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Addio a Brian Wilson: il genio visionario dei Beach Boys

Addio a Brian Wilson leader e mente della band californiana dei Beach Boys. Fu uno degli artisti più geniali dello scorso secolo

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Brian Wilson nel1966
Brian Wilson nel1966 (©Instagram Brian Wilson)

Si è spento ieri, all’età di quasi 83 anni, Brian Wilson: fondatore e mente creativa della band californiana dei Beach Boys. Brian è l’ultimo dei tre fratelli Wilson (Dennis e Carl, anche loro membri originali della band) a scomparire. Con lui se ne va una parte fondamentale della musica dello scorso secolo. La sua iconica voce cristallina che si sublimava in un perfetto falsetto rimarrà per sempre nelle orecchie del mondo. Basti pensare ad un capolavoro come Good Vibration, per capire l’importanza del genio di Brian Wilson; genio che era ammirato da artisti altrettanto incredibili come Paul Mc Cartney e John Lennon, i quali, ad esempio, hanno sempre affermato che l’influenza musicale della band californiana ha inciso non poco nei Beatles del 1966/1967.

Brian Wilson: un compositore proiettato nel cielo

Dopo i primi album dei Beach Boys (prettamente pop-surf) Brian inizia a lottare con la sua stessa mente, compromessa anche dal crescente uso di allucinogeni.

Bill Wagner, manager dei Four Freshmen racconta un aneddoto risalente al 1965: «Nel 1965 Brian mi chiese di scendere insieme nello Studio B. Quando fummo lì, mi disse: “Lascia che ti suoni qualcosa che ho sentito mentre ero sotto LSD.” Si sedette al piano e suonò solo una singola nota. Descrisse ciò che stava ascoltando. È stato allora che ho capito che era nei guai».

La sua condizione mentale lo porta, a cavallo tra il 1965 e il 1966, ad abbandonare le esibizioni live con la band, per concentrarsi unicamente nella realizzazione del nuovo disco dei Beach Boys “Pet Sounds“.

Pet Sounds: l’album perfetto

L’eredità di Brian Wilson è rappresentata in maniera magnifica dal disco “Pet Sounds” uscito nel 1966. Curato pressocché interamente da Brian, mentre il resto della band era in tour, coinvolse l’artista a 360°, il quale voleva fare un disco che rasentasse la perfezione: e ci riuscì. Alle basi musicali orchestrali registrate con i migliori session man di Los Angeles si incastrano perfettamente sia i testi profondi che le celestiali armonie vocali dei Beach Boys, i quali, tornati dal tour, si trovarono praticamente il disco già pronto per essere inciso delle parti vocali.

Come già accennato, l’importanza di Pet Sounds e di Brian Wilson fu fondamentale nel dare una svolta ai Beatles in quel 1966. A proposito del disco Paul Mc Cartney disse:

Fu Pet Sounds che mi fece rimettere i piedi per terra. Adoro quell’album. Ne ho appena comprato uno ciascuno per i miei figli per la loro istruzione… Credo che nessuno sia musicalmente istruito finché non ha ascoltato quell’album. Adoro l’orchestra, gli arrangiamenti… potrebbe essere esagerato dire che è il classico del secolo… ma, per me, è di sicuro un classico che è insuperabile sotto tanti punti… Ho spesso ascoltato Pet Sounds e poi pianto. Lo feci ascoltare così tante volte a John che gli sarebbe stato difficile scappare dall’influenza… Era l’album del suo tempo. La cosa che mi fece davvero mettere a sedere e prendere appunti furono le linee di basso… e anche, quel dare una melodia alle linee di basso. Credo sia quella la grossa influenza che mi diede quando registrammo Pepper. […] God Only Knows è una delle mie preferite… molto passionale, mi ha sempre lasciato senza parole. E in You Still Believe in Me, adoro quella melodia, davvero… è la mia preferita, credo… è così bella verso la fine… ondeggia in queste armonie dalle molte variazioni… mi dà i brividi“.

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