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Accademia Italiana della Cucina, ricomincia il viaggio all’insegna del cibo sano e buono, fiore all’occhiello del nostro ‘bel Paese’

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tagliata di daino

Ricominciano così le ‘reunion’ dell’Accademia Italiana della Cucina, in piena sicurezza, con tutti i dispositivi necessari per non rischiare di ricadere nella situazione di emergenza sanitaria che ha fermato l’Italia intera, penalizzando in particolar modo i ristoranti.

Accademia Cucina Italiana

Crediti Foto: Laura Ambrosi/OAplus

La delegazione di Castel San Pietro – Medicina, ieri ha deciso di ripartire così, con un pranzo di cacciagione a Monterenzio, una zona dell’appennino bolognese molto verde e panoramica, nell’agriturismo Sant’Uberto, famoso per utilizzare solo carni animali provenienti da fauna selvatica italiana.

Una scelta etica (le carni provengono esclusivamente da animali che vivono allo stato brado, che non sono mai stati contaminati dall’incontro con l’uomo e che vengono abbattuti in numero limitato esclusivamente per mantenere l’equilibrio numerico del bosco) sana (la carne degli ungulati, cinghiale, cervo, capriolo e daino, è poverissima di grassi e colesterolo in quanto appartenente ad animali che trascorrono la loro vita correndo. E’ inoltre ricca di Omega3 e di ferro) e buona (le nuove e corrette tecniche di lavorazione hanno rivoluzionato la versatilità di queste carni rendendole delicate ma gustose e adatte alla preparazione di qualsiasi piatto).

OAplus non poteva mancare ad una ripartenza gastronomica così importante e così, ci siamo uniti ai commensali per testimoniare le scelte dell’Accademia Italiana della Cucina che ricadono sempre in contesti di valorizzazione e tutela della cucina del nostro Paese, nel pieno rispetto degli animali e del loro habitat.

Monterenzio

Crediti Foto: Laura Ambrosi/OAplus

L’accoglienza dei membri dell’Accademia è sempre molto conviviale e anche ieri, nel rispetto delle regole anti-Covid, si è respirata un’aria amichevole ed accogliente, accompagnata da chiacchiere, buon vino ed ottimo cibo. Mentre il delegato Andrea Stanzani accoglieva gli amici con un saluto di bentornato dopo qualche mese di lontananza dovuto alla recente pandemia, a preparare il palato all’accoglienza del pasto, un Pignoletto del Muraglione, leggermente frizzante, dal gusto delicato e dal sapore amabile, profumato.

antipasto

Crediti Foto: Laura Ambrosi/OAplus

Il consueto suono della campana ha dato il ‘via alle danze’ e così ci siamo immersi completamente nel territorio dei sapori boschivi con un ‘entrèe’ di antipasti di selvaggina talmente delicato che devo dire la verità, mi sono stupita che fosse selvaggina. Siamo abituati ad associare alla selvaggina un odore ed un sapore molto forti ma Lucia Santini, la ‘padrona di casa’, mi ha raccontato che alcune accortezze adottate dalla loro filiera di caccia fanno sì che le carni siano sicure, tenere e delicate. E devo confermare proprio tutto! Sono rimasta favorevolmente colpita sia dagli affettati di cinghiale e di cervo, che dalla carne salada di capriolo ma in particolar modo mi ha colpita la tartare di cervo, che si scioglieva in bocca aprendosi al palato con un sapore molto delicato. Sicuramente il suo segreto è la freschezza dovuta a tutto il procedimento della filiera, dalla caccia, all’abbattimento, alla preparazione.

garganelli

Crediti Foto: Laura Ambrosi/OAplus

Il Sangiovese Macalè ha accompagnato l’ingresso del primo piatto, i garganelli all’uovo conditi con ragù di cinghiale. Un piatto all’apparenza ‘aggressivo’ che invece ci ha sorpresi con la delicatezza di un sugo rosso di cinghiale tenerissimo, accompagnato da una pasta cotta al punto giusto; un’ottimo connubio per il palato, riuscire a combinare leggerezza e golosità non è cosa da tutti.

tagliata

Crediti Foto: Laura Ambrosi/OAplus

Due secondi per questo pranzo di qualità, una tenerissima tagliata di daino su letto di rucola e grana ed un profumatissimo spezzatino di cervo in sugo rosso con olive, due piatti molto stimolanti, accompagnati da un Sangiovese superiore ‘Ricordi’ Macalè. L’agriturismo Sant’Uberto rispetta la carne nella cottura e rispettare la materia prima durante la cottura, senza farle perdere il gusto ed i nutrienti è simbolo di grande amore per la cucina.

cervo

Crediti Foto: Laura Ambrosi/OAplus

In chiusura una crema di mascarpone al cucchiaio fantastica, densa, gustosa, molto golosa. Caffè, liquori ed i saluti finali, un arrivederci al prossimo incontro culinario, con i membri dell’Accademia Italiana della Cucina, ospiti eccezionali e ricercatori indiscutibili di ristoranti che valorizzino la tradizione della cucina italiana, pensata come madre di tutte le cucine, base anche per quelle più innovative.

dolce

Crediti Foto: Laura Ambrosi/OAplus

In questo pranzo del Sant’Uberto c’era tutto, c’era il bosco, c’era la natura, c’era il muschio, il territorio montano, la tradizione, la novità, si è sentita ogni cosa. Un’apertura di sapori forti che ti accompagna per mano dentro al bosco ed una chiusura golosa, che ti riporta nella tradizione con la crema di mascarpone, base del dolce italiano per eccellenza, il tiramisù.

Soddisfatti dal gusto, dall’equilibrio dei sapori e dall’ottima compagnia, restiamo in trepidante attesa del prossimo appuntamento con l’Accademia Italiana della Cucina.

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Crediti foto: Laura Ambrosi/OAplus