci possono essere poesia o intenzioni poetiche.

Non ho preclusioni di genere.

Apprezzo Achille Lauro per la sua creatività e per il suo stile artistico, anche se apparteniamo a mondi musicali diversi. Credo abbia un suo mondo caratterizzato da aspetti malinconici e visionari che, uniti alla sua modalità espressiva scenica, lo rendono particolare nel suo genere.

Questa sua canzone, “C’est la vie”, mi ha molto colpito.

C’è una tensione emotiva nel testo, una forma di dolore mista a leggerezza che va a creare un equilibrio fra la sofferenza e il suo superamento.

Con Simone Pavia alla chitarra classica, abbiamo realizzato una versione acustica del brano in presa diretta. Sono rimasta affascinata.

Credo che linguaggi diversi si possano incontrare in una terra di confine che è abitata dalla sensibilità, dalla poesia e da una delicatezza interiore che si traduce in musica, azzerando qualunque distanza apparente, nel nome della bellezza.”

3 Sei un’interprete e una cantautrice controcorrente. Hai un modo tutto tuo di proporre la tua musica e il tuo repertorio di interprete. Ti hanno mai proposto in passato di cantare qualcosa di “tendenza”?

Canteresti mai un tormentone come “Karaoke”?

“E’ vero, ho una mia modalità che non “segue” i canoni classici…ma sono così io nella vita..

Non ha mai amato l’omologazione, amo molto seguire quelle che sono le mie inclinazioni e quello che è bene, secondo me.

In passato mi hanno proposto di cantare canzoni di autori, anche importanti, ma che a me non convincevano più di tanto, o meglio, non le trovavo adatte a me.

Questo è successo qualche tempo fa, quando ero proprio totalmente sconosciuta…

e anche questo è un po’ controcorrente nel fondo…perchéquando ti propongono certi nomi (parlo di autori) con delle produzioni pronte a partire e tu, da sconosciuta,rifiuti…qualcuno potrebbe dire:” ma sei matta a rifiutare?”.

Ma è una cosa più forte di me, se le canzoni non mi piacciono o non mi stanno bene addosso, può averle scritte anche il padreterno, ma non mi interessa.

Per quanto riguarda i tormentoni, non credo sia il mio mondo.

Ci sono tormentoni che mi divertono, ma da fruitrice.

Li ho “usati” anche in casa nei giorni della quarantena, verso le 18.00 mettevo su musica e ballavo da sola….

Dovesse mai succedermi, valuterò. Il successo “commerciale” non va demonizzato, anche lì possono esserci cose fatte bene e cosa fatte male.

Più in generale, il “successo commerciale” non è qualcosa da vedere negativamente, se accade può essere un’occasione per essere più visibili e far conoscere il proprio mondo.

Più che altro è un peccato il fatto che oggi le possibilità di esposizione per alcuni generi musicali siano quasi inesistenti.”

4 Un po’ ti conosco e un po’ ho avuto modo di approfondire avendoti mia ospite ad “In Diretta Con La Giallo”, perciò la domanda che ti faccio è più per chi legge, io la risposta la conosco già. La vita è l’arte dell’incontro e tu hai collaborato con grandi nomi della musica.

Come li hai conosciuti? Come hai “ottenuto” le loro collaborazioni? Siete state messi in contatto da un “Deus Ex Machina”, oppure hai fatto tutto tu/la vita stessa?

“Ho avuto la fortuna e il grande onore di collaborare con grandi musicisti, Fausto Mesolella, Sergio Cammariere, Vince Tempera, Mario Venuti, Massimo Germini, Giorgio Cordini, Andrea Di Cesare e molti altri, sono davvero tanti e li ringrazio tutti profondamente per la stima e il grande dono della loro collaborazione.

Dopo la fine del contratto discografico che ho avuto con un importante produttore, Angelo Carrara, ho sempre fatto tutto in modo autonomo, girando come cantautrice per quasi tutti i festival di musica d’autore in Italia e anche all’estero.

Nel tempo ho conosciuto molti musicisti e molte persone, alcune collaborazioni sono nate spontaneamente con musicisti che ho conosciuto personalmente e quindi contattandoli in prima persona. Altre volte, mi è capitato di andare a conoscere alcuni musicisti alla fine di un loro concerto.

A volte ho mandato un provino senza la minima aspettativa e mi sono trovata, poi, a saltare di gioia per la risposta positiva ricevuta dal musicista.

Le combinazioni della vita sono talvolta misteriose e imprevedibili. E il bello forse è anche questo.

Di sicuro quello che ha contato e conta è la mia volontà di fare le cose.

Quando ho realizzato il disco sui poeti, “Mille baci”, ho avuto necessità di ottenere i permessi dagli eredi dei poeti per poter utilizzare le loro opere.

Non è stato facile recuperare tutti i contatti e ottenere una risposta positiva, ma ho iniziato una ricerca in tal senso con speranza e fiducia.

E alla fine i permessi sono arrivati.”

Progetti per il futuro?

“Adesso è appena uscito questo nuovo singolo, “C’est la vie”, con il relativo video.

E’ già pronto un altro video di un brano contenuto in “Sanremo d’Autore”, scritto da un grande autore italiano e che uscirà, credo, a breve.

In autunno, invece, pubblicherò un nuovo album del qualeho composto tutte le musiche. Sarà un concept album. ”

Link al VIDEO: https://youtu.be/XKrqEUR3xz0

LEGGI QUI L’ARTICOLO ORIGINALE SUL SITO DEL MEI. 

Roberta Giallo

Laureata in Scienze Filosofiche, Roberta Giallo è cantautrice, autrice, performer, pittrice etc. Si definisce un “ufo” o “un’aliena perennemente in viaggio”.

Ha già scritto di musica per Vinile e All music Italia. Musica in Giallo è la sua prima rubrica musicale per MeiWeb.

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Crediti Foto: MEI