Libri
Intervista alla scrittrice Paola Sbarbada Ferrari

Paola Sbarbada Ferrari torna in libreria il 6 settembre 2025 con il suo nuovo romanzo

PaolaSbarbada Ferrari – MONSIEUR SOLEIL – Oltre le apparenze
Parigi. Una panchina. Due anime che non si aspettavano, eppure si trovano. Certe persone non entrano nelle nostre vite: le abitano. È da questa consapevolezza che nasce “Monsieur Soleil – Oltre le apparenze”, il nuovo romanzo di Paola Sbarbada Ferrari, pubblicato da Gilgamesh Edizioni e disponibile dal 6 settembre 2025 in tutte le librerie, sia in formato cartaceo che e-book.
Paola Sbarbada Ferrari, nata a Mantova, è scrittrice e cantautrice. Con lo pseudonimo Marea ha firmato brani in francese come Je T’aime e in italiano come Occhi grigi. Ha pubblicato i romanzi Il casolare sull’aia (2022) e L’Oblio nei tuoi occhi (2024). Collabora con musicisti di rilievo, da Mauro Susa al collettivo SONGBOX. Con Monsieur Soleil – Oltre le apparenze (Gilgamesh, 2025) conferma la sua voce letteraria, capace di unire poesia e introspezione.
In Monsieur Soleil lei scrive che “le crepe diventano luce”. In che momento della sua vita ha scoperto che la fragilità può trasformarsi in forza?
Credo che sia la vita stessa a insegnarcelo sin da bambini. Le piccole sconfitte, i primi dispiaceri, tutto ciò che, in alcuni momenti, ci abbatte, potrà anche farci crescere, permettendoci di divenire più forti, mettendoci tra le mani nuovi strumenti per la “cassetta degli attrezzi” che utilizzeremo nel corso della nostra esistenza.
Se potesse associare una colonna sonora al romanzo, quale brano sceglierebbe?
Holding Back the Years dei Simply Red
“Oltre le apparenze” è un invito a guardare più a fondo. Da cosa nasce questa urgenza?
Nasce dalla mia esigenza – e speranza -, di vivere in un mondo più sincero, onesto e cristallino. La società in cui viviamo, e di cui noi stessi siamo gli artefici, ce lo impedisce, obbligandoci a mettere in un cassetto chiuso a chiave la nostra vera essenza
Che rapporto personale ha con Parigi e come l’ha influenzata nella scrittura?
In tutti i miei romanzi, le storie dei miei personaggi sono ambientate tra Italia e Francia. Amo l’Italia perché è il Paese in cui sono nata e cresciuta, tuttavia, mi sento molto affine al popolo francese. Parigi è meravigliosa, seppure con le proprie note dolenti, tipiche della grande metropoli. Ma sono i Giardini di Lussemburgo (dove avvengono gli incontri tra i due protagonisti Jeanne e Augusto -Monsieur Soleil) che mi hanno rubato il cuore durante quel viaggio indimenticabile in compagnia della mia mamma, che ci ha lasciati proprio quest’anno. Andammo nel 2001 e, da quel pomeriggio, quel luogo incantato e incantevole mi è rimasto nel cuore. Ho voluto celebrarlo così, rendendolo il fulcro della nascita di una grande amicizia.
Il libro sembra parlare di amicizia, ma anche di salvezza reciproca. Quale dei due temi sente più forte?
Credo che l’amicizia sia fondamentale nelle nostre vite. Ed è proprio quando stiamo inciampando che quella mano ci afferra con fermezza, rimettendoci in carreggiata, salvandoci ancora una volta.
Nel romanzo c’è un equilibrio tra dolore e speranza: è così anche nella sua quotidianità?
Dai dolori non ci può sottrarre perché fanno parte della nostra esistenza. Sono purtroppo inevitabili. La speranza, invece, dipende da soltanto da noi, dobbiamo perciò coltivarla. Sempre.
Se potesse lasciare una frase incisa su una panchina dei Giardini di Lussemburgo, quale sarebbe?
“Guarda sempre gli altri come TU vorresti essere guardato”.