Il regista russo, Leone d’Argento a Venezia nel 2016 con Paradise, indaga sul lato più nascosto e oscuro dell’artista rinascimentale
“Il peccato – Il furore di Michelangelo 2019” diretto da Andrey Konchalovskiy è la biografia di Michelangelo Buonarroti che narra l’alternanza tra due grandi commissioni scultoree: quella della tomba di Papa Giulio II Della Rovere, già committente della Sistina, e quella accettata per boria e denaro da parte dell’artista della monumentale facciata della chiesa di San Lorenzo.
Buonarroti sapeva di essere il più bravo di tutti: la superbia e l’avarizia portano Michelangelo al limite della pazzia. Lo scultore conosceva a memoria i vizi recitati da Dante e ne era ossessionato; la stessa ossessione l’aveva per i blocchi di marmo delle Alpi Apuane, su cui il regista Andrei Konchalovsky si focalizza raccontando il sudore e la fatica dell’estrazione del “Blocco unico”. L’artista si reca alla cava di Fantiscritti per la prima volta nel 1496 e si riduce quasi in miseria pur di portare a termine il soffitto della Cappella Sistina. Alla morte di papa Giulio II Massimo, Michelangelo vuole completare la sua tomba con il marmo più fine che riesce a trovare. Ma questo compito attira anche l’attenzione di Leone X membro dei Medici che gli affida la realizzazione della facciata della basilica di San Lorenzo.
Buonarroti non si ferma davanti a nulla e quel desiderio di essere il più bravo di tutti lo porta ad accettare gli incarichi delle due famiglie nemiche.
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